RELAZIONE SUL COLLOQUIO AVVENUTO IN DATA 29 GENNAIO 2025
FRA L’ AVVOCATO EDOARDO LONGO
E LA DOT.TSSA XY DI
UEPE DI UDINE.
§
Brevissima premessa introduttiva
1)
Il sottoscritto avvocato Edoardo Longo di
Pordenone è stato deportato in carcere il giorno 16 luglio 2022 per esecuzione
di condanne penali definitive. Il sottoscritto era innocente sia dal punto di
vista formale che da quello sostanziale e le condanne stesse, anche in una
ottica colpevolista erano state comminate in modo abnorme calcolando in maniera
da superare, sia pure di pochi giorni, il tetto dei 4 anni di talchè il
sottoscritto fosse assolutamente incarcerato. Non è argomento di questa
relazione e pertanto non ci si dilunga sul punto in questa sede, limitandosi a
sottolineare come la Cassazione sancisca il diritto di ogni condannato di
dichiararsi innocente senza che tale dichiarazione possa essergli ritorta
contro dalla magistratura di sorveglianza penale, come ebbe anche a
sottolineare la magistratura di sorveglianza di Padova all’ atto di scarcerare
il sottoscritto l’ 1 marzo 2023
concedendo la misura alternativa
alla detenzione dell’ “ affidamento in prova”.
2)
Il sottoscritto trovasi da tal data in “
misura” e per la buona condotta tenuta ha già fruito di un primo sconto di pena
di giorni 135.
3)
In data 29 dicembre 2022 , mentre si
trovava ancora in carcere sia pure per poche settimane ancora, il sottoscritto
veniva cancellato dall’ albo degli avvocati in quanto detenuto sia pure con la
espressa statuizione – conforme alla legge – di essere reiscritto una volta
tornato in libertà.
4)
Per avendo diritto alla reiscrizione all’
albo dal 1.3.2023 ( data di scarcerazione ) al sottoscritto l’ attuale
presidente dell’ ordine forense di Pordenone nega il diritto alla reiscrizione
violando legge e pregressa statuizione del 29.12.2022, circostanza che ha già
cagionato diverse impugnazioni ai rigetti illegittimi del COA e due esposti
disciplinari verso l’ attuale presidente, nonché (…) .
5) La particolare situazione di illegalità patita dal sottoscritto a causa del COA di Pordenone ebbe a motivare nel gennaio scorso l’ organismo denominato “ Autorità Dogale” con sede ufficiale in Venezia nel decidere varie iniziative politiche di sostegno, in particolare svolgimento di volantinaggi avanti al tribunale di Pordenone dove è alloggiato l’ organismo forense responsabile dei citati illeciti. Veniamo adesso ai fati oggetto di questa dettagliata descrizione.
Il colloquio del 29 gennaio 2025.
[ Volantinaggio di Autorità Dogale avanti al tribunale di Pordenone ]
6)
In data 28 gennaio ad ore 13 circa il
sottoscritto riceveva sulla sua casella di posta elettronica una mail
proveniente dalla dott.ssa XY, dell’ ufficio UEPE di Udine ,
titolare della “ pratica” di affidamento del sottoscritto. Tale mail in due
righe convocava “ d’ urgenza” il sottoscritto per un colloquio da tenersi per
il giorno successivo presso UEPE di Udine ad ore 13.30. Non veniva spiegata la ragione di detta convocazione
indefettibile. Generalmente gli incontri con UEPE sono avvenuti sempre mediante
telefono e fissazione concordata di
data. Va precisato che il sottoscritto non abita a Udine, ma a Codroipo ( circa
a 30 km da questa città) e ha il centro dei suoi interessi professionali in
Pordenone , a circa 60 km da Udine. Inoltre il
sottoscritto per ragioni di età e di vista viaggia abitualmente in treno
e non in auto : questo per spiegare l’ intuibile disagio che una convocazione
così “ a sorpresa” ed
imperativa cagionava a chi scrive. Senza parlare della preoccupazione che
poteva ingenerare e che era, poi si vedrà, il reale obiettivo di questa anomala
preoccupazione . Solo la perfetta coscienza di non avere nulla da rimproverarmi
ha impedito che non cadessi in un ovvio stato di ansia.
7)
Mi sono recato così a Udine. Pochi minuti
prima del colloquio, mentre mi trovavo
in sala d’ aspetto UEPE, ricevevo una mail da parte del COA . va
ricordato che mesi prima , l’ 8 novembre 2024, io avevo svolto una nuova
domanda di reiscrizione motivandola sul fatto della mia intervenuta buona
condotta nel corso della esecuzione della pena ( oltre che per il pacifico mio
diritto giuridico alla reiscrizione già esposto) ed avevo allegato il decreto
di liberazione anticipata di 135 giorni, le relazioni positive del carcere di
Padova, dei carabinieri e i pareri
favorevoli al sottoscritto di PG e UEPE stessa. Nella mail che ricevevo pochi
minuti prima del colloquio mi si anticipava il rigetto della mia domanda di
reiscrizione sulla base dei soliti motivi speciosi addotti l’ anno prima e
sostenendo che io sarei stato “ colpevole” dei volantinaggi che il gruppo
Autorità Dogale stava eseguendo avanti al Tribunale di Pordenone. Oltre ad
altre illazioni offensive nei miei confronti, fra cui una sorta di “ indegnità
morale” in quanto a loro dire io non avrei maturato un giudizio di revisione critica dei fatti
oggetto delle mie condanne. Quest’ ultima affermazione, gratuita ed
illegittima, mi destò qualche sospetto , perché estranea alla domanda di
reiscrizione in modo assoluto. Per tutte queste affermazioni sto per sporgere
denuncia querela. Nel mentre leggevo detta delibera illegale, venni chiamato
per il colloquio con la dott.sa XY. Io sono perfettamente convinto che non si
sia trattato di una coincidenza, ma che il COA fosse a conoscenza del mio
colloquio e abbia voluto trasmettermi detta delibera appositamente in quel
momento per farmi cadere in prostrazione. Quanto appresso esporrò dare contezza
del fondamento della mia convinzione.
8)
Entrato nell’ ufficio della dott.ssa XY,
ho notato sulla sua scrivania un corposo carteggio dove campeggiava il logo del
COA di Pordenone. Lo feci notare ed ebbi una prima risposta aggressiva : “ Ah,
lo conosce, eh ?” mi fu replicato con tono aggressivo e vagamente minaccioso ed
insultante.
9) Subito dopo la dott.ssa XY, con tono
alterato e a voce alta, mi ha
sottolineato che io mi trovo in “ misura di affidamento “ e che quanto
contenuto nel carteggio in oggetto poteva incidere pesantemente sulla misura,
anche fino alla revoca. Chiesi di poter leggere il carteggio, ma mi fu
risposto sgarbatamente di no e il carteggio venne allontanato con palese
disprezzo nei miei confronti dal lato della scrivania dal quale avrei potuto
leggerlo ed anche sfogliarlo.
10)
Mi vennero fatte delle contestazioni ,
ritenute gravi , che venivano mosse nei
miei confronti dal COA e precisamente : di scrivere al Ministro della Giustizia
( !) per i comportamenti del COA, di scrivere egualmente al Consiglio Nazionale
Forense ( !!) , di aver dato la stura ad un articolo de Il gazzettino
di quei giorni in cui si criticava il medesimo ente, di aver preso parte e/o
organizzato i volantinaggi al tribunale di Pordenone. Nel contestarmi questi “ crimini”,
dott.ssa XY leggeva estratti un volantino ( evidentemente allegato nel
carteggio) e dell’ articolo “ incriminato”. Il tono della lettura era
aggressivo, esaltato e minaccioso.
11)
Infatti, mi ebbe a dire che quello era un
“ avvertimento” e che successivamente
si sarebbero presi provvedimenti nei miei confronti.
12)
Contestai questi addebiti che
neanche riguardavano il sottoscritto ma solo la libera attività politica di Autorità
Dogale precisando che non avevo certo io operato per la pubblicazione
dell’ articolo di giornale, che – anzi – mi vedeva contrario, tanto più che il giornalista aveva raccolto
anche una versione falsa dei fatti fornita dallo stesso COA e che il
giornalista stesso dichiarava che la sua fonte non ero certo io, ma Autorità
Dogale . Circa i volantini precisavo che l’ iniziativa era opera di Autorità
Dogale che aveva deciso in assoluta autonomia detta iniziativa a cui io non
avevo preso parte ed, anzi, ne venivo informato solo successivamente e solo
dopo venivo a conoscere del contenuto dei volantini ( che peraltro erano
assolutamente veridici e con tono espressivo adeguato). Precisavo che io
neanche ero iscritto a detto organismo e che durante la mia detenzione molti
gruppi politici dell’ indipendentismo veneto aveva organizzato manifestazioni
in mia solidarietà, e nessuno aveva mai pensato di effettuare per essi
ritorsioni nei miei confronti.
13)
Il punto era dunque questo : dott.ssa XY , dopo avermi richiamato più volte il concetto di “ avvertimento “ di
quello sgradevole colloquio, mi disse senza tanti giri di parole che avrei
dovuto far smettere i volantinaggi ( per inciso, mentre subivo queste minacce e
ricatti era in atto un volantinaggio di questi avanti al tribunale di
Pordenone) , altrimenti sarebbero stati presi provvedimenti nei miei confronti,
che pure ero estraneo a dette iniziative e non vi avevo preso neanche parte.
14)
Replicavo in questi termini : “ Io sono
estraneo ai volantinaggi. Io posso
rispondere di quello che faccio, non certo delle azioni compiute da terze
persone. Ella inoltre mi chiede, sotto minaccia di modificare in peggio la mia misura
di affidamento in atto , di imporre a persone terze di smettere in una
iniziativa pacifica di espressione politica di libertà democratica di
comunicazione del pensiero. Non credo si possa imporre a delle persone la
rinuncia a diritti democratici, sotto minaccia che ad altra persona verrebbe
fatto del male in caso di mancata loro desistenza. Ritengo che se mi facessi
portavoce di questa richiesta, che ripugna alla mia coscienza, finirei con il
rendere più pesante il contrasto politico. Lei mi sta chiedendo di impegnarmi
ad impedire ad altri di esprimersi nelle modalità politiche previste in un
ordinamento democratico”. Se lei ha da
obiettare qualcosa ad Autorità Dogale, non convochi me, ma convochi loro e
glielo dica”.
15)
Il colloquio sgradevolissimo e minaccioso,
ebbe così a terminare. Ammetto di essere rimasto molto agitato per le minacce
pesanti ricevute . Sono stato poi male e in stato ansioso per almeno altri due
giorni. Subito dopo il colloquio in oggetto, appena uscito, ho chiamato al
telefono il responsabile di Autorità Dogale e gli ho esposto per filo e per
segno il colloquio stesso. Gli ho anche detto che non temevo le minacce
ricevute e che non mi facevo portavoce di una iniziativa che andava contro la
mia coscienza e volta a limitare i diritti democratici delle persone.
Continuassero pure a volantinare. Ricordo che i volantinaggi continuarono anche
la settimana dopo per essere poi sospesi come era già stato programmato da
tempo da Autorità Dogale.
16) Ho chiesto più volte copia del carteggio del COA che mi è stato contestato per agire nei confronti di questi che non hanno titolo per decidere sulla mia sorte professionale futura, in quanto palesemente ostili e artefici in tutta evidenza di tentativi per farmi revocare la misura di affidamento e rispedirmi in carcere. Come da documentazione che allego mi è sempre stato negato in modo pretestuoso il diritto di avere copia di questi atti per i quali ho subito quanto sopra. Mi riservo ogni tutela legale. Addirittura in data odierna ho appreso che detta dirigente UEPE manco ha ritirato la raccomandata con la quale da oltre un mese chiedo garbatamente copia degli atti con cui sono stato aggredito nel colloquio in oggetto.
Pordenone,
14.3.2025.
Avvocato Edoardo Longo