lunedì 11 novembre 2024

CI SCRIVE UN MAGISTRATO CORAGGIOSO


Quella che state per leggere è una lettera che un Magistrato ha inviato all' avvocato Edoardo Longo. Ne  pubblichiamo alcuni passaggi, togliendo quelli più diretti e celando accuratamente il nome del magistrato e ogni altro dato che potrebbe identificarlo, per ovvie ragioni di riservatezza. Dopo alcuni passaggi più personali che non riportiamo e che indicano come il magistrato non fosse a conoscenza fino a poco tempo fa della situazione  (".... e sono molto addolorato per la sua terribile esperienza di detenzione, per giunta trascorsa  in  condizioni di degrado e di pericolo..")  il Magistrato, passa soprattutto ad esprimere il suo sdegno per la detenzione patita dal professionista ed esprimere il suo disgusto per situazioni di questo tipo : "La detenzione produce sofferenze ingiuste con le sue dinamiche sotterranee ,che sfuggono ad ogni controllo, e che  talvolta è impossibile o perfino inutile denunciare perché non vi sono prospettive di effettivo cambiamento, ma semmai di peggioramento della propria condizione. (..) Il degrado viene sempre più frequentemente evidenziato dai mezzi di informazione ”. ( ...) Tutto ciò offende la coscienza civile e fa ritenere che sarebbe ora che  la politica legislativa si dia una mossa per adeguarsi a queste nuove improrogabili emergenze, ad esempio semplificando al massimo gli intoppi burocratici. (..) 


 La lettera prosegue con altre riflessioni pertinenti  : "E’ ingiusto subire, oltre alla perdita della libertà,  altre umiliazioni , pesanti pericoli per la propria incolumità , violenza fisica o psichica. Ricordo di aver letto su un quotidiano a diffusione nazionale un’intervista ad un medico volontario presso la casa di reclusione di Bollate (Milano) il cui padre è stato assassinato dalle brigate rosse. Nel compiere la sua opera meritoria, finalizzata a dare sollievo ai detenuti, affermava che secondo lui il carcere avrebbe dovuto essere come un hotel a 5 stelle perché già la privazione della libertà personale costituiva  una pena indicibile. Mi ha molto impressionato perché ha avuto il coraggio di dire una parola di civiltà in un contesto generale  in cui domina la convinzione superficiale  , unita talvolta ad un  maligno compiacimento, che il carcere sia “solo” privazione della libertà , mentre invece da esso derivano conseguenze  che possono portare alla disperazione l’essere umano , compromettere la sua speranza per il futuro , il suo destino professionale , economico , sociale e affettivo. Giungendo alla conclusione, il magistrato non manca di sottolineare un auspicio finale :  " (..) Le auguro vivamente che la sua situazione vada a buon fine e che trovi la forza di non lasciarsi abbattere , anche nell’interesse della sua famiglia" . 

Tagliata la parte finale della lettera con passaggi personali e con la firma del Magistrato ( che non riveleremo mai, benche all' avvocato Longo non si sia chiesto nulla in proposito  ) , per non creare all' autore  dei problemi con certi suoi nobili colleghi -  e benchè la lettera non contenga nulla che possa creare pregiudizio al magistrato, se non i segni di amicizia, stima e rispetto nei confronti del destinatario , ma di questi tempi .. -   , non possiamo non sottolineare che la lettera, assolutamente autentica, dimostra che persone d' onore e di coraggio ancora ne esistono anche  nel vile  mondo giudiziario, ma sono una assoluta eccezione. Senza parlare poi del ripugnante mondo" forense", dove nessuna voce si è  levata a favore dell' avvocato Longo  e che,  anzi,  hanno provveduto pure a pugnalarlo vilmente alla schiena.  Vero,  Visentin Igor? Questo succede nei nostri anni di miseria morale e di viltà , quelli, per dirla con le parole del compianto prof. Paolo Signorelli, martire della malagiustizia italica , in cui "Giuda si congiunge con Caino".

Il Monitore 

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