lunedì 20 ottobre 2025

ATTACCO ALLA LIBERTA ' E ALLA DEMOCRAZIA

 


[ Ingresso del tribunale di Pordenone, uno dei più " blindati" delle  Venezie.
Che scheletri vengono nascosti al suo interno ? ]

RELAZIONE SUL COLLOQUIO AVVENUTO IN DATA 29 GENNAIO 2025

FRA L’ AVVOCATO EDOARDO LONGO

 E LA DOT.TSSA  XY  DI UEPE DI UDINE.

§

Brevissima premessa introduttiva

1)      Il sottoscritto avvocato Edoardo Longo di Pordenone è stato deportato in carcere il giorno 16 luglio 2022 per esecuzione di condanne penali definitive. Il sottoscritto era innocente sia dal punto di vista formale che da quello sostanziale e le condanne stesse, anche in una ottica colpevolista erano state comminate in modo abnorme calcolando in maniera da superare, sia pure di pochi giorni, il tetto dei 4 anni di talchè il sottoscritto fosse assolutamente incarcerato. Non è argomento di questa relazione e pertanto non ci si dilunga sul punto in questa sede, limitandosi a sottolineare come la Cassazione sancisca il diritto di ogni condannato di dichiararsi innocente senza che tale dichiarazione possa essergli ritorta contro dalla magistratura di sorveglianza penale, come ebbe anche a sottolineare la magistratura di sorveglianza di Padova all’ atto di scarcerare il sottoscritto l’ 1 marzo 2023  concedendo la  misura alternativa alla detenzione dell’ “ affidamento in prova”.

2)      Il sottoscritto trovasi da tal data in “ misura” e per la buona condotta tenuta ha già fruito di un primo sconto di pena di giorni 135.

3)      In data 29 dicembre 2022 , mentre si trovava ancora in carcere sia pure per poche settimane ancora, il sottoscritto veniva cancellato dall’ albo degli avvocati in quanto detenuto sia pure con la espressa statuizione – conforme alla legge – di essere reiscritto una volta tornato in libertà.

4)      Per avendo diritto alla reiscrizione all’ albo dal 1.3.2023 ( data di scarcerazione ) al sottoscritto l’ attuale presidente dell’ ordine forense di Pordenone nega il diritto alla reiscrizione violando legge e pregressa statuizione del 29.12.2022, circostanza che ha già cagionato diverse impugnazioni ai rigetti illegittimi del COA e due esposti disciplinari verso l’ attuale presidente, nonché  (…) .

5)      La particolare situazione di illegalità patita dal sottoscritto a causa del COA di Pordenone ebbe a motivare nel gennaio scorso l’ organismo denominato “ Autorità Dogale” con sede ufficiale in Venezia nel decidere varie iniziative politiche di sostegno, in particolare svolgimento di volantinaggi avanti al tribunale di Pordenone dove è alloggiato l’ organismo forense responsabile dei citati illeciti. Veniamo adesso ai fati oggetto di questa dettagliata descrizione.

Il colloquio del 29 gennaio 2025.


                   [ Volantinaggio di Autorità Dogale 
avanti al tribunale di Pordenone ]

 

6)      In data 28 gennaio ad ore 13 circa il sottoscritto riceveva sulla sua casella di posta elettronica una mail proveniente dalla dott.ssa XY, dell’ ufficio UEPE di Udine , titolare della “ pratica” di affidamento del sottoscritto. Tale mail  in  due righe convocava “ d’ urgenza” il sottoscritto per un colloquio da tenersi per il giorno successivo presso UEPE di Udine ad ore 13.30. Non veniva  spiegata la ragione di detta convocazione indefettibile. Generalmente gli incontri con UEPE sono avvenuti sempre mediante telefono e fissazione concordata  di data. Va precisato che il sottoscritto non abita a Udine, ma a Codroipo ( circa a 30 km da questa città) e ha il centro dei suoi interessi professionali in Pordenone , a circa 60 km da Udine. Inoltre il  sottoscritto per ragioni di età e di vista viaggia abitualmente in treno e non in auto : questo per spiegare l’ intuibile disagio che una convocazione così “ a sorpresa ed imperativa cagionava a chi scrive. Senza parlare della preoccupazione che poteva ingenerare e che era, poi si vedrà, il reale obiettivo di questa anomala preoccupazione . Solo la perfetta coscienza di non avere nulla da rimproverarmi ha impedito che non cadessi in un ovvio stato di ansia.

7)      Mi sono recato così a Udine. Pochi minuti prima del colloquio, mentre mi trovavo  in sala d’ aspetto UEPE, ricevevo una mail da parte del COA . va ricordato che mesi prima , l’ 8 novembre 2024, io avevo svolto una nuova domanda di reiscrizione motivandola sul fatto della mia intervenuta buona condotta nel corso della esecuzione della pena ( oltre che per il pacifico mio diritto giuridico alla reiscrizione già esposto) ed avevo allegato il decreto di liberazione anticipata di 135 giorni, le relazioni positive del carcere di Padova, dei carabinieri  e i pareri favorevoli al sottoscritto di PG e UEPE stessa. Nella mail che ricevevo pochi minuti prima del colloquio mi si anticipava il rigetto della mia domanda di reiscrizione sulla base dei soliti motivi speciosi addotti l’ anno prima e sostenendo che io sarei stato “ colpevole” dei volantinaggi che il gruppo Autorità Dogale stava eseguendo avanti al Tribunale di Pordenone. Oltre ad altre illazioni offensive nei miei confronti, fra cui una sorta di “ indegnità morale” in quanto a loro dire io non avrei maturato  un giudizio di revisione critica dei fatti oggetto delle mie condanne. Quest’ ultima affermazione, gratuita ed illegittima, mi destò qualche sospetto , perché estranea alla domanda di reiscrizione in modo assoluto. Per tutte queste affermazioni sto per sporgere denuncia querela. Nel mentre leggevo detta delibera illegale, venni chiamato per il colloquio con la dott.sa XY. Io sono perfettamente convinto che non si sia trattato di una coincidenza, ma che il COA fosse a conoscenza del mio colloquio e abbia voluto trasmettermi detta delibera appositamente in quel momento per farmi cadere in prostrazione. Quanto appresso esporrò dare contezza del fondamento della mia convinzione.

8)      Entrato nell’ ufficio della dott.ssa XY, ho notato sulla sua scrivania un corposo carteggio dove campeggiava il logo del COA di Pordenone. Lo feci notare ed ebbi una prima risposta aggressiva : “ Ah, lo conosce, eh ?” mi fu replicato con tono aggressivo e vagamente minaccioso ed insultante.






9)    Subito dopo la dott.ssa XY, con tono alterato e a voce alta,  mi ha sottolineato che io mi trovo in “ misura di affidamento “ e che quanto contenuto nel carteggio in oggetto poteva incidere pesantemente sulla misura, anche fino alla revoca. Chiesi di poter leggere il carteggio, ma mi fu risposto sgarbatamente di no e il carteggio venne allontanato con palese disprezzo nei miei confronti dal lato della scrivania dal quale avrei potuto leggerlo ed anche sfogliarlo.

10)  Mi vennero fatte delle contestazioni , ritenute gravi , che venivano  mosse nei miei confronti dal COA e precisamente : di scrivere al Ministro della Giustizia ( !) per i comportamenti del COA, di scrivere egualmente al Consiglio Nazionale Forense ( !!) , di aver dato la stura ad un articolo de Il gazzettino di quei giorni in cui si criticava il medesimo ente, di aver preso parte e/o organizzato i volantinaggi al tribunale di Pordenone. Nel contestarmi questi “ crimini”, dott.ssa XY leggeva estratti un volantino ( evidentemente allegato nel carteggio) e dell’ articolo “ incriminato”. Il tono della lettura era aggressivo, esaltato e minaccioso.

11)  Infatti, mi ebbe a dire che quello era un “ avvertimento” e che successivamente si sarebbero presi provvedimenti nei miei confronti.

12)  Contestai questi addebiti che neanche riguardavano il sottoscritto ma solo la libera attività politica di Autorità Dogale precisando che non avevo certo io operato per la pubblicazione dell’ articolo di giornale, che – anzi – mi vedeva contrario, tanto più che il giornalista aveva raccolto anche una versione falsa dei fatti fornita dallo stesso COA e che il giornalista stesso dichiarava che la sua fonte non ero certo io, ma Autorità Dogale . Circa i volantini precisavo che l’ iniziativa era opera di Autorità Dogale che aveva deciso in assoluta autonomia detta iniziativa a cui io non avevo preso parte ed, anzi, ne venivo informato solo successivamente e solo dopo venivo a conoscere del contenuto dei volantini ( che peraltro erano assolutamente veridici e con tono espressivo adeguato). Precisavo che io neanche ero iscritto a detto organismo e che durante la mia detenzione molti gruppi politici dell’ indipendentismo veneto aveva organizzato manifestazioni in mia solidarietà, e nessuno aveva mai pensato di effettuare per essi ritorsioni nei miei confronti.

13)  Il punto era dunque questo : dott.ssa XY , dopo avermi richiamato più volte il concetto di “ avvertimento “ di quello sgradevole colloquio, mi disse senza tanti giri di parole che avrei dovuto far smettere i volantinaggi ( per inciso, mentre subivo queste minacce e ricatti era in atto un volantinaggio di questi avanti al tribunale di Pordenone) , altrimenti sarebbero stati presi provvedimenti nei miei confronti, che pure ero estraneo a dette iniziative e non vi avevo preso neanche parte.

14)  Replicavo in questi termini : “ Io sono estraneo ai volantinaggi.  Io posso rispondere di quello che faccio, non certo delle azioni compiute da terze persone. Ella inoltre mi chiede, sotto minaccia di modificare in peggio la mia misura di affidamento in atto , di imporre a persone terze di smettere in una iniziativa pacifica di espressione politica di libertà democratica di comunicazione del pensiero. Non credo si possa imporre a delle persone la rinuncia a diritti democratici, sotto minaccia che ad altra persona verrebbe fatto del male in caso di mancata loro desistenza. Ritengo che se mi facessi portavoce di questa richiesta, che ripugna alla mia coscienza, finirei con il rendere più pesante il contrasto politico. Lei mi sta chiedendo di impegnarmi ad impedire ad altri di esprimersi nelle modalità politiche previste in un ordinamento democratico”. Se lei ha  da obiettare qualcosa ad Autorità Dogale, non convochi me, ma convochi loro e glielo dica”.

15)  Il colloquio sgradevolissimo e minaccioso, ebbe così a terminare. Ammetto di essere rimasto molto agitato per le minacce pesanti ricevute . Sono stato poi male e in stato ansioso per almeno altri due giorni. Subito dopo il colloquio in oggetto, appena uscito, ho chiamato al telefono il responsabile di Autorità Dogale e gli ho esposto per filo e per segno il colloquio stesso. Gli ho anche detto che non temevo le minacce ricevute e che non mi facevo portavoce di una iniziativa che andava contro la mia coscienza e volta a limitare i diritti democratici delle persone. Continuassero pure a volantinare. Ricordo che i volantinaggi continuarono anche la settimana dopo per essere poi sospesi come era già stato programmato da tempo da Autorità Dogale.

16)  Ho chiesto più volte copia del carteggio del COA che mi è stato contestato per agire nei confronti di questi che non hanno titolo per decidere sulla mia sorte professionale futura, in quanto palesemente ostili e artefici in tutta evidenza di tentativi per farmi revocare la misura di affidamento e rispedirmi in carcere. Come da documentazione che allego mi è sempre stato negato in modo pretestuoso il diritto di avere copia di questi atti per i quali ho subito quanto sopra. Mi riservo ogni tutela legale. Addirittura in data odierna ho appreso che detta dirigente UEPE manco ha ritirato la raccomandata con la quale da oltre un mese chiedo garbatamente copia degli atti con cui sono stato aggredito nel colloquio in oggetto.

Pordenone, 14.3.2025.

Avvocato Edoardo Longo

 

 


[  Uno dei volantini trasmessi dall' ente ordinistico all' Ufficio Penale per tentare le minacce all' avvocato Longo. Si noti il  timbro di protocollo degli " ordinistici")

 

giovedì 16 ottobre 2025

ARCIPELAGO GULAG ITALIA

 


In lavorazione la quarta e ultima antologia di Monitore Veneto sull’ arcipelago Gulag italiano in cui uno stato assassino ha fatto precipitare il nostro amico Edoardo. Ma come abbiano già scritto ( https://monitore1980.blogspot.com/2025/09/il-futuro-del-monitore-bisogna.html   ), la pubblicazione di questi Diari non cesserà ancora per molto tempo – purtroppo – solo che dal successivo volume la mano e la penna passeranno direttamente all’ avvocato Longo. La cricca forense, infatti, non dà segno alcuno di voler reiscrivere l’ avvocato Longo che pur ne ha diritto. Anzi ! Ha deliberato a maggioranza che non darà più risposta ad alcuna interrogazione dello sfortunato collega da loro assassinato, su quando intenderanno  dare finalmente esecuzione al decreto del 29.12.2022 ( !!)  che stabilisce il diritto al lavoro di Edoardo,  inviso a morte dal potere giudiziario. La battaglia per il diritto al lavoro si prospetta ancora molto lunga e sarebbe ora di replicare a tanta disonestà  con mezzi altrettanto sporchi… Duole dirlo, ,ma Edoardo è stato troppo buono e paziente. Forse adesso che non sarà più sotto sorveglianza , alzerà il tiro. Come suo amico, lo spero sinceramente.

Questa quarta antologia conterrà quindi  gli ultimi post e scritti opera di Monitore Veneto, alias Maurizio Rossetti. Sostenete questo progetto editoriale acquistando  i volumi del Monitore, che troverete segnalati qui :

https://lanterna88.blogspot.com/search/label/opere%20di%20Monitore%20Veneto

 

MV

domenica 12 ottobre 2025

CODICE ARANCIO



Grazie Edoardo  di esserti ricordato che in questi giorni è finita la mia condanna penale da libero sotto sorveglianza  ... Ma la mente non é un interruttore "acceso/spento"... Fatto il dovuto abissale confronto con la sofferenza che hai dovuto subire tu.. Anche se non esiste un’ unità di misura del dolore, quel che mi ha segnato anche nelle condizioni fisiche sono stati i frequenti controlli notturni... Tipo tortura del sonno, veglia isterica per timore di non sentire il campanello e over dose di sonniferi per poter dormire.. Come tenere il piede del sistema cardio-circolatorio sia sul freno che sull’  acceleratore contemporaneamente...

Purtroppo abito in una strada trafficata, perciò le pattuglie -  non avendo altro da fare - passando qui di notte  scampanellavano in continuo per controllare se il criminale era a casa.. Eppure erano bene a conoscenza della mia grave cardiopatia... Oltre ad averla trasmessa più volte al magistrato di sorveglianza assieme alle diagnosi del pronto soccorso  - visto che mi hanno portato lì  tre volte in codice arancio - , lo ricordavo con veemenza agli sgherri... fatica inutile. Per avere una idea della tortura a cui sono stato sottoposto si deve sapere che, in oltre due anni di sorveglianza, io ho avuto una visita notturna a sorpresa in media 7,5 volte al mese , in che vuol dire sveglie bestiali nel cuore della notte ogni 4  notti  circa ! Le ho segnate tutte. E tutto ciò è durato per oltre due anni, quasi tre.  

Una volta ho chiesto loro  perchè mi stessero torturando e gli ho proposto di spararmi, avrei anticipato io i soldi della pallottola.. Manco a dirlo rispondevano sempre "ordini superiori".. Che non é affatto vero, lo so con certezza.. Il magistrato non impartisce date, frequenza e orari dei controlli.. Ho saputo che i comandanti degli sgherri a inizio turno ordinano: "stanotte portatemi 10 identificazioni", ed é più comodo scampanellare allo sfortunato  di turno che identificare macchine per uccidere con coltelli e machete, tipo gang dei bar di colombiani dove non mettono piede neanche se chiamati per emergenze..

Mi spiace non averti scritto mentre eri "dentro", scusami... Se avrai bisogno di assistenza per promuovere il tuo libro “ Deportazione “ a  ******* , fammi sapere.. Certo che qualche macigno dalle scarpe voglio/devo togliermelo, anche perchè interiorizzare tutto non fa troppo bene... Per quel che può servire stavo pensando di denunciarli per violenza privata, so che archiviano subito, però intanto pubblico tutto. Che ne pensi? Ciao, a presto.

Un indipendentista

Lettera firmata

sabato 11 ottobre 2025

LA VICENDA DI MIRKO VIOLA

 


[ minacce di morte in ebraico  inviate
a Mirko Viola e al suo figlio di un anno ] 


“Sono completamente d'accordo con il mittente di questa lettera...:  https://monitore1980.blogspot.com/2025/10/forza-italia-o-forza-sion.html     stai camminando in un campo minato, il compianto Gianantonio Valli ti direbbe quello che ha detto a me... inutile fare a testate con chi indossa un casco, bisogna usare la testa in un altro modo... l'astuzia e un po' di malizia sono le uniche armi che dobbiamo utilizzare......... non gli ho mai dato retta. Buonanotte Edoardo.”

Ricevo questa mail da Mirko Viola, un amico che mi è stato vicino durante le mie persecuzioni da oltre 15 anni . Bisogna però che ve lo presenti.  E’ un grande combattente per la libertà di espressione conculcata con violenza dalla lobby che non esiste. Ha subito il carcere duro per aver partecipato ad un forum politico, peraltro in un sito americano, neanche nella nostra colonia I-ta-lya. Della sua vicenda ne parlo a lungo in questo libro che gli ho dedicato : https://lanterna88.blogspot.com/2024/03/italia-cameriera-di-sion.html   

Pensate che il solito pubblico ministero italiano aveva osato chiedere con rogatoria internazionale  il sequestro del sito che ospitava il dibattito che il PD e la lobby non gradivano. Il Governo americano risposte che la loro  Costituzione al V Emendamento garantisce la libertà  di opinione in tutto il territorio USA e che, quindi, la richiesta di sequestro veniva respinta con orrore. Cosa avrebbe fatto un qualsiasi magistrato di un paese democratico ? Si sarebbe vergognato come un ladro della lezioncina di democrazia subita e si si sarebbe ritirato in buon ordine. Non così in I-ta-lya : senza avere gli atti originali del sito negati dal governo USA processò e condannò lo stesso una ventina di persone, fra cui Mirko Viola. 

Mirko mi scriveva dal carcere lettere sulla sua vicenda che io pubblicavo sul mio blog Dissonanze.  Suscitarono un grande scalpore, perché tutti capirono come la lobby ebraica era ed è  un pericolo gravissimo per le libertà democratiche in Italia. Insorse anche il Rabbino capo di Roma – era la procura di Roma che indagava – chiedendo che Mirko Viola non scrivesse più lettere. Gli fece eco - in una orgia di deliri polizieschi che i tempi dello Spielberg in confronto erano robe da garantisti – Lo stesso Sindaco di Roma all’ epoca, quel Gianni Alemanno che andava a coprirsi la zucca con la kippah ogni settimana in sinagoga , insorse sulle colonne del Tempo di Roma , dichiarando scandaloso che a un detenuto in sezione di massima sicurezza e isolamento venisse concesso di scrivere lettere all’ esterno. Solo nella Cina Comunista si possono assistere a questi linciaggi contro un detenuto  già  ingiustamente recluso per reati d’ opinione. Noi le lettere le pubblicammo lo stesso e ora le trovate tutte nella nuova edizione del libro che vi ho segnalato. 

Il karma poi ha inflitto al "sindaco  de Roma" una dura pena del contrappasso, perché ora in carcere c’è lui , da un anno, e scrive proprio ogni giorno quelle stesse lettere disperate sull’ orrore concentrazionario che anni prima negava dai colli fatali allo sfortunato Mirko. Alla potenza divina doveva avere fatto proprio schifo l’ arroganza dell’ ex fascista Alemanno contro un suo fratello , " fascista" come lui, incarcerato per le stesse idee  : quel colle fu fatale al sindaco maramaldo . E gli ebrei ora lo hanno pure scaricato e lasciato marcire in carcere, come un cane. Come un gojim . Sic transit gloria mundi.



[ Italo-sionista] 

Oggi Mirko mi scrive e mi  documenta che la sequela di infinite minacce da parte ebraica di cui si parla nel libro continuarono ancora e giunsero fino all’ invio di proiettili e minacce di morte a lui e al figlio di poco più di un anno . leggete qui :

https://agenziaitaliapress.blogspot.com/2014/12/proiettili-e-minacce-viola-nessuna.html?m=1   

Nell’ articolo si sottolinea che il capo della comunità ebraica in I-ta-lya non condannò il gesto del suo confratello rimasto anonimo, nonostante la denuncia che venne archiviata dal solito ignavo pubblico ministero italiota e perfetto shabbat-gojm.

Questa la vicenda di Mirko Viola, in questo oscuro lembo italico della periferia  dell’ Impero.  In un prossimo  post risponderò anch’ io al professore romano che mette l’ accento sulla manina di Sion nelle mie tormentose vicende.

Edoardo Longo 

 

 PER CONOSCERE LA VICENDA DI MIRKO VIOLA :

https://www.lulu.com/it/shop/mirko-viola/lettere-dal-carcere/paperback/product-v8y96me.html?page=1&pageSize=4

LE ZUCCHE VUOTE DI HOLOWEEN

 


Un amico sta cercando di portare all’ esterno la mia vicenda su qualche social forum politico. Purtroppo, gli inevitabili mastini del potere gli abbaiano contro  i soliti  luoghi comuni giustizialisti. Sono indifferentemente di destra come di sinistra. C’è di tutto in questa penosa compagnia : la fanatica suffragetta comunistoide  per la quale le manette alla Salis sono un orrore , mentre quelle ai miei polsi  un simpatico ciondolo offerto dalla repubblica resistenziale ad un criminale incallito che nulla ha a che fare con la politica. Fra i tanti , c’è  l’ immancabile avvocatucolo delle  cause perse che trovi in ogni social  in cerca affannata  di clienti   e che trova pure  giusti gli orrori delle  carceri italiane  perché conseguenti a  condanne penali - in particolare della mia che gli fa particolare piacere -  ,  che non conosce il concetto di malagiustizia e che, ragionando così, non  trova di certo  nessuno che sia così suicida da  farsi difendere da lui, neanche per un divieto di sosta… : tutti omini  del sistema  che non conoscono neanche i problemi su cui pontificano dalla tastiera e che dividono il mondo come manichei  in due categorie : i buoni ( a sinistra) a cui tutto è dovuto, e i cattivi ( tutti gli altri) che non hanno alcun diritto e sui cui è lecitissimo  accanirsi. E, a corto di argomenti, tacciano il mio buon  amico di nazista  per togliergli la parola e chiudere le sue argomentazioni. Gente vigliacca che  non osa neanche firmarsi col proprio nome,  ma con ridicoli e pomposi nicknames. L’ ultimo livello dell’ umanità.

Caro Mirko, fatica sprecata cercare di dialogare con questi che Pirandello chiamerebbe personaggi in cerca d’ autore e che appartengono alla goldoniana ( nel senso di Carlo Goldoni, commediografo veneziano, per intenderci ) commedia dell’ arte come Arlechin Batocio , “ servitor di due padroni”,  o  il saccente dottor  Balanzone o la servetta sciocca Colombina . Non sporcarti con essi.  Sono proprio zucche vuote,  non di Halloween magari, ma di Holo-ween , vista la loro olo-devozione accucciata alla vulgata sionista. Anzi ! Chiamiamoli con il loro nome effettivo : shabbat-gojim, che  in ebraico qualifica questi devoti ascari dei circoncisi. La parola significa “ gojim che servono il sabato”. L’ ebreo, si sa, il sabato fa solo giaculatorie talmudiche  e nessuna attività considerata “ impura “ o servile”. Insomma si fa lustrare le pantofole. Nel Vangelo i giudei rimproverarono Gesù perché guariva i malati anche il sabato e fu in quella circostanza che si presero meritatamente  l’ epitteto   di figli di satana.

 Gli shabbat-gojim fanno i lavori “ impuri “ per gli ebrei il giorno del sabato e sono felici ed onorati di servirli.  Per traslato la parola  significa “ esseri servili di poco conio” ( in materia di conio gli ebrei sì che se ne intendono) . Per inciso, l’ espressione significa anche che gli ebrei “ sono essi stessi il sabato”, cioè esseri sacri e  superiori, perché i loro  ascari servono il sabato, cioè gli ebrei stessi, perché l’ espressione significa di più che servire il giorno del sabato. Lasciali servire e guadagnare così  i loro spiccioli, questo è il loro destino. Magari togliete loro  il fiasco del vino, questo si può fare. Magari da sobri “servono” anche meglio…   Ad majora !

Un caro saluto,

Edoardo


giovedì 9 ottobre 2025

L' INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DEL GIUDICARE

 


Oggi è l' anniversario del disastro del Vajont . Morirono 1917 persone. I responsabili furono condannati a 4 anni di carcere : la stessa pena cui sono stato condannato io per avere offeso un giudice arrogante e scadente che mi stava processando barbaramente solo come autore di un libro. Per la magistratura scrivere un libro equivale a compiere una strage. Sia la semi – assoluzione degli ingegneri stragisti che la violenta condanna fuori misura al sottoscritto sono orrori giudiziari che gridano vendetta al cospetto di Dio. Appaiato alla condanna per una strage, reo solo di aver scritto un libro, sono “ creditore”,  a parità di condanna , del diritto di ammazzare 1917 persone, se la giustizia è eguale per tutti. Troppo generosi , signori giudici…

Non chiedetemi di rispettare la magistratura italiana.

 

Avvocato Edoardo Longo


LEGGI “ DEPORTAZIONE “ :

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" Unicuique suum
 tribuere "

mercoledì 8 ottobre 2025

FORZA ITALIA O FORZA SION ?

 


Caro Avvocato Longo,

seguo da gran tempo la Sua casa editrice e in genere i Suoi scritti, fin dal Suo primo Blog di venti anni fa, il mitico Antizog. Mi permetta quindi, in amicizia, di fare un appunto all’ impostazione del blog Monitore Veneto. Premetto che trovo meritevole e coraggiosa l’ iniziativa di dedicare un blog ai crimini commessi dal mondo giudiziario attraverso l’ analisi di una situazione di pesante persecuzione giudiziaria :  insegnava sempre il compianto prof. Paolo Signorelli, che Lei ha conosciuto ai tempi dell’ associazione Enzo Tortora che lui dirigeva:  si capisce bene il crimine  della  malagiustizia  non tanto con paroloni e discorsi giuridici, ma attraverso l’ esposizione di casi concreti di malagiustizia. Complimenti a Lei che non ha avuto disagio a render nota la Sua persecuzione, a maggior disonore dei suoi persecutori  e come sostegno a chi è perseguitato come lei e non sa la sente di esporsi.

Detto questo vorrei sottolineare che lei insiste poco su quella che  secondo me è la causa principale della sua persecuzione  :la vendetta della “ lobby che non esiste” ( ma che  giugula il mondo e compie genocidi) nei confronti di un intellettuale come Lei  che ha pubblicato libri che nessun altro editore ha mai osato stampare per timore dei circoncisi e della loro onnipresenza. Sì, avvocato Longo, io penso che vi sia la mano di Sion dietro a quello che sta subendo. E se non è Sion direttamente, lo è per mano dei suoi fedeli ascari gojm. Me lo ha fatto pensare la circostanza  che il Suo acerrimo nemico, quello  che nega applicazione ai decreti che Le consentono di svolgere la Sua professione ( il decreto forense del 29.12.2022 e il decreto del tribunale di Venezia/Padova del 1.3.2023 – NDR) è un esponente veneziano  di Forza Italia. Forza Italia è il partito più schifosamente sionista in Italia ! il senatore Gasparri , di Forza Italia,  dirigente di finanziarie israeliane e in conflitto di interessi col suo ruolo governativo, sta preparando un Decreto legge per punire con anni di galera chi critica Israel e le sue “ manine sante” sterminatrici. Si ricorda Fiamma Nierenstein, in quota Mossad , anch’ essa sostenuta da F.I., che schedò il suo sito internet “ antizog” nella sua  “commissione  contro l’ antisemitismo” in Parlamento, nella primavera del 2010 ? Lei si trovò arrestato neanche due mesi dopo ad opera di un pubblico ministero pordenonese ultra-sionista  che   ha poi fatto anche lui( o lei)  la sua rituale discesa in Israel ( vedi :    https://monitore1980.blogspot.com/2025/02/i-misteri-della-giustizia-democratica.html         e    https://monitore1980.blogspot.com/2024/09/eupol-copps-toghe-mano-armata.html    – NDR). Lei è anche stato il legale del dott. Olsen nel caso “ Holy War” ( https://lanterna88.blogspot.com/search?q=+libert%C3%A0+in+italia  )  ed è pure riuscito a farlo assolvere, unico fra tutti gli altri imputati che corsero invece a pecoroni  a patteggiare condanne che non dovevano avere.  Lei è stato il difensore di Nicola Di Meo, l’ italo-americano che nel 1998 volantinò alla base Nato di Aviano, impegnata nella guerra di Us-rael contro l’ Irak un estratto del libro “ La Guerra Senza Nome” che poi Lei pubblicò ( cfr .  https://lanterna88.blogspot.com/2024/11/guerra-senza-nome-ma-con-mandanti-ben.html  – NDR). Immagino che quel pubblico ministero che sequestrò il libro e inquisì l’ anziano Di Meo sia ancora a Pordenone, o sbaglio ? ( E' ancora a Pordenone - NDR). 


Sion da anni vuole distruggerla, avvocato : Lei pensa, e pensa controcorrente.  E adesso, con l’ aiuto dell’ attuale ente ordinistico  diretto da Forza Italia, Sion  ci è riuscita. E’ un caso anche questo ?  Io credo quindi che dietro lo  sfacciato e illegale divieto di lavorare che la colpisce  vi sia sempre la stessa mano. La stessa mano di una lobby che non esiste , ma che ha a libro paga molti personaggi del mondo della giustizia. Non debbo essere io a ricordarle come massoni ed ebrei abbiano il totale  controllo dell’ avvocatura.

Se le cose stanno così, la vedo molto dura per Lei, e me ne dispiace fino al crepacuore. Lei è un gojm e i gojm perseguitati da Sion non li soccorre nessuno : ricorda infatti  la parabola del buon samaritano ? Tra l' altro, di samaritani ce ne sono sempre meno, perchè Sion li sta sterminando tutti in Palestina. Se può, trovi eroicamente  il modo di restituir loro la pariglia : avrà dalla sua tutte le persone per bene e sono tante, anche se non contano  niente in un mondo dominato da Sion.

Con stima.

Lettera firmata,

Roma

martedì 30 settembre 2025

DEPORTAZIONE

 


L’ impressionante calvario detentivo dell’ avvocato Edoardo longo, innocente, ma reo agli occhi delle toghe italiche di “ lesa maestà giudiziaria” e per questo deportato in carcere, per annichilirlo e impedirgli di proseguire la sua difesa nei tribunali a favore di imputati di processi politici e primi fra questi gli indipendentisti del Veneto. Fra una malasanità carceraria assassina, sbirri  sadici  e tutti gli altri orrori dei carceri italiani, l’ odissea di un pugnace detenuto politico e la persistente testimonianza  dei suoi sostenitori che per ben  otto lunghi mesi ne hanno reclamato ininterrottamente la liberazione avanti ai carceri e ai tribunali. Grande documentazione del sostegno  del popolo veneto all’ “ avvocato dei ribelli” e un focus qualificato  sull’ universo concentrazionario della “ democratura” italica : questo è “ Deportazione”, un libro che è un atto d’accusa implacabile alla bieca malagiustizia delle toghe italiche. Con documentazione inedita, resa pubblica per la prima volta. Impressionante :  da leggere e far leggere.



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mercoledì 24 settembre 2025

LE CATENE NON SONO EGUALI PER TUTTI

 


Questa signora si è costruita  una carriera accusando l' Ungheria di essere uno " stato fascista e torturatore " per via di questa catena e tutti a darle retta.  Ma sapete che queste catene sono usate NORMALMENTE in Italia? .. E in Italia, nella democratica, antifascista, resistenziale Italia, non si usano neanche quelle manettine ungheresi delicate,  che sembrano braccialettini da signora, ma manette grosse, pesanti, racchiuse in una lastra di acciaio che non riesci a tenere le mani alzate,  e si chiamano in gergo SCHIAVETTONI, il cui nome ha un senso chiarissimo.  

A me la democratica Italia quelle catene le ha strette ai polsi, grandi il doppio di quelle ungheresi e  senza rivestimento in plastica -  e belle tintinnanti pure..-  per portarmi dal carcere all' ospedale di Padova,  per una visita oculistica dato che stavo perdendo la retina...ho attraversato tutto l' ospedale di Padova trascinato con questa catena... Dove sono quei pagliacci di garantisti italiani a senso unico?..

Era la mattina del 16 gennaio, 2023 ,  quando alla mia cella presso il Due Palazzi di Padova  arrivò un poliziotto per farmi uscire e portarmi alla visita oculistica da me più volte richiesta presso l’ ospedale . Due mesi prima, il medico del carcere di Udine, nel redigere la relazione medica in occasione del mio trasferimento,  aveva attestato che avevo un principio  di distacco della retina . Evidentemente quel botolo grasso di medico che da almeno trent’ anni nessuno identificava più come “ donna” - salvo forse qualche recluso africano della sezione  definita  La Giungla , come la chiamavamo noi detenuti bianchi della terza sezione – aveva avuto un sussulto di coscienza, dal momento che a Udine mi aveva sempre negato in 4 mesi  la somministrazione delle mie medicine per gli occhi e aveva certificato alla fine l' avvenuto  degrado pesante del mio occhio destro. Forse in tutto ciò centrava anche la malnutrizione presso il carcere -fogna friulano , che mi aveva fatto perdere 20 kg di peso in un paio di mesi, chissà.. Fatto sta che quella mattina di un gelido inverno della campagna padovana , venni chiamato per la visita oculistica. Portato al reparto matricola per la traduzione ( il trasporto in cellulare fino all’ ospedale e ritorno) , conobbi la scorta che mi doveva portare : quattro poliziotti  capitanati dal caposcorta , un omone alto e grasso che in divisa assomigliava in modo pazzesco al tenente Garcia, del telefilm di Zorro, che vedevo da piccolo. Il tenente Garcia italic style era un meridionale con due occhietti piccoli e cattivi  annegati nel grasso della sua faccia da luna piena vagamente rancida.




Mi prese in consegna infilandomi i polsi negli schiavettoni e legandoli alla lunga e pesante catena d’ ordinanza . Dopo di che, per assicurarsi di aver fatto un bel lavoro, si premurò di effettuare alcuni strattoni alla catena, facendomi barcollare . Praticamente, come si fa coi cani al guinzaglio. Io ho 67 anni.  I miei occhi brillavano di odio. L’ odio per me in quel periodo fu un tonico potenziato che mi permetteva di andare avanti. Grazie all’ odio, non mi sentii mai umiliato in queste circostanze : “ molti nemici, molto onore”.

Trascinato al cellulare col guinzaglio canino ben assicurato, incominciò il mio viaggio all’ ospedale di Padova. Era gennaio inoltrato e faceva il fetentissimo e insinuante  freddo umido tipico della campagna padovana, dove è affogato il carcere di massima sicurezza dei Due Palazzi. Io ero vestito solo con una felpa scura. Non chiedetemi se c’ era il riscaldamento nel cellulare. Sì, c’ era : ma solo nella cabina di guida delle  guardie. Potevi crepare congelato tranquillamente. Come ho detto, ricordo benissimo  che era il giorno 16 gennaio 2023,perchè la radio aveva comunicato che quel giorno era stato catturato il pericoloso latitante  Matteo Messina Denaro. La cosa aveva reso euforiche le guardie che pensarono bene di esprimere la loro gioia attraverso un surplus di cattiveria coi detenuti che lo Stato aveva messo, come cani di paglia per sacrifici pagani agli dèi, nelle loro mani.

Giunto all’ ospedale, attesi nel cellulare il mio turno per essere visitato. Benchè io e un altro disgraziato fossimo stati portati in ospedale per ragioni ovvie di malattia, non venimmo portati in una stanza, anche sorvegliati , in ospedale, ma dovemmo attendere nel cellulare, al freddo. Passai così un’ oretta al gelo,  e nel frattempo ascoltavo i discorsi delle guardie del posto di guida. Discorsi molto educativi… Il poliziotto più vecchio istruiva i giovani su come funzionano le traduzioni dei detenuti. Li informava che se avessero superato un tot di ore fuori dal carcere prima di riportare i detenuti, avrebbero avuto una diaria maggiorata : ben due euro in più all’ ora . “ Tanti soldi !” Rispose uno di loro . Decisero così unanimemente e di comune accordo che avrebbero tirato alle lunghe prima di riportarmi in carcere. Infatti al rientro ero solo, perché l' altro detenuto era stato evidentemente ricoverato.

Arrivò il tenente Garcia, aprì il portellone del cellulare e con uno strattone di catena che mi fece barcollare, mi fece uscire dal veicolo e subito fui circondato da alcuni poliziotti.  Vi ho detto che quel giorno erano gasati per l’ arresto del boss e volevano far bella figura in ospedale. Circondato dagli sbirri , strattonato periodicamente da Garcia , quando gli sembrava rallentassi, percorsi così tutti i corridoi dell’ ospedale. Quando passavamo, infermieri e persone varie si ritraevano inorriditi al nostro passaggio. Ma mica per il trattamento da animale che stavo subendo ! No ! perché pensavano che le guardie stessero trascinando con la catena chissà quale pericoloso criminale: magari un serial killer , o un mafioso con le mani grondanti sangue o chissà cosa.

Arrivati all’ ambulatorio oculistico, aprì la porta un dottore di mezza età, piuttosto basso, con un camice bianco di routine e con occhiali dalla montatura nera. Aveva una voce chioccia, e quasi effeminata. Entrai nell’ ambulatorio, trascinato da Garcia e attorniato dai suoi sbirri. “ Adesso te la faccio vedere”, pensai tra me.. A quel punto, a voce alta gli ricordai che il regolamento della Unione Europea stabilisce che il detenuto in visita medica ha diritto a non rimanere incatenato e ammanettato e ha diritto all’ allontanamento dei poliziotti per rispetto della privacy. Garcia si girò furioso dalla mia parte e diede uno strattone alla catena.  Mi rise in faccia. Io allora gli dissi che se non rispettavano il regolamento europeo, compivano il reato di tortura e io di sicuro li avrei denunciati. “ E qui c’è anche il dottore presente che può testimoniare”. Aggiunsi. Il dottore, sia pur tremando come una foglia, ebbe un sussulto di dignità medica e disse con voce stridula  : “ Sì, in effetti, dovete lasciarlo che lo visiti ed allontanarvi, così dice la legge”. Credo che in quel momento a Garcia stesse per scoppiare la giugulare, tanto era paonazzo… ma dovette cedere : “ liberatelo”, disse ai suoi sbirri  non prima di avermi dato un ultimo strattone. “ Ma noi entriamo dentro !” – aggiunse. La visita oculistica, infatti, si svolgeva non nell’ ambulatorio, ma in un attiguo gabinetto, molto piccolo, non più grande di uno sgabuzzino , senza finestre , dove c’ erano i macchinari per l’ esame profondo degli occhi. Non potevano starci nessuno oltre al medico e al paziente. “ Non potete entrate, è vietato. Io vi denuncio. Dottore , lo scriva nel suo referto”. Dissi io. Il medico , impaurito : “ Ma  se volete entrare..” Stava per cedere. “ Una visita oculistica farebbe proprio bene anche a loro, ma se entrano , io li denuncio e segnalo il tutto anche al primario “. “ Beh, potete restare sulla porta a guardare..” disse il medico. E alla fine andò così. Io entrai nel gabinetto, da solo e senza manette e catene, col piccolo medico , mentre  Garcia rimase  all’ esterno dell’ uscio del piccolo gabinetto oculistico. Ero senza occhiali e non potevo distinguere il suo volto , ma immagino fosse paonazzo e i suoi occhi lanciassero dardi di odio…. Finita la visita, nell’ ambulatorio, mi rimisero manette e catena e venni di nuovo trascinato lungo l’ ospedale con strattoni e tintinnio di catene, quasi in un lugubre corteo di fantasmi, fra ali di persone inorridite e coi poliziotti fieri, impettiti  e a testa alta nel trascinarmi.. Anche loro avevano arrestato il loro Matteo Messina Denaro...



[ Una sezione del carcere 
Due Palazzi di Padova ]

Il viaggio di ritorno al carcere durò un tempo infinito.  Ero stanco e congelato.  Eh già… i poliziotti dovevano far passare almeno un' altra ora per avere la diaria aggiuntiva. Due euro all’ ora valeva la mia salute.  In fondo il prezzo era giusto : Il mio Maestro, Gesù Cristo, venne venduto ai suoi carcerieri per trenta denari.. Non posso lamentarmi del mio  valore commerciale. 

 Forse vi interesserà sapere come è andata la visita oculistica : Quando l’ oculista del carcere lesse il referto mi disse : “ Deve rifare l’ esame, perché il medico dell' ospedale si è dimenticato di inserire alcuni dati, e questo referto non vale niente". Il povero dottore padovano ! Spaventato dalla situazione, intimidito fino al midollo dal tenente Garcia che ci guatava dall’ uscio del gabinetto oculistico , aveva pasticciato tutto…

Quando mi chiamarono per rifare la visita il mese dopo  mi rifiutai.

Avv. Edoardo Longo

longolegal@libero.it

venerdì 19 settembre 2025

QUANDO LO STATO E' LADRO

 

Quello che vedete sopra è il grafico che ho disegnato su un foglio di carta quando fui deportato nel carcere-fogna di Udine, nel luglio 2022. Rappresenta la lunghezza della mia condanna : i 4 rettangoli neri rappresentano gli anni di carcere sparatimi alla nuca da uno Stato criminale, il rettangolino piccolo il mese oltre i 4 anni, calibrato apposta, come scrisse poi anche il Giudice di Sorveglianza di Padova, per mandarmi in galera. Un po’ alla volta ho colorato di “ nero” i tempi che si snodavano e passavano : ora resta solo una fessurina bianca, pari agli ultimi due mesi circa di  condanna inflittami. Condanna ingiusta, sia per la folle misura per un reato di lesa maestà giudiziaria, sia perché ero anche innocente come già  scrissi alla Corte di Giustizia Veneta dalla mia lugubre cella nel’ ottobre del 22( https://lanterna88.blogspot.com/2022/10/appunti-per-la-corte-di-giustizia-veneta.html   ) e come riporta la sentenza della CGV (  cfr “  Quando il leone ruggirà” :   https://www.lulu.com/it/shop/corte-di-giustizia-veneta/quando-il-leone-ruggira/paperback/product-459eg72.html?page=1&pageSize=4  ) , condanna feroce che avrebbe atterrato chiunque che venisse vomitato in galera a 64 anni e incensurato. In fondo , nel carcere di Udine era pure una delle pene più alte, se si escludono due ergastolani per omicidio e uno spacciatore di droga con sette anni di condanna : rapinatori, ladri matricolati, truffatori, aggressori, accoltellatori, scassinatori, spacciatori di droga : tutti con condanne ben minori della mia : ma loro non avevano compiuto il crimine dei crimini, non avevano  offeso una sacra toga,   uno  scalcinato giudice della repubblica italiana. La magistratura  è anche questo , cioè l’ ultimo livello della criminalità. Non era facile avere la forza di scrivere su un foglietto la visualizzazione grafica della condanna nella mia situazione, anche se un po’ tutti i detenuti lo fanno : ricordo, in una delle celle di isolamento in cui fui gettato a Udine, nella famigerata prima sezione – quella infestata dalle blatte , per intenderci  ( https://lanterna88.blogspot.com/2022/12/guantanamo-udine-italia.html )  - di aver visto un grafico di questo tipo scritto con grafia incerta su una parete, con le classiche sbarrette per il tempo già passato e accompagnato da strani disegni psichedelici, segno evidente che l’ autore del grafico era un tossicodipendente. Ma per sopravvivere al carcere io avevo la forza che mi derivava  da molti fattori personali : ero avvocato e avevo una idea del decorso della situazione e i termini giuridici per riconquistare la libertà rubatami ed ero abbastanza spregiudicato da usarli tutti, senza riguardo alcuno per toghe o secondini ;  conoscevo in anticipo gli orrori delle galere, avendo pubblicato come editore molte memorie carcerarie , anche di miei assistiti ( Qui l’ elenco :  https://lanterna88.blogspot.com/search/label/Arcipelago%20Gulag  ) perchè ho sempre avuto rispetto ed empatia verso le persone carcerate ;  inoltre la mia militanza politica giovanile, quando chi militava a destra sapeva benissimo che il regime poteva gettarti innocente in carcere da un giorno all’ altro,  mi forniva una corazza e una capacità di adattarmi alla situazione che mi tornò molto utile in quella circostanza, tanto più che il sesto senso fin da ragazzo mi aveva fatto intuire che prima o poi lo stato democratico - che ho sempre odiato,  ricambiato  - lì mi avrebbe gettato. 

Le mie radici culturali sono nutrite  dalla  figura esemplare  di Corneliu Zelea Codreanu e nella fascinazione esercitata dal pallido delinquente di Federico Nietsche, contrapposta a quella  loffia  del grasso e vile borghese , che nella mia vita  mi sorprendo di aver visto spesso incarnata  nei miei avversari più accaniti. Cosicchè , se  chi mi ha deportato in carcere pensava così di spezzarmi, ha fatto uno sbaglio grossolano :   vittima di una aggressione politica  togata a mano armata, non avevo e non ho  proprio nulla di cui vergognarmi e non ho mai abbassato la testa e lo sguardo davanti a nessuno. Neanche davanti ai giudici che in qualche modo hanno spinto per gettarmi in carcere e che poi ho rivisto una volta uscitone:  pavoni drogati, inebriati dei propri drappeggi di potere. 

 


Lo stato mi ha rubato 4 anni di vita,   ma quello che non gli concedo è l’ altro furto , avvenuto callidamente  un anno fa e senza che fosse previsto da alcuna legge : il furto  del mio lavoro. Uno stato ladro, che ha usato mezzi criminali e corruzione , ben oltre i termini delle già illecite condanne, per eliminarmi dalla scena professionale : la partita quindi non sarà  chiusa quando fra un paio di mesi le grinfie della repubblica italiana dovranno allontanarsi da me dopo avermi dilaniato per oltre tre anni . Non sarà chiusa finchè lo Stato non mi avrà restituito tutto quello che mi ha rubato : la libertà e il lavoro. Dopo oltre tre anni, tutto deve ritornare come era esattamene fino al giorno 15 luglio 2022, prima della mia deportazione illegale.  I loro compari dell’ ente ordinistico vogliono ancora  la guerra ? La avranno. Io non ho niente da perdere, perché il lavoro me lo hanno già rubato, con abilità truffaldina e  zingaresca.

Ricordate il post ( https://monitore1980.blogspot.com/2025/07/parola-d-onore.html   ) dove si parlava della lettera con cui chiedevo chiarimenti all’ ente ordinistico sul fatto che lo stesso sarebbe stato  intenzionato a re-iscrivermi alla fine della sanzione penale  ? La richiesta di chiarimento era resa necessaria dalla circostanza per la quale l’ ente ordinistico aveva sempre mentito sulle proprie intenzioni , per cercare di non far trapelare – come se non lo avessi ben capito .. - che non ha  intenzione di reiscrivermi MAI , perché queste erano le direttive ricevute. Ovviamente, andavano nascoste, perché  avevo ed ho il  diritto consacrato di  poter riprendere la mia  professione, come chi legge il Monitore sa benissimo.  La volontà di violare la legge andava ben nascosta, ed era per le toghe essenziale ingaggiare un lungo braccio di ferro con me al fine di logorarmi e farmi  desistere . Questa la tattica, frutto  della direzione dell’ ente ordinistico di questi due anni.  Andavano esposti nel loro agire  sotterraneo, e andavano messi in mora e costretti a pronunciarsi chiaramente. Orbene, dopo una lunga pausa di profonda riflessione, dopo aver ben ponzato la risposta da dare, gli Illustri si sono riuniti in seduta plenaria ( ogni seduta, un pingue gettone. Lo pagano gli sponsors di questa illustre accolita, e sono tanto, tanto generosi. Vogliamo forse farci mancare le sedute ? ) . 

Ecco la togata,  illuminata ed ordinistica   risposta : “ Il consiglio dell’ ordine degli avvocati, nella seduta plenaria del 15 luglio, 2025, sulla istanza di chiarimenti avanzata dall’ avvocato Edoardo Longo , delibera di non rispondere”. Nascosti dietro le toghe, i miei complimenti. Ancora una volta decidono di non decidere...  non deludono mai i loro detrattori.   Come diceva il Manzoni : “ Il coraggio chi non ce l’ ha non se lo può dare". La parola adesso passa alla  Corte di Cassazione, ma è anche scoccato il momento della  giustizia veneta.

Avv. Edoardo Longo

longolegal@libero.it