sabato 12 ottobre 2024

LIBERTA' E LAVORO ? POSSONO ASPETTARE

 


Solidarietà del popolo veneto
ad una vittima della repressione politica
della " democrazia" italiana 

Ricordate il post ( " sulle rive del Noncello" : https://monitore1980.blogspot.com/2024/09/sulle-rive-del-noncello.html  )che dava notizia che, dopo una snervante attesa per guadagnare tempo e infliggere più danno all’ avvocato Longo, informava come la cricca forense del Noncello  avesse rigettato la richiesta di quest’ ultimo di essere come per legge ripristinato nel proprio lavoro esercitato per la bellezza di 41 anni   ?

Ok, vi aggiorniamo sulla interminabile e tormentosa vicenda. Come direbbe il Vangelo, “ ogni giorno ha la sua pena” . Queste cose avvengono solo in Italia. Premesso che la decisione non può ritenersi definitiva perché l’ avvocato Longo darà battaglia giorno per giorno senza perdonare nulla a questa cricca, finchè non gli verrà restituito il lavoro rubato, va detto che la decisione delle toghe  non è priva di conseguenze giuridiche in ordine allo status libertatis , oltre che per i  gravi disagi economici che sta infliggendo illegalmente  al professionista  e alla sua famiglia.

Già conoscono i lettori il rischio concreto per il professionista di essere rigettato in galera ( “ col lavoro esci dal carcere, se lo perdi, ci ritorni”, questo dice la legge : https://monitore1980.blogspot.com/2024/07/ancora-rischio-carcere-per-l-avvocato.html   ) , ma c’è dell’ altro. Dopo la esecuzione a sangue freddo alla schiena effettuata dall’ ordine forense, le redini del futuro dell’ avvocato Longo ritornano così nelle mani della famigerata magistratura del FVG. Quando poteva lavorare, l’ avvocato aveva libertà di movimento. Ora che non ha più il lavoro perché scippatogli dai grassatori in toga , praticamente è confinato. L’ avvocato Longo è persona operosa e non intende restare con le mani in mano e intende applicarsi alla sua attività culturale a tempo pieno, fintantochè la cricca togata non sarà costretta dalla legge e dal diritto a restituirgli il lavoro che gli hanno rubato. A tale attività culturale è già stato autorizzato dalla Magistratura veneta in data 1.3.2023. Poiché però litterae non dant panem  e la gente ( soprattutto in Italia, Veneto compreso, duole dirlo …) legge poco e spesso piuttosto di comprare un libro preferisce amputarsi un testicolo, mica può l’ avvocato Longo rimanere inerte, chiuso nel suo recinto fra Udine e Pordenone, in attesa di trovare sbocchi librari per i suoi testi, magari in attesa che, permanendo lo stato di disoccupazione, la solita magistratura del FVG lo risbatta pure in galera…. Ha così chiesto un ampliamento della sua libertà di movimento, praticamente ripristinando quella che  aveva fino a marzo  quando poteva fare l’ avvocato penalista. Ecco un passaggio della sua istanza : 


“Il sottoscritto necessita pertanto, per esigenze elementari di vita e di lavoro di una più ampia libertà di movimento rispetto a quella attualmente concessagli ( province di Udine e Pordenone) in quanto deve spostarsi frequentemente per : ricerche bibliografiche per la elaborazione di propri scritti ; contatti con librerie per la presentazione ai librai di opere da porre in vendita ; contatti con associazioni e circoli culturali per proporre la presentazione di propri libri e di libri in materia di problemi carcerari e/o conferenze aventi per oggetto la propria pesante esperienza detentiva ( presso il carcere di Udine sono anche stato malmenato in cella da un detenuto ) ; contatti con le due associazione indipendentiste con le quali già quando ero in carcere avevo stipulato due contratti per lo svolgimento retribuito di attività stra-giudiziaria cui sono autorizzato dalla legge.  ( …) In particolare sottolineo  come le due associazioni citate ( cui a breve si aggiungerà una terza) abbiano sede ed iscritti soprattutto nelle città di Venezia, Treviso, Padova, per cui, di conseguenza, in considerazione di quanto esposto - la mia attuale situazione che si trascina a tempo indefinito solo a causa dell’ ordine forense -  il sottoscritto necessita che la autorizzazione a spostamenti venga allargata, oltre alle già concesse e citate province, anche per le province di : Treviso, Venezia, Padova, Trieste, Gorizia, Belluno” . 

E’ vero o no per la magistratura italiana che “Arbeit  macht frei”- pardon : che il lavoro rieduca e rende liberi” - ?  Per cui è giusto è doveroso che la libertà di movimento per il lavoro permanga , anche se cambia il lavoro, e non che venga revocata e chiuso in cortile un disoccupato di 66 anni che deve muoversi per cercare di guadagnare, posto  che il lavoro lo ha perso per colpa della mafia togata ( forense e giudiziaria, non nascondiamocelo ipocritamente  ) , non certo per colpa sua, dato che tutti conoscono la serietà e la dedizione dell’ avvocato Longo alla sua professione.

La domanda è stata inoltrata il 4 settembre, ma  a tutt’ oggi tutto tace, il che non depone a favore. Faccia pure la fame Longo  e la sua famiglia. Le toghe vanno rispettate e non assillate con queste querule istanze. Il lavoro e la libertà ( altrui ) possono aspettare. Dal 4 settembre ad oggi sono passati

                                                        TRENTOTTO   GIORNI

E  le stelle stanno a guardare.

Il Monitore

alfatrac88@proton.me 



1 commento:

  1. La vicenda giudiziaria dello stimato Avvocato Longo purtroppo ricorda quella vissuta alcuni decenni fa dai reggenti del Fronte Nazionale di Franco Freda, perché la ingiusta magistratura giudaico-massonica è sempre la stessa di allora.

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