LETTERA APERTA AL CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE
ROMA
Decreto del 29.12.2022 passato in giudicato ed esecutivo
Di cui si chiede la integrale applicazione
con la reiscrizione del sottoscritto.
Spettabile Consiglio,
qui sopra ho riportato il
decreto di cancellazione, tanto evocato dalla attuale dirigenza del COA di
Pordenone, ma che non è stato applicato integralmente, pur essendo esecutivo e
passato in giudicato.
Detto decreto infatti,
stabilisce che al verificarsi della sola condizione del mio ritorno in libertà,
avvenuto in data 1.3.2023, quaranta giorni dopo detto decreto, il sottoscritto
aveva ed ha diritto alla reiscrizione, come per legge, al solo verificarsi
di detta condizione.
Il decreto è conforme
alla legge dello Stato che impone la reiscrizione dopo la cancellazione amministrativa e al venir meno
dalle ragione ostativa all’ iscrizione addotta nel procedimento. Circostanza
verificatasi da quasi DUE ANNI e mai rispettata dall’ attuale
dirigenza COA, benchè la legge in questi casi imponga pure la rapida
reiscrizione.
Questo decreto è
esecutivo e definitivo dal 21,.3.2024 e se lo si è applicato, deve essere
rispettato fino in fondo, come vuole la legge e ogni principio morale. Non si possono
inventare scuse o opinazioni letteralmente il/legali per applicare solo ciò che comoda a
qualcuno e non altro. O tutto o niente.
Venir meno al rispetto
della legge, delle proprie decisioni definitive sul punto e al diritto
riconosciuto e dichiarato alla immediata reiscrizione è illegale.
Non è legittimo applicare una parte di un giudizio irrevocabile e non altra
parte sgradita. Siamo di fronte ad un comportamento illegale gravissimo , che
esonda anche nell’ ambito penale. Trattasi di forma di abuso non conciliabile
con un ordinamento di legalità, foriera di danni civili e priva di legittimità
soggettiva alcuna. Quando non si applica integralmente una decisione
riconosciuta , conforme alla legge, e opera dello stesso ente, non si possono
invocare esimenti e/o legittimazioni soggettive nella scelta dolosa, reiterata
e voluta di un abuso, ricercato e perseguito al solo fine di cagionare più
danni possibili alla propria vittima. Nessuna persona che viva in uno stato
civile può accettare un simile comportamento che, oltre ad essere antigiuridico
in vario modo, è anche immorale e contro la buonafede, anche se praticato, in
tutta evidenza, da persone aduse rimangiarsi la parola data e per le quali non
esiste parola d’ onore. E tanto meno i diritti degli altri.
La volontà dell’ attuale
presidenza COA è stata non quella di rispettare/applicare una legge (che dice ben altro) , ma di
approfittare di una situazione disgraziata
di un collega iscritto PER QUARANTUNO ANNI agli albi
professionali per cercare di fargli più male possibile, con crudeltà,
efferatezza , dolo attualmente ancora impuniti , e con motivazioni sotterranee indicibili ed
illegali. Il comportamento è gravato da una carica di dolo che non trova spiegazione
alcuna, se non quella dell’ abuso voluto
e dell’ incanaglimento ad oltranza su
una persona in difficoltà e ritenuta
facilmente attaccabile . Il Poeta direbbe, rivolto a chi ha negato la
iscrizione al sottoscritto : “ Maramaldo, tu uccidi un uomo morto”. Per un
soffio di giorni di condanna in più il sottoscritto, per inciso innocente, ha
subito il carcere. Diversamente, avrebbe avuto la misura dell’affidamento senza
questo passaggio e nessuno gli avrebbe tolto la sua professione, cui aveva ed
ha diritto, come ha sancito anche il medesimo COA del dicembre 2022. Già questo
dovrebbe far riflettere sulla oscena ingiustizia subita.
Non è intenzione del
sottoscritto accettare un simile e protervo
atto illegale, perpetrato anche
da persone che mancano pure con soddisfazione e compiacimento al principio
dell’ Onore di rispettare la parola data nel decreto
29.12.2022 . Almeno quella avrebbero dovuto rispettare, per un elementare
principio di dignità ed onore ! Finchè non avrò giustizia questa vicenda non
sarà mai chiusa.
Pordenone, 18.11.2024.
Avv.
Edoardo Longo
Pazzesco una giustizia ingiusta ke insegna il peggio.
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