lunedì 20 ottobre 2025

ATTACCO ALLA LIBERTA ' E ALLA DEMOCRAZIA

 


[ Ingresso del tribunale di Pordenone, uno dei più " blindati" delle  Venezie.
Che scheletri vengono nascosti al suo interno ? ]

RELAZIONE SUL COLLOQUIO AVVENUTO IN DATA 29 GENNAIO 2025

FRA L’ AVVOCATO EDOARDO LONGO

 E LA DOT.TSSA  XY  DI UEPE DI UDINE.

§

Brevissima premessa introduttiva

1)      Il sottoscritto avvocato Edoardo Longo di Pordenone è stato deportato in carcere il giorno 16 luglio 2022 per esecuzione di condanne penali definitive. Il sottoscritto era innocente sia dal punto di vista formale che da quello sostanziale e le condanne stesse, anche in una ottica colpevolista erano state comminate in modo abnorme calcolando in maniera da superare, sia pure di pochi giorni, il tetto dei 4 anni di talchè il sottoscritto fosse assolutamente incarcerato. Non è argomento di questa relazione e pertanto non ci si dilunga sul punto in questa sede, limitandosi a sottolineare come la Cassazione sancisca il diritto di ogni condannato di dichiararsi innocente senza che tale dichiarazione possa essergli ritorta contro dalla magistratura di sorveglianza penale, come ebbe anche a sottolineare la magistratura di sorveglianza di Padova all’ atto di scarcerare il sottoscritto l’ 1 marzo 2023  concedendo la  misura alternativa alla detenzione dell’ “ affidamento in prova”.

2)      Il sottoscritto trovasi da tal data in “ misura” e per la buona condotta tenuta ha già fruito di un primo sconto di pena di giorni 135.

3)      In data 29 dicembre 2022 , mentre si trovava ancora in carcere sia pure per poche settimane ancora, il sottoscritto veniva cancellato dall’ albo degli avvocati in quanto detenuto sia pure con la espressa statuizione – conforme alla legge – di essere reiscritto una volta tornato in libertà.

4)      Per avendo diritto alla reiscrizione all’ albo dal 1.3.2023 ( data di scarcerazione ) al sottoscritto l’ attuale presidente dell’ ordine forense di Pordenone nega il diritto alla reiscrizione violando legge e pregressa statuizione del 29.12.2022, circostanza che ha già cagionato diverse impugnazioni ai rigetti illegittimi del COA e due esposti disciplinari verso l’ attuale presidente, nonché  (…) .

5)      La particolare situazione di illegalità patita dal sottoscritto a causa del COA di Pordenone ebbe a motivare nel gennaio scorso l’ organismo denominato “ Autorità Dogale” con sede ufficiale in Venezia nel decidere varie iniziative politiche di sostegno, in particolare svolgimento di volantinaggi avanti al tribunale di Pordenone dove è alloggiato l’ organismo forense responsabile dei citati illeciti. Veniamo adesso ai fati oggetto di questa dettagliata descrizione.

Il colloquio del 29 gennaio 2025.


                   [ Volantinaggio di Autorità Dogale 
avanti al tribunale di Pordenone ]

 

6)      In data 28 gennaio ad ore 13 circa il sottoscritto riceveva sulla sua casella di posta elettronica una mail proveniente dalla dott.ssa XY, dell’ ufficio UEPE di Udine , titolare della “ pratica” di affidamento del sottoscritto. Tale mail  in  due righe convocava “ d’ urgenza” il sottoscritto per un colloquio da tenersi per il giorno successivo presso UEPE di Udine ad ore 13.30. Non veniva  spiegata la ragione di detta convocazione indefettibile. Generalmente gli incontri con UEPE sono avvenuti sempre mediante telefono e fissazione concordata  di data. Va precisato che il sottoscritto non abita a Udine, ma a Codroipo ( circa a 30 km da questa città) e ha il centro dei suoi interessi professionali in Pordenone , a circa 60 km da Udine. Inoltre il  sottoscritto per ragioni di età e di vista viaggia abitualmente in treno e non in auto : questo per spiegare l’ intuibile disagio che una convocazione così “ a sorpresa ed imperativa cagionava a chi scrive. Senza parlare della preoccupazione che poteva ingenerare e che era, poi si vedrà, il reale obiettivo di questa anomala preoccupazione . Solo la perfetta coscienza di non avere nulla da rimproverarmi ha impedito che non cadessi in un ovvio stato di ansia.

7)      Mi sono recato così a Udine. Pochi minuti prima del colloquio, mentre mi trovavo  in sala d’ aspetto UEPE, ricevevo una mail da parte del COA . va ricordato che mesi prima , l’ 8 novembre 2024, io avevo svolto una nuova domanda di reiscrizione motivandola sul fatto della mia intervenuta buona condotta nel corso della esecuzione della pena ( oltre che per il pacifico mio diritto giuridico alla reiscrizione già esposto) ed avevo allegato il decreto di liberazione anticipata di 135 giorni, le relazioni positive del carcere di Padova, dei carabinieri  e i pareri favorevoli al sottoscritto di PG e UEPE stessa. Nella mail che ricevevo pochi minuti prima del colloquio mi si anticipava il rigetto della mia domanda di reiscrizione sulla base dei soliti motivi speciosi addotti l’ anno prima e sostenendo che io sarei stato “ colpevole” dei volantinaggi che il gruppo Autorità Dogale stava eseguendo avanti al Tribunale di Pordenone. Oltre ad altre illazioni offensive nei miei confronti, fra cui una sorta di “ indegnità morale” in quanto a loro dire io non avrei maturato  un giudizio di revisione critica dei fatti oggetto delle mie condanne. Quest’ ultima affermazione, gratuita ed illegittima, mi destò qualche sospetto , perché estranea alla domanda di reiscrizione in modo assoluto. Per tutte queste affermazioni sto per sporgere denuncia querela. Nel mentre leggevo detta delibera illegale, venni chiamato per il colloquio con la dott.sa XY. Io sono perfettamente convinto che non si sia trattato di una coincidenza, ma che il COA fosse a conoscenza del mio colloquio e abbia voluto trasmettermi detta delibera appositamente in quel momento per farmi cadere in prostrazione. Quanto appresso esporrò dare contezza del fondamento della mia convinzione.

8)      Entrato nell’ ufficio della dott.ssa XY, ho notato sulla sua scrivania un corposo carteggio dove campeggiava il logo del COA di Pordenone. Lo feci notare ed ebbi una prima risposta aggressiva : “ Ah, lo conosce, eh ?” mi fu replicato con tono aggressivo e vagamente minaccioso ed insultante.






9)    Subito dopo la dott.ssa XY, con tono alterato e a voce alta,  mi ha sottolineato che io mi trovo in “ misura di affidamento “ e che quanto contenuto nel carteggio in oggetto poteva incidere pesantemente sulla misura, anche fino alla revoca. Chiesi di poter leggere il carteggio, ma mi fu risposto sgarbatamente di no e il carteggio venne allontanato con palese disprezzo nei miei confronti dal lato della scrivania dal quale avrei potuto leggerlo ed anche sfogliarlo.

10)  Mi vennero fatte delle contestazioni , ritenute gravi , che venivano  mosse nei miei confronti dal COA e precisamente : di scrivere al Ministro della Giustizia ( !) per i comportamenti del COA, di scrivere egualmente al Consiglio Nazionale Forense ( !!) , di aver dato la stura ad un articolo de Il gazzettino di quei giorni in cui si criticava il medesimo ente, di aver preso parte e/o organizzato i volantinaggi al tribunale di Pordenone. Nel contestarmi questi “ crimini”, dott.ssa XY leggeva estratti un volantino ( evidentemente allegato nel carteggio) e dell’ articolo “ incriminato”. Il tono della lettura era aggressivo, esaltato e minaccioso.

11)  Infatti, mi ebbe a dire che quello era un “ avvertimento” e che successivamente si sarebbero presi provvedimenti nei miei confronti.

12)  Contestai questi addebiti che neanche riguardavano il sottoscritto ma solo la libera attività politica di Autorità Dogale precisando che non avevo certo io operato per la pubblicazione dell’ articolo di giornale, che – anzi – mi vedeva contrario, tanto più che il giornalista aveva raccolto anche una versione falsa dei fatti fornita dallo stesso COA e che il giornalista stesso dichiarava che la sua fonte non ero certo io, ma Autorità Dogale . Circa i volantini precisavo che l’ iniziativa era opera di Autorità Dogale che aveva deciso in assoluta autonomia detta iniziativa a cui io non avevo preso parte ed, anzi, ne venivo informato solo successivamente e solo dopo venivo a conoscere del contenuto dei volantini ( che peraltro erano assolutamente veridici e con tono espressivo adeguato). Precisavo che io neanche ero iscritto a detto organismo e che durante la mia detenzione molti gruppi politici dell’ indipendentismo veneto aveva organizzato manifestazioni in mia solidarietà, e nessuno aveva mai pensato di effettuare per essi ritorsioni nei miei confronti.

13)  Il punto era dunque questo : dott.ssa XY , dopo avermi richiamato più volte il concetto di “ avvertimento “ di quello sgradevole colloquio, mi disse senza tanti giri di parole che avrei dovuto far smettere i volantinaggi ( per inciso, mentre subivo queste minacce e ricatti era in atto un volantinaggio di questi avanti al tribunale di Pordenone) , altrimenti sarebbero stati presi provvedimenti nei miei confronti, che pure ero estraneo a dette iniziative e non vi avevo preso neanche parte.

14)  Replicavo in questi termini : “ Io sono estraneo ai volantinaggi.  Io posso rispondere di quello che faccio, non certo delle azioni compiute da terze persone. Ella inoltre mi chiede, sotto minaccia di modificare in peggio la mia misura di affidamento in atto , di imporre a persone terze di smettere in una iniziativa pacifica di espressione politica di libertà democratica di comunicazione del pensiero. Non credo si possa imporre a delle persone la rinuncia a diritti democratici, sotto minaccia che ad altra persona verrebbe fatto del male in caso di mancata loro desistenza. Ritengo che se mi facessi portavoce di questa richiesta, che ripugna alla mia coscienza, finirei con il rendere più pesante il contrasto politico. Lei mi sta chiedendo di impegnarmi ad impedire ad altri di esprimersi nelle modalità politiche previste in un ordinamento democratico”. Se lei ha  da obiettare qualcosa ad Autorità Dogale, non convochi me, ma convochi loro e glielo dica”.

15)  Il colloquio sgradevolissimo e minaccioso, ebbe così a terminare. Ammetto di essere rimasto molto agitato per le minacce pesanti ricevute . Sono stato poi male e in stato ansioso per almeno altri due giorni. Subito dopo il colloquio in oggetto, appena uscito, ho chiamato al telefono il responsabile di Autorità Dogale e gli ho esposto per filo e per segno il colloquio stesso. Gli ho anche detto che non temevo le minacce ricevute e che non mi facevo portavoce di una iniziativa che andava contro la mia coscienza e volta a limitare i diritti democratici delle persone. Continuassero pure a volantinare. Ricordo che i volantinaggi continuarono anche la settimana dopo per essere poi sospesi come era già stato programmato da tempo da Autorità Dogale.

16)  Ho chiesto più volte copia del carteggio del COA che mi è stato contestato per agire nei confronti di questi che non hanno titolo per decidere sulla mia sorte professionale futura, in quanto palesemente ostili e artefici in tutta evidenza di tentativi per farmi revocare la misura di affidamento e rispedirmi in carcere. Come da documentazione che allego mi è sempre stato negato in modo pretestuoso il diritto di avere copia di questi atti per i quali ho subito quanto sopra. Mi riservo ogni tutela legale. Addirittura in data odierna ho appreso che detta dirigente UEPE manco ha ritirato la raccomandata con la quale da oltre un mese chiedo garbatamente copia degli atti con cui sono stato aggredito nel colloquio in oggetto.

Pordenone, 14.3.2025.

Avvocato Edoardo Longo

 

 


[  Uno dei volantini trasmessi dall' ente ordinistico all' Ufficio Penale per tentare le minacce all' avvocato Longo. Si noti il  timbro di protocollo degli " ordinistici")

 

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