Molti ci chiedono come
sia possibile che un organismo, che vuole così tanto apparire zelante in
termini di legalità, come il consiglio dell’ ordine degli avvocati di
Pordenone, possa rifiutarsi di decidere per circa QUATTRO MESI su una istanza di reiscrizione
obbligatoria all’ albo, cagionando danni enormi al professionista richiedente,
oltre che ai suoi assistiti, costretti a cambiare avvocato e dispersi. Senza
parlare poi di altri danni , fra cui il disprezzo assoluto della legalità che non vogliono applicare . Molti non si capacitano che
ciò possa succedere, all’ ombra dei tribunali ( sulla
legalità di questi ultimi, stendiamo per il momento un velo pietoso…). Eppure
succede nel caso del’ avvocato Edoardo Longo, 40 anni di professione, penalista
specializzato in procedimenti penali politici e di “ contrasto”. Crediamo
che più di tante parole, basti leggere il dispositivo che sotto riproduciamo e che impone la sua reiscrizione :
Fu pronunciato dal medesimo
consiglio forense, nel dicembre 2022 , quando il professionista era ancora in
carcere, sotto sequestro di persona effettuato dallo Stato con decreti di carcerazione
illegali e al fine di “ liberarsi” ( parole testualmente udite dalla
bocca di magistrati di Pordenone..) di lui . Il decreto è chiarissimo e non equivocabile
: dichiara che per legge il professionista , essendo in carcere, andava sì cancellato dall’ albo professionale, ma salvo essere
reiscritto una volta cessata la fase detentiva.
Ciò avvenne il successivo 1 marzo 2023 ( giorno del Capodanno Veneto), quando il tribunale di Venezia/Padova lo scarcerò espressamente autorizzandolo a svolgere la sua professione. Eppure, nonostante siano passati ben 18 mesi dalla fine dell’ impedimento detentivo e 4 mesi dalla istanza di reiscrizione svolta dal professionista, il COA di Pordenone – retto attualmente da Visentin Igor, politico forzaitaliota di Portogruaro, insediatosi sulla imbottita poltrona di capo degli avvocati delle rive del fiume Noncello al posto del precedente presidente - ora omette dolosamente di decidere sulla istanza di obbligatoria reiscrizione, dopo che il nuovo presidente ha declamato dappertutto che giammai avrebbe reiscritto il professionista. Neanche ha l’ ardire di rigettare l’ istanza che pur va accolta, ma propria nasconde la testa, come gli struzzi, fra le odorose pieghe delle toghe e ha deciso di non decidere, al fine di bloccare l’ impugnazione del legale all’ eventuale rigetto , impugnazione che sarebbe doverosamente accolta . Intanto passa il tempo e il professionista scomodo viene macellato giorno dopo giorno, per la gioia sadica di qualcuno.
Come se tutto ciò fosse legale. Come se fosse
legale l’ omissione di atti dovuti d’ ufficio. Come se fosse legale togliere il
lavoro a tempo infinito a un lavoratore che ne ha diritto, sancito da un
decreto definitivo. Come se fosse lecito danneggiare le associazioni
indipendentiste costringendole a cambiare avvocato e ha rinunciare, così, a difese
penali politiche troppo scomode per le toghe italiche. Come se fosse legale violare pure la legge che impone la “ reiscrizione immediata” in casi
del genere. Immediata ? Sono passati già 18 mesi dalla scarcerazione del
professionista. Come se fosse lecito, in buona sostanza, violare tutte le
leggi possibili immaginabili . Forse perché ciò giova a chi non gradisce difese
penali scomode a tutela di organizzazioni politiche anti-sistema ? E da dove deriva
tanta arroganza da sentirsi esentati dal
rispetto della legalità e impuniti ?
Terremo informati i
cittadini che invitiamo a sostenere l’
avvocato Edoardo Longo inviandogli lettere di solidarietà e vicinanza. Poche righe scritte col cuore sono sufficienti, ma hanno una forza grandiosa. La forza del Popolo è invincibile. Ogni
lettera è una goccia d’ acqua che andrà a formare un fiume tumultuoso che spazzerà inevitabilmente
l’ arroganza del potere .
Il Monitore
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