Ricordate il post ( " sulle rive del Noncello" : https://monitore1980.blogspot.com/2024/09/sulle-rive-del-noncello.html )che dava notizia che, dopo una snervante
attesa per guadagnare tempo e infliggere più danno all’ avvocato Longo, informava
come la cricca forense del Noncello avesse rigettato la richiesta di quest’ ultimo
di essere come per legge ripristinato nel proprio lavoro esercitato per la bellezza
di 41 anni ?
Ok, vi aggiorniamo sulla
interminabile e tormentosa vicenda. Come direbbe il Vangelo, “ ogni giorno ha
la sua pena” . Queste cose avvengono solo in Italia. Premesso che la decisione
non può ritenersi definitiva perché l’ avvocato Longo darà battaglia giorno per giorno
senza perdonare nulla a questa cricca, finchè non gli verrà restituito
il lavoro rubato, va detto che la decisione delle toghe non è priva di conseguenze giuridiche in ordine allo status libertatis , oltre che per i gravi disagi economici che sta infliggendo illegalmente
al professionista e alla sua famiglia.
Già conoscono i lettori
il rischio concreto per il professionista di essere rigettato in galera ( “
col lavoro esci dal carcere, se lo perdi, ci ritorni”, questo dice la legge
: https://monitore1980.blogspot.com/2024/07/ancora-rischio-carcere-per-l-avvocato.html ) , ma c’è dell’ altro. Dopo la esecuzione
a sangue freddo alla schiena effettuata dall’ ordine forense, le redini del futuro
dell’ avvocato Longo ritornano così nelle mani della famigerata magistratura
del FVG. Quando poteva lavorare, l’ avvocato aveva libertà di movimento. Ora
che non ha più il lavoro perché scippatogli dai grassatori in toga , praticamente
è confinato. L’ avvocato Longo è persona operosa e non intende
restare con le mani in mano e intende applicarsi alla sua attività culturale a
tempo pieno, fintantochè la cricca togata non sarà costretta dalla legge e dal
diritto a restituirgli il lavoro che gli hanno rubato. A tale attività culturale
è già stato autorizzato dalla Magistratura veneta in data 1.3.2023. Poiché però
litterae non dant panem e la gente ( soprattutto in Italia, Veneto compreso,
duole dirlo …) legge poco e spesso piuttosto di comprare un libro preferisce
amputarsi un testicolo, mica può l’ avvocato Longo rimanere inerte, chiuso nel
suo recinto fra Udine e Pordenone, in attesa di trovare sbocchi librari per i
suoi testi, magari in attesa che, permanendo lo stato di disoccupazione, la solita
magistratura del FVG lo risbatta pure in galera…. Ha così chiesto
un ampliamento della sua libertà di movimento, praticamente ripristinando
quella che aveva fino a marzo quando poteva
fare l’ avvocato penalista. Ecco un passaggio della sua istanza :
“Il sottoscritto
necessita pertanto, per esigenze elementari di vita e di lavoro di una più
ampia libertà di movimento rispetto a quella attualmente concessagli ( province
di Udine e Pordenone) in quanto deve spostarsi frequentemente per : ricerche
bibliografiche per la elaborazione di propri scritti ; contatti con librerie
per la presentazione ai librai di opere da porre in vendita ; contatti con
associazioni e circoli culturali per proporre la presentazione di propri libri
e di libri in materia di problemi carcerari e/o conferenze aventi per oggetto
la propria pesante esperienza detentiva ( presso il carcere di Udine sono anche
stato malmenato in cella da un detenuto ) ; contatti con le due associazione
indipendentiste con le quali già quando ero in carcere avevo stipulato due
contratti per lo svolgimento retribuito di attività stra-giudiziaria cui sono
autorizzato dalla legge. ( …) In particolare sottolineo come le due associazioni citate ( cui a breve
si aggiungerà una terza) abbiano sede ed iscritti soprattutto nelle città di
Venezia, Treviso, Padova, per cui, di conseguenza, in considerazione di quanto
esposto - la mia attuale situazione che si trascina a tempo indefinito solo a
causa dell’ ordine forense - il
sottoscritto necessita che la autorizzazione a spostamenti venga allargata,
oltre alle già concesse e citate province, anche per le province di : Treviso,
Venezia, Padova, Trieste, Gorizia, Belluno” .
E’ vero o no per la magistratura
italiana che “Arbeit macht frei”- pardon
: che il lavoro rieduca e rende liberi” - ? Per cui è giusto è doveroso che la libertà di
movimento per il lavoro permanga , anche se cambia il lavoro, e non che venga
revocata e chiuso in cortile un disoccupato di 66 anni che deve muoversi per cercare
di guadagnare, posto che il lavoro lo ha
perso per colpa della mafia togata ( forense e giudiziaria, non
nascondiamocelo ipocritamente ) , non
certo per colpa sua, dato che tutti conoscono la serietà e la dedizione dell’
avvocato Longo alla sua professione.
La domanda è stata inoltrata il 4 settembre, ma a tutt’ oggi tutto tace, il che non depone a favore. Faccia pure la fame Longo e la sua famiglia. Le toghe vanno rispettate e non assillate con queste querule istanze. Il lavoro e la libertà ( altrui ) possono aspettare. Dal 4 settembre ad oggi sono passati
TRENTOTTO GIORNI
E le stelle
stanno a guardare.
Il Monitore
La vicenda giudiziaria dello stimato Avvocato Longo purtroppo ricorda quella vissuta alcuni decenni fa dai reggenti del Fronte Nazionale di Franco Freda, perché la ingiusta magistratura giudaico-massonica è sempre la stessa di allora.
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