martedì 24 giugno 2025

CON OSSEQUIO

 


Quella che vedete sopra è una lettera che svela molti passaggi della operazione che ha portato alla illegale estromissione dell’ avvocato Edoardo Longo dal suo albo professionale, condannandolo ad una situazione di disoccupazione che si protrae ormai da 15 mesi nella perfetta indifferenza dell’ illustre ente ordinistico di Pordenone nello stabilire la data di ripresa del lavoro. Letta così, questa lettera  potrebbe non dire molto, ma essa va collocata nel preciso contesto cronologico e letta con attenzione tecnica, perché, rigo per rigo, svela molte cose. Ho parlato a lungo con Edoardo ed ora penso di potervela illustrare in modo adeguatamente chiaro. Andiamo con ordine.

Si vede di primo acchito che è una lettera dell’ ente ordinistico a firma del suo presidente ( provvisorio) appena venuto dal ridente paese rurale  di Portogruaro e appena  sedutosi sul Trono Ordinistico. E’ rivolta al Giudice di Sorveglianza di Venezia/Padova che nei giorni successivi scarcerò  Edoardo, deportato nel carcere di massima sicurezza di Padova. La data è quella del 17 febbraio 2023. Edoardo, rinchiuso nel famigerato Due Palazzi, aveva avuto ai primi di gennaio, un lungo colloquio con il Giudice, dal quale era emerso in modo indiretto che lo stesso era intenzionato a scarcerarlo il più presto possibile. Lo stesso Giudice informò il prigioniero in quella circostanza che aveva personalmente fissato udienza a tal fine , non potendo decidere per mere ragioni processuali sul momento. La data era quella  del 1 marzo 2023, che, casualmente, coincide pure con il Capodanno Veneto ed era la più vicina possibile. “ Mi resta solo la formalità di una richiesta informativa all’ ordine degli avvocati”, disse il giudice congedando cordialmente il prigioniero. Siamo al 5 di gennaio 2023, l’ udienza era fissata al 1 marzo successivo : è ragionevole supporre che il Giudice abbia sbrigato subito la formalità informativa ( già conosceva la posizione professionale dell’ avvocato, ancora iscritto all’ ordine forense) , dal momento che il tempo era poco. Da qui già si assume un dato interessante  : il  Visentin, insediatosi sul Trono Forense più o meno negli stessi  giorni di questo colloquio,  tardò un mese circa a rispondere al Giudice . Non aveva fretta. Tutta questa vicenda è connotata dalla volontà degli ordinistici legati al Visentin di sabotare ogni diritto di Edoardo attraverso tutte le tecniche  dilatorie del caso.

Veniamo ora al contenuto della lettera. Il Giudice aveva chiesto se l’ avvocato poteva esercitare. Il Visentin non può negare la circostanza e precisa che, si , vi era una impugnazione al decreto del dicembre precedente di cancellazione, ma tale impugnazione permetteva l’ esercizio della professione. Abbiamo qui chiaro già come il Visentin si trovasse su una posizione di feroce ostilità verso l’ avvocato Longo, perché omette completamente di dire al Giudice che, sì Edoardo era stato cancellato , ma che il decreto di cancellazione, pronunciato dal Presidente che lo aveva preceduto, stabiliva anche che l’ avvocato Longo aveva il diritto alla automatica reiscrizione una volta scarcerato. In conformità alla legge.  Ve lo ricordate voi, vero, il decreto ? Lo abbiamo pubblicato sul blog più volte, ma lo ripubblichiamo ancora  per comodità di lettura :

 


 

A fronte di  una dimenticanza (?) gravissima, Visentin si concede però in cambio  lo zelo di aggiungere una cosa che non esiste in diritto, ma che nella sua mente non proprio limpida, avrebbe dovuto impressionare il Giudice e farlo recedere da ogni decisione a favore di Edoardo ( che lui non conosceva essere già decisa  e peraltro non sospettava neanche.. ) : aggiunge un perfido inciso : “ Si segnala inoltre che allo stato non sono pervenuti dal Consiglio Distrettuale di Trieste provvedimenti di carattere cautelare”. 

Cosa vuol dire ? Adesso ve lo spieghiamo con un po’ di pazienza. Non si tratta di provvedimenti disciplinari. Per inciso, non ce ne erano. E’ ovvio che , se , per esempio, fosse stato in viaggio una sanzione disciplinare che bloccava per un periodo di tempo il lavoro a Edoardo, nessun giudice gli avrebbe concesso di uscire dal carcere, perché la legge prevede che un condannato possa essere “ graziato” dalla detenzione solo ed unicamente se fuori abbia un lavoro che lo aspetta . La cancellazione non era operativa ( e in un regime forense normale sarebbe anche stata auto-revocata dal momento che, uscendo dal carcere , ne venivano meno i presupposti) , sanzioni disciplinari non ve ne erano, Visentin era in grado di capire che esistevano tutte le possibilità per Edoardo di uscire e di lavorare. Ne aveva pieno diritto, del resto . Nessuno gli stava regalando niente. Edoardo nella sua vita regali non ne ha mai ricevuti, del resto. Ha sempre sudato per avere quello di cui aveva diritto. 

Ma la perfidia è in agguato : il Visentin aggiunge un cenno a misure cautelari : Le misure cautelari sono misure particolari che bloccano l’ esercizio della professione in casi particolari, ma nella situazione in oggetto non sono previste dalla legge  che , anzi, consente anche agli avvocati in  misura penale non detentiva di lavorare. Le misure cautelari riguardano altri casi.  Visentin lo sa di certo, ma vuole inquietare il giudice e seminare sabotaggi sulla via della liberazione di Edoardo. Confida, evidentemente, nel fatto che ben pochi , anche fra i Giudici , sono a conoscenza delle regole professionali forensi e che il Giudice si trovi a pensare che, magari, esiste la possibilità di una misura cautelare che, da un momento all’ altro ( si noti la perfidia di quel “ allo stato non ve ne sono “ , come dire “ oggi no, ma domani potrebbero essercene “) , potrebbe inibire il lavoro all’ avvocato Longo e che, quindi, scarcerare un detenuto sul presupposto della esistenza  del lavoro, di un lavoro che , magari due settimane dopo, potrebbe venir meno, potrebbe non essere tanto regolare. Con la conseguenza che non lo avrebbe scarcerato. Ma il Giudice non era ignorante e il Visentin , sia pure con le sue arti serpentine e bifide, era cascato male. Il Giudice scarcerò nel giro di pochi giorni l’ avvocato. 

L' aveva giocata proprio  sporca, però, l' omino assiso  sul Trono Ordinistico : invece di dire al Giudice, in sostanza : " L' avvocato Longo è stato cancellato, ma se esce ha diritto ad essere reiscritto immediatamente ,come anche ha deciso questo ente giusto 40 giorni fa" ; ha detto invece  : " E' stato cancellato, e potrebbe pure arrivargli una misura cautelare addosso da un giorno all' altro". Non faccio commenti perchè Visentin Igor da Portogruaro riesce a commentarsi  da solo con quello che scrive. Posso solo dire che vomito. 

Ma non è finita. La lettera ci dice anche dell’ altro. Guardate un po’ l’ intestazione della lettera del Visentin : C’è scritto : “ procedimento fissato (..) il 29 MARZO 2023 “. Ma l’ udienza era stata fissata il 1 marzo, tant’è che il giorno dopo l’ avvocato uscì dalla galera ! Un errore ?  No, per niente, seguitemi con pazienza.

La data del 1 marzo per la udienza a Padova non era stata ancora notificata a nessuno, ai primi di febbraio. E di certo il Giudice non la aveva segnalata all’ ente ordinistico per ragioni di riservatezza. Né il decreto di fissazione- udienza viene notificato ad enti ordinistici o altri ciarlatani, ma solo all’ interessato e al procuratore della  repubblica. L’ ente ordinistico non poteva sapere niente della udienza. E, infatti, niente sapeva, perché la data era sbagliata e di certo nessun giudice segnala una data sbagliata. Ma quel 29 marzo non è stato scritto a caso :  corrisponde, infatti, ad altra udienza, questa da tenersi a TRIESTE e che era stata fissata IL PIU’ TARDI POSSIBILE , nell’ agosto 2022 , dal giudice di sorveglianza di Udine, quella dott.ssa Cunial andata in pensione l’ anno scorso e che non voleva concedere sconti di pena ad Edoardo, che invece li ebbe dal suo subentrante .

Ricapitolando : l’ ente ordinistico non sapeva nulla della udienza di Padova del 1 marzo, e infatti sbaglia data, ma aveva ben segnalata la data di diversa udienza, successiva, in Trieste, che confusero con Padova. L’ udienza di Trieste venne fissata nell’ agosto del 2022, il più lontano possibile ( per i detenuti, il termine massimo è di un paio di mesi dalla istanza, come correttamente aveva fatto il giudice di Padova) , per tenere in carcere il più possibile l’ avvocato dei ribelli . Ma resta sempre aperta la questione : come faceva la cricca forense di Pordenone ad avere la data di Trieste se essa era riservata e , per inciso, non era ancora stata notificata formalmente al prigioniero ? E’ una spiegazione che non dovete chiedere a me, ma  alla cricca che dovrebbe darla per primo ad un pubblico ministero, dal momento che si tratta di un dato riservato che non poteva e non doveva essere in loro possesso. Ma ci troviamo in questo degradato paese che si chiama Italia e nessun pubblico ministero indagherà mai chi siede sul Trono Ordinistico..


Ma la fuga di notizie dalla magistratura del FVG c’è stata ed è documentata. Da fonti riservate ma ultra – attendibili abbiamo saputo che all’ udienza di Trieste non sarebbe stata concessa la libertà al prigioniero e sarebbe stato invece applicato il ben noto protocollo del decidere di non decidere che avrebbe protratto la prigionia di Edoardo  fino alla soglia dei due anni di carcere , dopo la quale sarebbe stato rimesso non in libertà, ma agli arresti domiciliari fino al fine pena. Con gli arresti domiciliari non aveva diritto di svolgere il suo lavoro, come se fosse stato rimesso in libertà.   Il Palazzo dell' Indecenza voleva essere sicuro di averlo fatto fuori una volta per tutte. 

Quello che risulta evidente e documentato dalla lettera che stiamo esaminando  è che fra magistratura del FVG e ente ordinistico vi erano rapporti molto stretti di collaborazione , venuti meno con passaggio alla magistratura padovana, seria e super partes ,  ma questa qualità   il Visentin non la conosceva ancora , essendosi appena insediato all' ordine e pensando di avere a che fare con qualcuno tipo magistratura del FVG . Nella sua lettera forniva volonterosamente  il piatto più ricco che poteva – condito di gustose ipotesi cautelari deliranti -  per far restare in carcere il professionista “ maledetto”. Pensava probabilmente di fare il miglior servigio possibile,  tant’è che la lettera si chiude con un saluto molto devoto , nella miglior tradizione  togata servente    : “ con ossequio".  Sarò paranoico, ma chissà perché mi viene in mente a scriverlo l’ immagine di una persona che si inchina fino a terra, con ossequio , appunto. Immaginate questa persona ad apprendere 15 giorni dopo  che l’ avvocato Longo era uscito dal carcere e aveva ripreso la sua attività ?  Molto prima, pure della data  della udienza che loro conoscevano ?  Non occorre immaginarlo : Il Doge ci ha informati che il 2 marzo 2023, la redazione del giornale padovano Il Mattino venne subissata da telefonate di “avvocati “ di Pordenone ( ma  secondo me si trattava di UNO SOLO... ) che volevano sapere , atterriti, se era vero che Longo era uscito dal carcere.. 

Con ossequio, Visentin Igor .

Il Monitore

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