Quello che vedete sopra è il grafico che ho disegnato su un foglio di carta quando fui deportato nel carcere-fogna di Udine, nel luglio 2022. Rappresenta la lunghezza della mia condanna : i 4 rettangoli neri rappresentano gli anni di carcere sparatimi alla nuca da uno Stato criminale, il rettangolino piccolo il mese oltre i 4 anni, calibrato apposta, come scrisse poi anche il Giudice di Sorveglianza di Padova, per mandarmi in galera. Un po’ alla volta ho colorato di “ nero” i tempi che si snodavano e passavano : ora resta solo una fessurina bianca, pari agli ultimi due mesi circa di condanna inflittami. Condanna ingiusta, sia per la folle misura per un reato di lesa maestà giudiziaria, sia perché ero anche innocente come già scrissi alla Corte di Giustizia Veneta dalla mia lugubre cella nel’ ottobre del 22( https://lanterna88.blogspot.com/2022/10/appunti-per-la-corte-di-giustizia-veneta.html ) e come riporta la sentenza della CGV ( cfr “ Quando il leone ruggirà” : https://www.lulu.com/it/shop/corte-di-giustizia-veneta/quando-il-leone-ruggira/paperback/product-459eg72.html?page=1&pageSize=4 ) , condanna feroce che avrebbe atterrato chiunque che venisse vomitato in galera a 64 anni e incensurato. In fondo , nel carcere di Udine era pure una delle pene più alte, se si escludono due ergastolani per omicidio e uno spacciatore di droga con sette anni di condanna : rapinatori, ladri matricolati, truffatori, aggressori, accoltellatori, scassinatori, spacciatori di droga : tutti con condanne ben minori della mia : ma loro non avevano compiuto il crimine dei crimini, non avevano offeso una sacra toga, uno scalcinato giudice della repubblica italiana. La magistratura è anche questo , cioè l’ ultimo livello della criminalità. Non era facile avere la forza di scrivere su un foglietto la visualizzazione grafica della condanna nella mia situazione, anche se un po’ tutti i detenuti lo fanno : ricordo, in una delle celle di isolamento in cui fui gettato a Udine, nella famigerata prima sezione – quella infestata dalle blatte , per intenderci ( https://lanterna88.blogspot.com/2022/12/guantanamo-udine-italia.html ) - di aver visto un grafico di questo tipo scritto con grafia incerta su una parete, con le classiche sbarrette per il tempo già passato e accompagnato da strani disegni psichedelici, segno evidente che l’ autore del grafico era un tossicodipendente. Ma per sopravvivere al carcere io avevo la forza che mi derivava da molti fattori personali : ero avvocato e avevo una idea del decorso della situazione e i termini giuridici per riconquistare la libertà rubatami ed ero abbastanza spregiudicato da usarli tutti, senza riguardo alcuno per toghe o secondini ; conoscevo in anticipo gli orrori delle galere, avendo pubblicato come editore molte memorie carcerarie , anche di miei assistiti ( Qui l’ elenco : https://lanterna88.blogspot.com/search/label/Arcipelago%20Gulag ) perchè ho sempre avuto rispetto ed empatia verso le persone carcerate ; inoltre la mia militanza politica giovanile, quando chi militava a destra sapeva benissimo che il regime poteva gettarti innocente in carcere da un giorno all’ altro, mi forniva una corazza e una capacità di adattarmi alla situazione che mi tornò molto utile in quella circostanza, tanto più che il sesto senso fin da ragazzo mi aveva fatto intuire che prima o poi lo stato democratico - che ho sempre odiato, ricambiato - lì mi avrebbe gettato.
Le mie radici culturali sono nutrite dalla figura esemplare di Corneliu Zelea Codreanu e nella fascinazione esercitata dal pallido delinquente di Federico Nietsche, contrapposta a quella loffia del grasso e vile borghese , che nella mia vita mi sorprendo di aver visto spesso incarnata nei miei avversari più accaniti. Cosicchè , se chi mi ha deportato in carcere pensava così di spezzarmi, ha fatto uno sbaglio grossolano : vittima di una aggressione politica togata a mano armata, non avevo e non ho proprio nulla di cui vergognarmi e non ho mai abbassato la testa e lo sguardo davanti a nessuno. Neanche davanti ai giudici che in qualche modo hanno spinto per gettarmi in carcere e che poi ho rivisto una volta uscitone: pavoni drogati, inebriati dei propri drappeggi di potere.
Lo stato mi ha rubato 4
anni di vita, ma quello che non gli concedo è l’ altro furto
, avvenuto callidamente un anno fa e
senza che fosse previsto da alcuna legge : il furto del mio lavoro. Uno stato ladro, che
ha usato mezzi criminali e corruzione , ben oltre i termini delle già illecite
condanne, per eliminarmi dalla scena professionale : la partita quindi non sarà
chiusa quando fra un paio di mesi le grinfie
della repubblica italiana dovranno allontanarsi da me dopo avermi dilaniato per
oltre tre anni . Non sarà chiusa finchè lo Stato non mi avrà restituito tutto quello che mi ha rubato : la libertà e il lavoro. Dopo oltre tre anni, tutto deve ritornare come era esattamene fino al giorno 15 luglio 2022, prima della mia deportazione illegale. I loro compari dell’ ente
ordinistico vogliono ancora la
guerra ? La avranno. Io non ho niente da perdere, perché il lavoro me lo hanno
già rubato, con abilità truffaldina e zingaresca.
Ricordate il post ( https://monitore1980.blogspot.com/2025/07/parola-d-onore.html ) dove si parlava della lettera con cui chiedevo chiarimenti all’ ente ordinistico sul fatto che lo stesso sarebbe stato intenzionato a re-iscrivermi alla fine della sanzione penale ? La richiesta di chiarimento era resa necessaria dalla circostanza per la quale l’ ente ordinistico aveva sempre mentito sulle proprie intenzioni , per cercare di non far trapelare – come se non lo avessi ben capito .. - che non ha intenzione di reiscrivermi MAI , perché queste erano le direttive ricevute. Ovviamente, andavano nascoste, perché avevo ed ho il diritto consacrato di poter riprendere la mia professione, come chi legge il Monitore sa benissimo. La volontà di violare la legge andava ben nascosta, ed era per le toghe essenziale ingaggiare un lungo braccio di ferro con me al fine di logorarmi e farmi desistere . Questa la tattica, frutto della direzione dell’ ente ordinistico di questi due anni. Andavano esposti nel loro agire sotterraneo, e andavano messi in mora e costretti a pronunciarsi chiaramente. Orbene, dopo una lunga pausa di profonda riflessione, dopo aver ben ponzato la risposta da dare, gli Illustri si sono riuniti in seduta plenaria ( ogni seduta, un pingue gettone. Lo pagano gli sponsors di questa illustre accolita, e sono tanto, tanto generosi. Vogliamo forse farci mancare le sedute ? ) .
Ecco la togata, illuminata ed ordinistica risposta : “ Il consiglio dell’ ordine degli avvocati, nella seduta plenaria del 15 luglio, 2025, sulla istanza di chiarimenti avanzata dall’ avvocato Edoardo Longo , delibera di non rispondere”. Nascosti dietro le toghe, i miei complimenti. Ancora una volta decidono di non decidere... non deludono mai i loro detrattori. Come diceva il Manzoni : “ Il coraggio chi non ce l’ ha non se lo può dare". La parola adesso passa alla Corte di Cassazione, ma è anche scoccato il momento della giustizia veneta.
Avv. Edoardo Longo
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