Visualizzazione post con etichetta Osservatorio deportazione. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Osservatorio deportazione. Mostra tutti i post

mercoledì 16 luglio 2025

DEPORTAZIONE



Oggi 16 luglio, ricorre il terzo anniversario della mia deportazione illegale in carcere. Poiché io ero innocente e tale operazione a regia era l’ ultimo tassello di una aggressione illegale che una certa magistratura corrotta  portava avanti contro di me da anni, non ho motivo di nascondere questa inaudita violenza di Stato come invece vorrebbe l’ Ufficio Penale di Udine che copre i responsabili di tutto ciò. Per questa ragione voglio ricordare con un piccolo episodio, emblematico però, tale giornata e ho chiesto al Monitore che, eccezionalmente, lasci a me la parola. 

Un solo piccolo episodio di quel 16 luglio di tre anni fa, neanche tutta quella giornata di orrori in nome della  democrazia e della giustizia  . La mia vicenda richiederebbe un libro e lo scriverò, con l’ amico professore indipendentista conosciuto nel carcere di Udine, a quattro mani, come avevamo progettato nei nostri passeggi nel lercio cortile della galera, tre anni fa, per l' ora d' aria . Finora ce lo ha impedito il Giudice di Sorveglianza :  ma la verità non può rimanere nascosta per sempre, anche se è un ' onta per lo Stato e per l' autorità giudiziaria che sovrasta tutto nell' indifferenza più sovrana per i crimini che compie e che compiono i suoi sodali delle istituzioni giudiziarie e penitenziarie. 

 

16 luglio 2022. Venni arrestato dai Carabinieri di Codroipo, fortemente imbarazzati nel farlo, alle ore 10.00, presso il mio Studio Legale di Pordenone, dove lavoravo, come ogni giorno. In quella torrida mattinata di luglio mi portarono poi alla Caserma dei Carabinieri di Pordenone per i controlli pre-detenzione : verifica della identità, impronte digitali, foto segnaletiche, assegnazione al carcere. Su questi passaggi ritornerò su più avanti. Venni assegnato al carcere di Udine. Così, alle ore 14.00 ( !!), quattro ore dopo, iniziò il mio viaggio verso la galera di via Spalato. Arrivai che erano le 15.00 circa. Data la mia età, lo stress della situazione, l’ assoluto digiuno senza neppure bere un bicchier d’ acqua con la temperatura esterna che arrivava di sicuro ai 35 gradi,  dopo 5 ore così, in larga misura trascorse in piedi o si una sedia al caldo torrido, avevo la febbre. Prima di andare  in infermeria, perquisizione finale. Chiuso in una specie di loculo, con 30 gradi esterni e la febbre che mi bruciava  – lo appresi dopo- chiesi allo sbirro penitenziario un bicchier d’ acqua. Erano ormai quasi le 16. Risposta sferzante : “ berrai dal rubinetto , quando ti chiuderemo in cella”. Fuori erano quasi 35 gradi di calore. Me la ricordo ancora, quella faccia da culo . A Cristo in croce le guardie diedero acqua e fiele. A me neanche quello.

Dopo una rapida visita medica. Per accertare se avevo patologie o dipendenze di vario genere . Dissi che avevo bisogno mi fornissero le mie medicine per gli occhi, per prevenire la caduta della retina. Il botolo sferico che costituiva il “dottore “ mi sogghignò in faccia dicendomi che col cavolo che me le avrebbero date. Fu allora che , con un forte e autoritario tono di voce che sorprese me per primo, gli dissi che poteva essere certo che lo avrei querelato e gli avrei fatto passare guai con il ministro.. Fui sorpreso che sia il medico che lo sbirro che mi accompagnava – io ero in manette , non ricordo anche se legato con una catena ai polsi – benchè imperturbabili, ebbero però un sussulto di disagio. Poi capii il perché : in quel carcere  non viene rispettata alcuna legge o regolamento in tutela dei detenuti, per cui il rischio di avere qualche rogna con un prigioniero – avvocato , lo temevano….

Sempre senza bere nonostante avessero accertato che avevo 38 di febbre – ma tanto non avevo il covid ed erano tranquilli : gli interessava solo quello, potevo anche morire di polmonite o di sete, non gliene poteva fregare nulla, ma covid assolutamente no , eh -  venni condotto in catene alla cella di isolamento per la quarantena anti covid . Come ho già scritto ( https://monitore1980.blogspot.com/2024/11/profili-di-dittatura-giudiziaria.html   ) , in quella cella d’ isolamento probabilmente non avrei preso il covid , ma sicuramente qualche altra disgustosa  malattia senz’ altro, perché aveva strati di sporco sul pavimento, sugli arredi, sul letto e sulle pareti. Inoltre, dappertutto scarafaggi e blatte lunghe anche 10 centimetri. Avevano fatto il nido proprio nel fetido lavandino, dove avrei dovuto bere, secondo lo sbirro. Bere lì voleva dire suicidarsi con qualche immonda malattia. In cella ero solo . Erano ormai  6 ore, in una delle giornate più calde dell’ estate 2022, che non bevevo. 

Dall’ altro lato del corridoio del braccio , di fronte alla mia , c’era una cella dove erano 3 o 4 detenuti di colore . Avevano appoggiato vicino alle sbarre alcune confezioni di plastica di acqua minerale . “ Frà, ti diamo da bere”- disse uno di loro, che aveva visto le mie condizioni. Spinse fra le sbarre una bottiglia per farla rotolare fino da me, ma , data l’ ampiezza del corridoio, la bottiglia si fermò a pochi centimetri dalle sbarre della mia cella. Pochi, ma sufficienti per non permettermi di agguantarla . Dovetti aspettare ancora, fino al passaggio di un detenuto autorizzato a muoversi fuori dalla cella per motivi di servizio , che me la raccolse e me la porse. Era passata anche una guardia  : guardò la bottiglia nel corridoio, capì benissimo tutto, ma andò oltre : era contro il regolamento passare mezzi di sostentamento non autorizzati ad un detenuto. Morissi pure di sete. Già tanto che non mi avesse allontanato per sadismo la bottiglia con un calcio. Più o meno lo stesso comportamento del rabbino per bene della parabola del buon samaritano, quello  che  non soccorse il malcapitato mezzo morto perché sarebbe stato " contro  la legge "... Sarò sempre grato a quei detenuti sconosciuti che hanno avuto un moto di pietà nei miei confronti.

Dopo quasi sette ore ( !) in quel torrido luglio potei bere finalmente un sorso d’ acqua. Non sapevo quanto fossi febbricitante. Probabilmente la febbre era salita ancora. Ma non me ne importava. Avevo già capito che era inutile chiedere aiuti medici al carcere. Valeva la legge della sopravvivenza e i peggiori nemici erano le guardie e lo Stato. Appresi subito la lezione.  E la misi in atto, senza alcuna difficoltà interiore. In fondo, lo sapevo già : è una vita che la " democrazia" mi perseguita.. Il mio disprezzo verso chi ha voluto tutto questo e cammina impettito pavoneggiandosi nelle aule di qualche tribunale, crebbe ulteriormente ed adesso è  totale ed inattenuato. 

 E come sempre, sentimenti come questi avranno pace solo il giorno in cui avranno SODDISFAZIONE.

Avv. Edoardo Longo



ARCIPELAGO GULAG

 


Non solo libri sul degrado disumano delle carceri italiane : questa collana  documenta , attraverso diari di detenuti, lo scandalo dei processi politici ai dissidenti in Italia e nel libero Occidente  : Indipendentisti del Veneto, revisionisti, fascisti, studiosi, singole personalità ribelli, tutti reclusi per intolleranza politica di regime , dall’ Italia, alla illuminata  Francia, fino alla pacifica Svizzera dove puoi finire a 80 anni in carcere duro per avere dubitato della autenticità del cd olocausto ebraico. Questa è la democrazia  del “Libero uccidente “ Documentazione  unica introvabile altrove :

https://lanterna88.blogspot.com/search/label/Arcipelago%20Gulag  

lunedì 19 maggio 2025

ITALIANI BRAVA GENTE

 


Quello qui sopra è un documento un po’ particolare e narra di un orrore quotidiano che accade in Italia, non nel terzo mondo e di cui non leggerete mai sulle cronache di alcun giornale. Andiamo con ordine. Siamo a Padova, nel  carcere di massima sicurezza, Blocco 3, dove era stato deportato e rinchiuso l’ avvocato Edoardo Longo che ci ha fornito questo documento . Questo foglio – che a lato è stato firmato da circa 40 detenuti, quasi tutti quelli della sezione , fra cui l’ avvocato Longo di cui si riconosce la grafia delle iniziali del nome ( quarta firma, dall’ alto) – è una segnalazione che narra un episodio di ordinaria tortura nelle carceri italiane. La sera del 31 dicembre del 2022, con un ridicolo pretesto il personale  penitenziario del carcere, così – tanto per vedere l’ effetto che faceva – ha sospeso la somministrazione dei farmaci ai detenuti  che usualmente, per necessità mediche possono chiamare la infermeria schiacciando un pulsante rosso di allarme in ogni cella . Così scrissero i detenuti nella loro lettera – denuncia : “ La mancata somministrazione ha riguardato terapie di ogni genere, finanche quelle salvavita destinate a soggetti con gravissime patologie quali Cardiopatie  ed altre di pari importanza. Come per magia, dalle ore 21.00 circa del 31-12-2022 sino alle ore 1.00 circa del 1-1-12023 il pulsante da utilizzare in caso di emergenza sanitaria ha smesso di funzionare.”. Qualcuno poteva anche morire d’ infarto o per crisi mediche che richiedevano pronto intervento. Gli stessi farmaci salvavita non vennero somministrati a chi ne necessitava, con i rischi che ben si possono intuire. Queste situazioni accadono abitualmente nelle carceri italiane. Molte anime belle non si rendono conto che simili fatti accadano  nella democratica Italia credendo che avvenissero solo  nel Cile di Pinochet. Come sia possibile ? La risposta la avete se considerate che quella grave denuncia ( i cui nomi dei sottoscrittori sono stati ovviamente qui tagliati) venne trasmessa alla procura di Padova. Non ebbe alcun seguito , né accertamento. Venne anche trasmessa ai giornali e alle associazioni a “ tutela dei detenuti”. Nessuno ne ha mai parlato o se ne è interessato. Vero, Partito Radicale dei miei stivali ? 

Se la magistratura copre tali abusi, si può pensare che essi cessino ? Quanti sono a conoscenza che in Italia accadono ogni giorno questi orrori ? In Italia non puoi offendere un magistrato - pure scadente, corrotto ed ignorante -  senza essere deportato come un cane in galera, ma puoi tentare tranquillamente di ammazzare  40 persone togliendogli  i farmaci se sono dei detenuti disgraziati  in cella. Nel silenzio ipocrita della brava gente... Magari la stessa che si commuove alle storielle romanzate di Anna Frank , ma che non gliene frega niente degli orrori VERI dei carceri italiani...

Forse bisognerebbe provare a mettere in galera qualche magistrato per vedere cambiare le cose……

Il Monitore.

lunedì 10 febbraio 2025

CRIMINI GIUDIZIARI NELLA DEPORTAZIONE DELL' AVVOCATO EDOARDO LONGO


 La Corte di Giustizia Veneta comunica di aver preso in carico la indagine istruttoria e relativa sentenza inerente la deportazione illegale dell' avvocato Edoardo Longo avvenuta nel luglio 2022 e durata fino al 1 marzo 2024, giorno fausto del capodanno veneto,  in cui il professionista venne liberato. La Corte si pronuncerà sui crimini giudiziari commessi dalla magistratura dello stato oppressore italiano per la illegale deportazione. La istruttoria, già in corso da mesi, e la successiva sentenza saranno   elaborate e depositate secondo la modalità di " stato di occupazione militare e guerra" e pertanto in forma segreta. La sentenza finale sarà resa pubblica attraverso il blog Monitore Veneto, canale ufficiale di ogni atto e comunicazione della Corte di Giustizia Veneta. Ricordiamo che attualmente la CGV ha pronunciato altra sentenza che può essere acquisita a questo link : 

https://www.lulu.com/it/shop/corte-di-giustizia-veneta/quando-il-leone-ruggira/paperback/product-gjjwyqz.html?page=1&pageSize=4

CGV

venerdì 7 febbraio 2025

SUL FRONTE DELLA REPRESSIONE

 


La distanza a volte permette di vedere meglio le cose. 

Per questa ragione pubblichiamo qui questo articolo del Courrier du Continent ( il mensile elvetico fondato da G. A. Amaudruz ) del dicembre 2022  dal titolo eloquente " Sul fronte della repressione" che parla dell' arresto quasi contestuale di Vincent Reynouard ( Francese, storico revisionista), di Pierre Krebs , tedesco, intellettuale di punta della Nuova Destra europea e fondatore del " Thule - seminar" in Germania , di Alexandre Bender, elvetico, arrestato in Svizzera il 12.7.2022  per aver contestato l' olocausto ebraico e la edificazione di un Giudeo-memoriale nella sua patria e per concludere, di Edoardo Longo , avvocato scomodo, perseguitato ingiustamente dall' ordine degli avvocati, nonchè Editore controcorrente, deportato in carcere il 16 luglio 2022, tutti accumunati da un solo destino, tutti perseguitati per il loro impegno culturale controcorrente e non allineato. Quello che appare evidente dalla Svizzera viene celato in Italia per pressione indecente  della magistratura  e con l' aiuto compiacente e ben retribuito  dei suoi leccapiattini dell' ordine forense.

 Scriveva Celine : " Quando mi ammazzeranno, non fate finta di cercare chi è stato". Noi lo sappiamo : barbefinte  e circoncisi. 

Onore ai combattenti per la libertà dei popoli bianchi oppressi dalla dittatura giudaico-mondialista, colpiti vilmente per il loro impegno e il loro coraggio. Anche noi però abbiano una memoria lunga : onoriamo, sosteniamo , ricordiamo, vendichiamo. 
Il Monitore 


venerdì 29 novembre 2024

CONFERENZE CONTRO LA MALAGIUSTIZIA ITALIANA

 


Dalla toga al secondino :

conferenze al calor bianco

 sulla malagiustizia italiana

Il Monitore segnala l’ iniziativa dell’ avvocato Longo di proporsi per tenere conferenze/presentazioni di libri  sulla filiera della malagiustizia in questa sciagurata Italia : dalla corruzione giudiziaria nei processi e nelle sentenze, fino al degrado incivile del sistema penitenziario. L’ iniziativa è interessante perché vede un relatore ( l’ avvocato Longo) che è un professionista del diritto, 41 anni di esperienza forense e sei di esperienza giudiziaria come vicepretore di Pordenone , nonché editore non allineato , oltre che per esserci passato attraverso tutto il tritacarne criminale delle toghe italiche, compreso il carcere e compreso  il finale  indecente ed illegale dell’ ordine forense della sua città che lo ha pugnalato alla schiena. L' avvocato Edoardo Longo è forse  uno degli ultimi prigionieri politici in Italia,  triturato dalle toghe con l' accusa di " lesa maestà giudiziaria", e solo  per la sua indipendenza professionale e culturale.  Oltre che ad avere un valore politico, queste conferenze hanno un valore documentario unico  in quanto, opportunamente registrate, andranno a costituire altrettanti libri dossier per il pubblico italiano e per gli enti internazionali di controllo della legalità.  Sappiamo che fra i Lettori di questo blog ci sono Movimenti Politici e Associazioni culturali e siamo certi che questa solida iniziativa politico/culturale attrarrà il loro interesse. Di seguito riportiamo la comunicazione che l’ avvocato Longo sta inoltrando in questi giorni :

“Chi vi scrive ha patito una ingiusta condanna con parentesi di detenzione carceraria e intende mettere a disposizione la propria esperienza per segnalare il degrado della giustizia dapprima e del sistema penitenziario poi in questo paese retto da istituzioni degradate e incivili. Patita una ingiusta condanna per oltraggio a magistrato in udienza ( ed altre tutte riconducibile a una sorta di lesa maestà giudiziaria ) mentre in udienza non c’ ero, il sottoscritto ha anche pubblicato molti libri di memorie, oltre che proprie ,  di altri detenuti e di vittime di italica  malagiustizia,  che gettano un fascio di luce sconosciuto sulla realtà carceraria che il perbenismo ipocrita non vuole vedere : mi  metto quindi  a disposizione anche per presentare queste pubblicazioni poco note. Sono disponibile, in sintesi, a dare un contributo – del tutto gratuito – alle Vostre iniziative culturali attraverso la eventuale presentazione della mia vicenda tormentata e anche presentazione dei libri da me editi. Mia vicenda e recensioni dei libri possono essere consultate sul blog Monitore Veneto all’ indirizzo :https://monitore1980.blogspot.com/ Ove foste interessati, contattatemi. Darò volentieri la  mia massima disponibilità. “

Il Monitore

alfatrac88@protn.me

 


giovedì 14 novembre 2024

QUESTO LIBRO NON S' HA DA FARE


Giusto allo scadere del CINQUANTACINQUESIMO  GIORNO dalla domanda ( vedi : https://monitore1980.blogspot.com/2024/10/chi-ha-paura-delle-memorie-dalla-fogna.html  ) , giunge la decisione del giudice sulla richiesta di Edoardo di incontrare un ex deportato del carcere – fogna di Udine per redigere assieme un libro di memorie su questa dimensione dell’ orrore da entrambi vissuta. La risposta è un secco NO . Questo libro non s’ ha da fare : le motivazioni sono piuttosto e marcatamente pretestuose, ma su esse non ci  divulgheremo per ragioni di privacy del Professore . Anticipiamo però che l’ avvocato Longo stenderà a breve un memoriale da trasmettere al nuovo Giudice prima che anche questi venga fuorviato dietro le quinte, memoriale nel quale sarà dato spazio  anche a questo punto e che sarà pubblicato su questo blog e sarà posto  come il resto in osservazione internazionale nel prossimo libro-dossier. Alquanto assurdo negare gli incontri fra Edoardo e il Professore, dal momento che quest’ ultimo durante il 2023 ebbe come avvocato proprio l’ amico Longo che lo andò pure a trovare in carcere un paio di volte, riscontrando personalmente le pessime condizioni di salute dell’ assistito. Ricordiamo solo che l’ avvocato Longo dovette rinunciare ad assistere il Professore perché la direzione del carcere – fogna respingeva le lettere che l’ avvocato inviava al cliente in carcere con la dicitura “ sconosciuto”…. Comprendendo che era in atto un sabotaggio alla difesa fuor di misura, piuttosto che lasciare il Professore senza avvocato e nelle grinfie di codesti secondini, Edoardo si mise da parte a favore di altro legale che non trovava il medesimo ostruzionismo in carcere. Questo è il rispetto del diritto alla difesa in Italia…

Il motivo reale del diniego è ben altro : un libro di memorie sul carcere di Udine firmato da due intellettuali avrebbe l’ effetto di una bomba che potrebbe far saltare la direzione de La Fogna , tanto più che i giornali di Udine e diversi uomini politici di opposizione hanno sollevato il caso delle condizioni indegne di questo braccio della morte, dove la gente si suicida , manca assistenza sanitaria, i secondini seguono la scuola comportamentale delle dittature sudamericane e blatte e scarafaggi dividono il letto con i detenuti senza che il carcere provveda alla disinfestazione, come avviene anche nel Terzo Mondo. Di tutto ciò è a contezza da sempre la magistratura, alla quale va bene che le cose continuino così e le copre.  E forse il diniego ha  qualcosa anche  a che vedere con il fatto che il Professore è un esponente indipendentista friulo-giuliano e l’ avvocato Longo difensore degli indipendentisti e auto-determinati del Veneto. Voi pensate di no, che la repressione del dissenso politico non c'entri  ? Ingenui….

Ad ogni buon conto il libro si farà lo stesso, la magistratura del FVG ha perso un' altra occasione per far bella figura e l’ avvocato Longo si sta organizzando per proporre conferenze sul problema carcerario e della malagiustizia in Italia. Altra iniziativa che dalle parti della magistratura del FVG vedono come il fumo degli occhi. A buon rendere a tutti.

Il Monitore

alfatrac88@proton.me



La Fogna 

lunedì 11 novembre 2024

CI SCRIVE UN MAGISTRATO CORAGGIOSO


Quella che state per leggere è una lettera che un Magistrato ha inviato all' avvocato Edoardo Longo. Ne  pubblichiamo alcuni passaggi, togliendo quelli più diretti e celando accuratamente il nome del magistrato e ogni altro dato che potrebbe identificarlo, per ovvie ragioni di riservatezza. Dopo alcuni passaggi più personali che non riportiamo e che indicano come il magistrato non fosse a conoscenza fino a poco tempo fa della situazione  (".... e sono molto addolorato per la sua terribile esperienza di detenzione, per giunta trascorsa  in  condizioni di degrado e di pericolo..")  il Magistrato, passa soprattutto ad esprimere il suo sdegno per la detenzione patita dal professionista ed esprimere il suo disgusto per situazioni di questo tipo : "La detenzione produce sofferenze ingiuste con le sue dinamiche sotterranee ,che sfuggono ad ogni controllo, e che  talvolta è impossibile o perfino inutile denunciare perché non vi sono prospettive di effettivo cambiamento, ma semmai di peggioramento della propria condizione. (..) Il degrado viene sempre più frequentemente evidenziato dai mezzi di informazione ”. ( ...) Tutto ciò offende la coscienza civile e fa ritenere che sarebbe ora che  la politica legislativa si dia una mossa per adeguarsi a queste nuove improrogabili emergenze, ad esempio semplificando al massimo gli intoppi burocratici. (..) 


 La lettera prosegue con altre riflessioni pertinenti  : "E’ ingiusto subire, oltre alla perdita della libertà,  altre umiliazioni , pesanti pericoli per la propria incolumità , violenza fisica o psichica. Ricordo di aver letto su un quotidiano a diffusione nazionale un’intervista ad un medico volontario presso la casa di reclusione di Bollate (Milano) il cui padre è stato assassinato dalle brigate rosse. Nel compiere la sua opera meritoria, finalizzata a dare sollievo ai detenuti, affermava che secondo lui il carcere avrebbe dovuto essere come un hotel a 5 stelle perché già la privazione della libertà personale costituiva  una pena indicibile. Mi ha molto impressionato perché ha avuto il coraggio di dire una parola di civiltà in un contesto generale  in cui domina la convinzione superficiale  , unita talvolta ad un  maligno compiacimento, che il carcere sia “solo” privazione della libertà , mentre invece da esso derivano conseguenze  che possono portare alla disperazione l’essere umano , compromettere la sua speranza per il futuro , il suo destino professionale , economico , sociale e affettivo. Giungendo alla conclusione, il magistrato non manca di sottolineare un auspicio finale :  " (..) Le auguro vivamente che la sua situazione vada a buon fine e che trovi la forza di non lasciarsi abbattere , anche nell’interesse della sua famiglia" . 

Tagliata la parte finale della lettera con passaggi personali e con la firma del Magistrato ( che non riveleremo mai, benche all' avvocato Longo non si sia chiesto nulla in proposito  ) , per non creare all' autore  dei problemi con certi suoi nobili colleghi -  e benchè la lettera non contenga nulla che possa creare pregiudizio al magistrato, se non i segni di amicizia, stima e rispetto nei confronti del destinatario , ma di questi tempi .. -   , non possiamo non sottolineare che la lettera, assolutamente autentica, dimostra che persone d' onore e di coraggio ancora ne esistono anche  nel vile  mondo giudiziario, ma sono una assoluta eccezione. Senza parlare poi del ripugnante mondo" forense", dove nessuna voce si è  levata a favore dell' avvocato Longo  e che,  anzi,  hanno provveduto pure a pugnalarlo vilmente alla schiena.  Vero,  Visentin Igor? Questo succede nei nostri anni di miseria morale e di viltà , quelli, per dirla con le parole del compianto prof. Paolo Signorelli, martire della malagiustizia italica , in cui "Giuda si congiunge con Caino".

Il Monitore 

domenica 10 novembre 2024

PROFILI DI DITTATURA GIUDIZIARIA


 9 dicembre, 2022 – Al Ch.mo Magistrato di Sorveglianza di Padova. – Ch.mo Magistrato, chi scrive è l’ avv. Edoardo Longo di Pordenone , regolarmente iscritto all’ albo professionale a attualmente recluso presso il penitenziario “ Due Palazzi “ di Padova. Il sottoscritto espone :

1)      Sono stato incarcerato il 19 luglio 2022 e portato alla casa circondariale di Udine, da cui sono stato trasferito in data 8 novembre 2022 all’ attuale penitenziario.

2)      La carcerazione patita in Udine è a tutti gli effetti contraria agli standard minimi di dignità imposti sia dalla legge nazionale, sia dalla legislazione europea.

3)      Dal 19 luglio, per un periodo di 12 giorni circa il sottoscritto è stato posto in isolamento “ covid” in una cella della prima sezione di detto carcere , unitamente ad altri due detenuti.

4)      In questa cella non esisteva la metratura minima di 3 mq per persona, imposta dalla legge. Non è neanche pensabile ipotizzare forme di “ compensazione ”m stante il carattere di isolamento di questa detenzione.

5)      La cella in oggetto era particolarmente sudicia e anti – igienica , alla faccia del fatto che avrebbe dovuto “ isolare “ il covid : quello forse sì, ma non di sicuro le altre malattie con cui poteva contaminare i detenuti.

6)      In questa cella la doccia non funzionava ( ugelli rotti) ed era impossibile lavarsi adeguatamente e dignitosamente.



 [ Cartelli esposti dal Comitato di Liberazione Nazionale Veneto davanti ai tribunali in occasione dei sit - in di  protesta per la incarcerazione del loro legale. Si noti la copertina del libro " Io accuso" che espone l' inizio della operazione a regia per gettare in carcere il professionista,  ad opera della magistratura pordenonese ]

§

7)      Nella cella, complice il caldo estivo e l’ assenza di ogni manutenzione strutturale igienica da parte dell’ istituto penitenziario, fuoriuscivano nottetempo numerose blatte e scarafaggi di otre dieci centimetri . HO trascorso le notti a inseguirle per ucciderle a copi di scopa, ma ho scoperto essere insetti velocissimi e resistentissimi . Mi sono anche chiesto se questo schifo facesse parte di qualche “ programma di rieducazione” (?) dei detenuti, oi facesse solo parete della criminalità del sistema penitenziario italico, degno del terzo mondo o delle galere islamiche.

8)      Blatte e scarafaggi fuoriuscivano dall’ ugello dello scarico della doccia e dal buco della fogna presente aperto nel bagno .

9)      L’ unico modo di impedire l’ accesso degli insetti era di tappare di sera detti “ accessi”, ma non bastava la plastica delle bottiglie o pezzi di cartone : ci volevano i piatti di ferro usati per mangiare. Va da sé che, dovendo usare detti piatti per bloccare l’ accesso degli insetti, ho dovuto digiunare per tutto il tempo, poiché le “ regole” del carcere non mi permettevano di ottenere dei piatti di plastica.

10)  Successivamente sono stato spostato in altra cella contermine ( stesso settore) da solo, con i medesimi problemi : blatte , doccia non funzionante , e in più lavandino del bagno rotto da cui fuoriusciva l’ acqua ininterrottamente 24 h  su 24 . Inutili i miei tentativi di farlo riparare e di avere materiale per le pulizie.

11)  Metratura libera di questa cella inferiore ai 3 metri quadri, come in tutte le celle del carcere di Udine.

12)  Dopo 2 o 3 giorni, sono stato trasferito alla “ terza sezione”, i una cella per 2 persone in cui eravamo in 4 con 2 letti a castello. Anche qui metratura inferiore al minimo di legge e sovraffollata al doppio delle capacità di contenimento.

Tutto ciò premesso il sottoscritto svolge istanza di risarcimento di carcerazione inumana , non conforme agli standard di dignità della persona reclusa, nonché per sovraffollamento. Il sottoscritto svolge una precisazione : non chiedo un risarcimento  “ monetario”, perché la mia libertà e la mia dignità valgono molto di più dei 4 miseri denari che lo stato lancia alle vittime del suo sistema carcerario. Poiché lo Stato si è lanciato con avidità a divorare i giorni della mia vita – di cui non me ne restano poi molti alla mia età di 64 anni – chiedo che detto risarcimento mi venga erogato in termini di  liberazione anticipata. Con osservanza. Padova, 9 dicembre, 2022. Avvocato Edoardo Longo .

§

Questo il testo integrale di una istanza redatta dall’ avvocato Edoardo Longo in carcere, vittima di una operazione a regia giudiziaria da dove emergono le condizioni allucinanti delle carceri italiane, di cui nessuno di occupa, preferendo pensare a quelle ungheresi  o di altre nazioni . Ricordiamo che il successivo 1 marzo 2023 il tribunale di Padova annullava la deportazione  dell' avvocato Edoardo Longo .

Il Monitore


sabato 9 novembre 2024

CHI HA PAURA DELLE " MEMORIE DALLA FOGNA" ?

 


[ Il carcere di Udine, 
denominato " La Fogna" ]

La lettura dell’ ennesimo articolo sul degrado incivile della struttura carceraria di Udine ( leggasi : https://www.ilfriuli.it/cronaca/carcere-udine-chiudere-sezione/ ) che l’ avvocato Longo chiama “ una via di mezzo fra una fogna e uno Spielberg di asburgica memoria”  ( leggasi : https://monitore1980.blogspot.com/2024/10/italia-guantanamo.html ), ci porta alla memoria altra istanza svolta da Edoardo che attende giustizia da oltre un mese e precisamente dal 22 settembre scorso. Si tratta della richiesta ad essere autorizzato a incontrare altro ex detenuto della fogna attualmente ristretto ai domiciliari dopo essere stato triturato nella galera furlana per oltre due anni…la legge sulla sorveglianza impone che un “ pregiudicato” non possa incontrare altro “ criminale” come lui senza autorizzazione. Chi è questo pregiudicato e perché l’ avvocato Longo vuole incontrarlo ? Presto detto, con rispetto della privacy. Si tratta di un anziano professore di Udine, quasi settantenne, insegnante di materie tecniche in una delle  più prestigiose scuole del capoluogo friulano , autore di numerosi libri – fra cui una intervista a un capo dell’ Al Kaida araba di tanti anni fa, che le Edizioni della Lanterna ambirebbero a ristampare -  nonché attivo indipendentista che, prima di finire in carcere, aveva realizzato un accordo di collaborazione reciproca fra varie realtà indipendentiste friulane, triestine e giuliane, riducendo notevolmente la conflittualità interna di questi organismi, che a forza di liti si erano quasi estinti . 

In carcere, Edoardo e il Professore avevano  stretto amicizia e si erano reciprocamente sostenuti nell’ affrontare la situazione. Si erano ripromessi di scrivere a quattro mani un libro di memorie sulla esperienza carceraria, una volta usciti. Edoardo uscì nel marzo 2023, il Professore, benchè malatissimo e in condizioni di incompatibilità fisica con il regime carcerario, tanto più nella Fogna e nella sezione denominata La Giungla , solo poco tempo fa, poco prima che le sue precarie condizioni di salute potessero diventare un serio  problema giudiziario per l’ amministrazione penitenziaria e di Sorveglianza  : non andava a questi esimi burocrati  che morisse in carcere : ne avrebbero tratto un danno le loro splendide ed immacolate  carriere di bojardi di Stato..

Basti dire che, nel marzo 2023, saputo che Edoardo era stato scarcerato, volle affidarsi a lui come legale, ma l’ avvocato Longo dovette rinunciare ad assisterlo perché l’ amministrazione penitenziaria  non  consegnava al Professore  le lettere dell' avvocato  e pure le rispediva al mittente con false e risibili attestazioni, fra cui la dichiarazione di “ sconosciuto”… 

Sia l’ avvocato Longo che il Professore erano in carcere con decreti di arresto illegali, emessi senza il rispetto delle garanzie di legge obbligatorie, peraltro rispettate in genere dalle altre autorità giudiziarie italiche, ma non nel famigerato recinto giudiziario  del FVG…



[ La scala che conduce alla famigerata " I sezione", inagibile , infestata da insetti e degradata. Qui avvengono i suicidi per disperazione dei detenuti, nella totale indifferenza della polizia penitenziaria che in genere non interviene mai in tempo. ] 

Orbene , il criminale avvocato Longo ha chiesto  un mese fa l’ autorizzazione a periodici incontri col Professore per scrivere assieme il loro libro di memorie sul carcere di Udine. A tutt’ oggi sono passati

QUARANTANOVE 

 GIORNI

Senza alcuna risposta…. Qualcuno ha paura delle Memorie di due reclusi della Fogna ?

Vi terremo informati. Chi è interessato al tema, legga intanto l’ ampia pubblicistica che le Edizioni della Lanterna hanno dedicato al tema carcerario del Bel Paese :

https://lanterna88.blogspot.com/search/label/Arcipelago%20Gulag

Il Monitore

alfatrac88@proton.me 



venerdì 4 ottobre 2024

PRIGIONIERO DEL BEL PAESE

 


Il post “Italia , Guantanamo” ( https://monitore1980.blogspot.com/2024/10/italia-guantanamo.html     ) ha riscosso molto interesse e riportiamo brevemente alcuni dei commenti più significativi . Ci scrive un collaboratore laziale delle edizioni della Lanterna :“ Mi dispiace tanto che l’avvocato Longo abbia dovuto subire tutto questo . Queste istituzioni sono un ‘ orgia di traditori senza Dio”.  Un altro ci riporta una dichiarazione di Roberto Giachetti che sottolinea come i suicidi in carcere quest’ anno siano stati 72 - conteggiando anche i detenuti che si sono lasciati morire di fame -  cifra addirittura superiore a quella del 2023 , quando furono 48.Molti  lettori, infine,  ci chiedono altri dettagli della deportazione  dell’ avvocato Longo e in particolare che ne è stato dei Due Minotauri e dello Zingaro. Ringraziamo tutti i Lettori. A quelli interessati all’ arcipelago Gulag dell’ avvocato dei ribelli  diciamo che quello del post era solo un sintetico riassunto della situazione,  e molto altro potrà essere riportato sul Monitore . Invitate l’ avvocato Longo a esporvi in una conferenza la sua esperienza nel carcere e dopo il carcere e ne resterete  raggelati, circa i livelli di efferatezza cui è giunto il Belpaese , che non è terra di pizze e mandolini, ma pascolo di un efferato deep state di cui ancora poco si conoscono le imprese…Circa gli energumeni coccolati dalle guardie, possiamo anticipare che il karma si è già occupato di loro nelle immediatezze dei fatti e in modo abbastanza incisivo . Continuate a seguirci e a diffondere i  links del Monitore. Grazie della vicinanza . Attraverso l’ esperienza patita dall’ avvocato Longo,  liberiamo l’ Italia dal suo deep state criminale.

Il Monitore

alfatrac88@proton.me  



mercoledì 2 ottobre 2024

ITALIA, GUANTANAMO

 


[ Il carcere di Udine : una via di mezzo 
fra una fogna e uno Spielberg asburgico ]

1)      In data 16 luglio 2022 sono stato gettato in carcere. Sono stato rinchiuso nel carcere di Udine, uno dei tanti carceri degradati che non fanno certo onore all’ Italia, considerando che è al di sotto del livello medio di standard di vita per i detenuti dei carceri del levante arabo e dei paesi balcanici, come  ho avuto pure modo di apprendere dai detenuti stessi.

2)      Sono stato recluso per circa una ventina di giorni in isolamento covid in celle dal livello igienico praticamente inesistente : di notte in esse fuoriuscivano blatte e scarafaggi lunghi anche 10 cm . Fuoriuscivano dagli scarichi  delle docce e dal bocchettone della fogna aperto sul pavimento del bagno. Ho trascorso le notti ad allontanare a colpi  di scopa blatte e scarafaggi dal letto.

3)      Poiché era impossibile bloccare la fuoriuscita delle blatte dagli scarichi semplicemente tappandoli con cartone o plastica, sono stato costretto a tappare gli accessi con i piatti di ferro che il carcere consegna ai detenuti per mangiare. Ovviamente, dato il loro utilizzo anti blatte , mi sono ben guardato dall’ utilizzare detti piatti per mangiare, foss’ anche dopo averli lavati .

4)      Poiché il carcere non mi consentiva durante i primi dieci giorni di avere piatti di plastica, ho praticamente dovuto quasi digiunare.

5)      In queste condizioni la mia vista, molto fragile e malata, ha cominciato a peggiorare sensibilmente, giungendo anche a un quadro clinico anticipante un imminente e possibile distacco di retina. Il tutto andava aggravandosi anche dalla circostanza che non mi veniva concesso di assumere i miei farmaci atti a frenare il degrado dell’ occhio. In circa 4 mesi di detenzione in Udine non mi fu concesso di assumere detti farmaci che potei prendere solo dopo il mio trasferimento alla casa di reclusione dei Due Palazzi di Padova.


[ Carcere di Udine : la scala che conduce alla Sezione di Isolamento al piano terra, 
infettata di blatte e dichiarata inagibile al catasto edilizio, 
ma stabilmente utilizzata per la reclusione .
 Nel novembre 2022 vi si è suicidato un detenuto in cella di isolamento ] 

6)      Venni poi trasferito in altra cella con altri tre detenuti. Eravamo in 4 in una cella per due persone. In questa cella, in cui fui assegnato dalle guardie carcerarie erano reclusi altri tre prigionieri : un giovane – persona civile – e altri due lì reclusi per fatti di violenza alle persone : uno per maltrattamenti alla sorella, l’ altro ( un polacco ) per scontare una lunga pena per tentato omicidio di un altro prigioniero recluso in cella con lui. Poiché i due avevano appreso che nella vita civile ero avvocato, ritenendomi ricco e facile da estorcere in quanto anziano, pretendevano che io comprassi un mare di cibo e di tabacchi ( genere che sostituisce la moneta in carcere ) per loro. Poiché non accettavo il ricatto , iniziarono maltrattamenti psicologici  culminati con maltrattamenti fisici ( schiaffi e sberle ) ad opera di uno dei due ( Il veneto) istigato dall’ altro ( il polacco). Inutile fu il ricorrere alle guardie , ma grazie agli altri detenuti ottenni quanto meno un rapido trasferimento di cella dopo circa un mese di queste sevizie. Tutti gli altri detenuti anziani che la polizia penitenziaria assegnava a questa cella, subivano il mio stesso trattamento da parte del veneto e del polacco . Periodicamente la polizia penitenziaria gettava in questa cella detenuti anziani, lasciando che i due ( il portogruarese e il polacco ) li estorcessero e maltrattassero . Ne ho conosciuti diversi di questi malcapitati che mi avevano preceduto. Uno di loro, un anziano professore di Udine, piuttosto che stare lì,  ha preferito andare nella sezione dei detenuti pakistani  e africani , denominata  dai detenuti italiani La Giungla, per il livello di degrado che la connotava.  Perché le guardie si comportavano così, quasi ad offrire un sacrificio umano a due Minotauri ? Qualcuno sottovoce suggeriva che era per compensare i due , che erano  in odor  di infamità e quindi periodicamente  gli offrivano a ringraziamento dei   loro servigi vittime da estorcere e derubare, scelte fra i detenuti che " gli stavano sui coglioni" . E i criminali sarebbero quelli dietro le sbarre ! 

7)      A volte ai malcapitati succedeva anche peggio ( in cella col polacco uno ha rischiato di essere  ammazzato ), cosa che non è successa a me solo  grazie alla totale solidarietà degli altri detenuti che hanno impedito altri maltrattamenti e mi hanno dato la possibilità di un rapido cambio di cella, nella indifferenza delle guardie . I detenuti della Terza Sezione   hanno dimostrato con me  un senso di civiltà maggiore di chi in quella cella mi aveva gettato.

8)      Nel frattempo ero andato dimagrendo  perdendo fra luglio e agosto 2022 circa 20 Kg di peso.

9)

10)  Tralascio  altri punti sgradevoli della detenzione in Udine  , ricordando che nel novembre 2022 venni trasferito per motivi di sicurezza ( Il pericolo sarei stato io !) presso la casa di reclusione Due Palazzi di Padova, carcere di massima sicurezza .

11)  Lì si ripetè quando era successo a Udine nella cella con i due energumeni. Le guardie carcerarie mi assegnarono una cella con un corpulento zingaro, il quale prese nei miei riguardi lo stesso comportamento dei suoi compari in Udine e per le stesse ragioni estorsive. Non arrivai a subire maltrattamenti fisici, ma solo psicologici , fra cui ricordo il divieto di leggere e scrivere in cella ( era la mia valvola di salvezza il leggere e lo scrivere) perché ciò lo disturbava dal momento che era assolutamente ed orgogliosamente analfabeta e il dover tenere aperta la finestra della cella posta sopra il mio letto, di notte, perché diceva che con la finestra chiusa non respirava. Era inverno ed io gelavo . Inutili le mie proteste. Ogni giorno trovava una scusa per vessarmi psicologicamente. Non ho mai amato tanto Hitler e la sua soluzione finale della questione zingari come in quei giorni. L’ energumeno, di oltre 140 kg di peso per due metri di altezza , era pure psicopatico , ma alla sera non assumeva gli psicofarmaci che gli portava l’ infermeria e aveva spesso accessi di ira nei quali mi minacciava di frantumarmi la testa nel water del bagno ( bagno  e cucina incorporati nel medesimo locale, aperto anche verso la stanza con i letti della cella e con metratura inferiore a quella imposta dalla Unione Europea, ma ritenuta adeguata dalla magistratura locale attraverso conteggi mediante matematica non convenzionale, dove 1+1+1 non dà tre, ma  5 …) se non gli avessi comperato più cibo e più tabacchi  : la situazione non precipitò solo perché intervennero gli altri detenuti che mi aiutarono a cambiare di cella. La psicologa del carcere di Padova , nel colloquio di accesso in carcere, sbiancò e  manifestò visibile preoccupazione quando apprese che ero stato messo in cella con questo soggetto.

12)  Venni scarcerato il giorno 1  marzo 2023 dopo 8 mesi di detenzione  a seguito di mia istanza di concessione di affidamento in prova. Nel frattempo, la mia vista aveva avuto un progressivo peggioramento. Il mio  compagno di cella,  mio coetaneo ed ex sottufficiale dell ' esercito, poche  settimane dopo ha perso un occhio. Attendeva vanamente di essere visitato da un oculista per i suoi problemi cronici di diabete. 

13)  Ho trovato più umanità e sensibilità  verso un anziano avvocato di 66 anni finito in carcere a causa della malagiustizia italiana nei detenuti reclusi, che mi hanno pure aiutato ad evitare maltrattamenti fisici e psicologici in cella , che non da parte di tutte le persone perbene delle strutture penitenziarie e giudiziarie alla cui mercè ero stato posto. Giova ricordare che i detenuti che mi hanno maltrattato erano noti per questo comportamento reiterato che ponevano in essere con tutti i compagni di detenzione anziani e fragili che venivano loro assegnati in cella dalla polizia penitenziaria , sia a Udine che a Padova, e la polizia penitenziaria lo sapeva e , pertanto, mi ci ha ficcato in mezzo dolosamente e scientemente, proprio perché subissi quel calvario. Grazie, Stato italiano.

14)   La magistratura di Padova mi conferì il diritto a svolgere il mio lavoro e ripresi subito la mia professione che non avevo abbandonato neanche in carcere. La mia famiglia aveva bisogno del mio lavoro.

15)  Purtroppo, nel marzo scorso è accaduto un fatto che sta rendendo molto incerto, cupo e gravoso il futuro della mia famiglia. Ho perso il lavoro essendo stato cancellato amministrativamente dall’ albo degli avvocati a causa della mia detenzione. Ci tengo a sottolineare che un tanto non è una misura di tipo disciplinare ( non avevo conti in sospeso con l’ autorità disciplinare forense ) , ma una misura amministrativa in quanto la legge stabilisce che l’ avvocato, durante il periodo di una detenzione, non possa rimanere iscritto all’ albo in quanto la limitazione alla libertà personale è ostativa all’ esercizio della professione. Come sia stato possibile che io venissi cancellato nel marzo 2024 quando ero già uscito dal carcere nel marzo dell’ anno prima, resta per me un mistero che di giuridico ha poco. Sottolineo come la legge , ribadita dal Consiglio nazionale forense, considera ostativa alla professione forense la detenzione, non le misure alternative al carcere ( alternative, appunto ) quali l’ affidamento in prova.

16)  Comunque sia, dal marzo scorso io non posso svolgere la professione che ho svolto per 41 anni e non sono in grado di mantenere né me, né la mia famiglia. A 66 anni, con una dura e avvilente esperienza carceraria ( peraltro ingiusta, debbo dirlo) appena lasciata alla spalle e con un fine pena che verrà a  scadere fra circa due anni da questo momento in cui vergo questo memoriale , la situazione è molto pesante. E , diciamolo pure, anche francamente molto, molto ingiusta.

17)  Io ho sempre lavorato e non conosco altro modo di guadagnarsi da vivere se non il lavoro, punto ribadito anche dalla nostra Costituzione nel suo primo articolo e avendo due figlie in età scolare, la circostanza è molto pesante.

18)  Né la ipotetica pensione che la cassa forense ( l’ organismo previdenziale degli avvocati ) potrebbe erogarmi ,  mi permette di mantenere la famiglia e neanche di mantenere me stesso, poiché si aggira sui 650 euro mensili. Da fame.

19)  Necessito pertanto di poter riprendere il lavoro quanto prima, ma questa possibilità, già remota alla mia età , è resa molto difficile dalle limitazioni logistiche e di movimento che mi impone la misura in atto che , sia pur concedendomi di vivere fuori dal carcere, mi limita nei miei spostamenti, necessari per potermi cercare un lavoro, peraltro compatibile con la mia età, le mie condizioni fisiche, i miei studi.

20)   In fondo , dei 4 anni ( e 16 giorni : io sono finito nel girone carcerario proprio per questi beffardi 16 giorni elargitimi scientemente  in sovrappiù ..) , ne ho già scontati oltre 2 e finora ho fruito solo di 2 giorni di sconto di pena, essendo  mancata fino ad oggi ogni  valutazione giudiziaria della mia buona condotta e -  non avendo   potuto documentare finora in alcun modo all’ ordine forense un  andamento penale di buona condotta con riduzione progressiva del fine pena – sono finito  così agevolmente cancellato dal mio lavoro dopo 41 anni di iscrizione.

21)  Ho più e più volte richiesto alla magistratura del FVG le dovute dichiarazioni di buona condotta con relativi sconti di pena, perché sarebbero state una utile moneta da spendere per rimanere iscritto all’ albo degli avvocati, ho spiegato queste serie motivazioni,  ma ogni mia istanza finora  è stata vana : mai presa in considerazione con la dichiarazione “ decideremo più avanti”…In pratica  un bel :  “ oggi non si fa credito domani sì…” Voi ci credereste ? In ogni caso il danno è fatto , perché io ora sono cancellato. Io ritengo francamente che vi sia stata una unione di intenti fra cricca forense noncellese e magistratura del FVG : una tattica sinergica per togliere di mezzo un professionista scomodo al potere giudiziario. Nessuna comprensione , nessuna indulgenza per l' avvocato dei ribelli nella italica " democrazia" giudiziaria. Come scriveva il grande Poeta Brasillach, fucilato nel 1945 dai vincitori " democratici",  " Il mio paese mi ha fatto del male". 

Pordenone , 1 ottobre, 2024.

Avvocato Edoardo Longo

Estratto di un prossimo testo dell’ avvocato Edoardo Longo. Ricordiamo che il professionista è disponibile a tenere incontri e conferenze per esporre la sua esperienza carceraria nell’ arcipelago Gulag italiano, di cui questo è solo un sunto estremamente contenuto. Le Edizioni della Lanterna hanno pubblicato numerosi testi sul problema carcerario in Italia. Di seguito il Link con l’ elenco dei testi che invitiamo a leggere e a diffondere :

https://lanterna88.blogspot.com/search/label/Arcipelago%20Gulag



[ Una delle " migliori " celle del carcere di Udine, chiamata " cellulare". 
Non dispone di finestre  ]