DOTT.SSA XY
UFFICIO
ESECUZIONE PENALE ESTERNA
Viale
Trento, 67 – UDINE
DOTT. CARLO NORDIO
Ministro
della giustizia – via Arenula, 70 – 00186 ROMA
SECONDO
SOLLECITO A
RICHIESTA
DI RILASCIO
DI
COPIE DI ATTI
Il sottoscritto avv.
Edoardo Longo, sottoposto alla misura in oggetto,
ESPONE
:
1) In
data 19 febbraio us inoltrava motivata richiesta di copie di documenti inerenti
la mia posizione in oggetto, ma detta istanza rimaneva da Ella assolutamente
senza riscontro alcuno.
2) Dato
il tempo decorso, mi trovo a dover sollecitare il rilascio di detta
documentazione. La mancanza del rilascio di detta documentazione mi danneggia
seriamente nel mio diritto al lavoro che si esplica attraverso la reiscrizione all’ albo
professionale forense che, come ho più volte sottolineato, mi è dovuta per
legge e in virtù dello stesso decreto COA del 29.12.2022 che ribadiva il mio
pieno diritto alla reiscrizione una volta rimesso in libertà e quindi già dal
1.3.2.023 (!!!), oltre due anni fa.
3) Come
già anticipatoLe, replico alla Sua missiva senza data ma trasmessa qualche
settimana fa con la quale mi negava l’ accesso agli atti presenti nel mio
fascicolo acceso presso il Suo ufficio e oggetto di contestazione pesante nei
miei riguardi ( peraltro per attività lecite di diritti civili posti in essere
da una organizzazione politica e a me
non addebitabili),
4) Ella
persiste in un diniego che ha i contrassegni della illegittimità asserendo che
dovrei richiedere dette copie ai “ soggetti terzi che li
hanno prodotti”. Le sottolineo con molto garbo sia la illogicità
che la illegittimità di detta pretestuoso motivazione :
a)
il giudice di sorveglianza , già investito da
due mesi di detta mia richiesta, ha replicato di non avere detti atti nel fascicolo SIUS a cui mi ha
dato accesso e di rivolgermi per la
richiesta “ presso l’ ente che li ha nelle
sue disponibilità”. Detto ente è UEPE perché
è presso di lei che li ho visti ed è lei che ne ha estratto dei fogli (
volantini diffusi da associazione veneta e articolo de Il Gazzettino o de il
Messaggero Veneto) per svolgermi contestazioni ed altro sotto comminatoria di “ conseguenze”
sul mio status di affidato in prova, benchè né il volantinaggio, né l’ articolo
di giornale mi vedesse in alcun modo coinvolto ). Non intendo entrare nel
merito dello sgradevolissimo colloquio in oggetto, perchè su di esso mi
intratterrò separatamente : ribadisco che è Ella che mi deve rilasciare copia
di detti documenti .
b)
La produzione di un documento
non è un argomento giuridicamente e logicamente spendibile per negarne l’
accesso al sottoscritto : la produzione di detti atti diffamatori e/o
minatori è stata effettuata dal COA di
Pordenone, ma al fine di trasmetterli al suo ufficio, pertanto gli originali di
detti atti non sono quelli eventualmente tenuti in copia al COA ma esattamente
quelli trasmessi ad Ella [ Come del resto
espressamente disposto dal giudice : vedi punto a
della presente istanza – NDR ] di
cui alle contestazioni effettuatemi ingiustamente e con modalità e toni
assolutamente non accettabili da nessuno : l’ originale di detti atti è per
logica fattuale esattamente quello in Suo possesso presso gli uffici UEPE.
c)
La circostanza che detti atti siano
stati oggetti di pesanti e sgradevoli contestazioni al sottoscritto rende evidente che il sottoscritto ha il diritto
assoluto di averne copia per esercitare il proprio diritto alla
difesa nell’ ambito stesso della misura di “ affidamento in prova”
per la quale sono stato minacciato di “ricadute e revoche ”. Ella
avrebbe anche dovuto farmeli leggere personalmente per consentirmi un adeguata
e corretta replica già nella sede della frettolosa convocazione che mi
ha imposto. Non esiste da nessuna parte in uno stato di diritto che si possa
negare l’ accesso agli atti oggetto di una contestazione sgradevolissima che
può andare a colpire, come da Ella stessa dichiarato, lo status libertatis
di un cittadino di uno stato democratico. Non si può contestare alcunchè ad
una persona, in ambito giudiziario, senza consentirgli di accedere agli atti
che sono oggetto di accuse potenzialmente lesive del suo diritto e del suo status libertatis. Non
ritengo che Ella possa giuridicamente sostenere in alcun modo il suo diniego di
rilascio di detti atti, perché francamente illegittimo e che vedo frapporre per
la prima volta in 41 anni che ho frequentato i tribunali come
avvocato e come giudice onorario . Il fatto di essere in affidamento in
prova non significa che io abbia perso i diritti civili e giuridici di
tutti i cittadini della repubblica, condannati compresi. E qui solo
accenno, per inciso, alla illegittimità delle mie condanne essendo da dette
accuse innocente come risultava già per tabulas. Hi sopportato in
silenzio detta malagiustizia , ingurgitando le relative condanne con
pazienza come Socrate, ma esse non di meno non cessano di essere ingiuste ed
illegittime. Questo solo per esplicarLe che il limite della mia sopportazione
delle ingiustizie è stato raggiunto e non è mia intenzione accettare altre
forme di illegittimità , riservandomi – come sempre ho fatto in 67 anni di vita
- la tutela nell’ ambito della legalità e dei diritti che lo stato mi consente.
Non intendo pertanto recedere né dalla volontà di riavere il mio lavoro, né –
nello specifico di questa istanza – di avere copie dei documenti trasmessi a
mio danno al Suo ufficio e da Ella detenuti .
d) Soggiungo che Ella così mi nega tutela in ambito della misura in oggetto e mi impedisce il mio diritto costituzionale alla difesa attraverso la lettura di atti d’accusa ( che ritengo diffamatori e minatori) e nega tutela anche al mio diritto al lavoro, atteso che tali atti dimostrano la non legittimità e terzietà del consiglio dell’ ordine degli avvocati di Pordenone che già mi nega illegittimamente di riaccedere alla mia professione : mi lascia nelle mani un organismo in stato di evidente ricusabilità e mi frappone ostacoli in tal modo alla ripresa del mio lavoro, circostanza che collide gravemente con i doveri di un ufficio di sorveglianza che questa ripresa lavorativa dovrebbe invece sostenere e favorire. Aggiungo, ed Ella lo sa benissimo, che la magistratura di Sorveglianza di Venezia – Padova mi ha restituito alla libertà ancora nel marzo 2023 proprio perché disponevo della MIA attività lavorativa e autorizzandomi pienamente ad essa. Ogni ostacolo frapposto in tal senso è chiaramente illegittimo.
In conclusione :
Insisto
nella richiesta di copie di cui alla istanza del 19.2.2025 da rilasciarsi nel
temine massimo di giorni 15 dal ricevimento della presente.
In
difetto, sarò costretto a provvedere alla tutela legale del mio diritto.
La
presente viene trasmessa all ‘ Ecc.mo Sig. Ministro per quanto di sua
competenza.
Con
osservanza.
Pordenone, 9.4.2025.
Avv. Edoardo Longo
Incredibile il mancato riscontro. Davvero inaccettabile.
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