martedì 1 aprile 2025

STILE " ORDINISTICO "



( " Ente ordinistico "
 e il suo Gran Maestro) 

Pordenone, 22.02.2025

AL

CONSIGLIO DISTRETTUALE DI DISCIPLINA

34133 TRIESTE

AL

CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE

 Roma

 

ESPOSTO DISCIPLINARE VS

AVV. IGOR VISENTIN

PRESIDENTE PRO TEMPORE DEL COA DI PORDENONE

 

Spettabile Consiglio distrettuale di disciplina,

Spettabile Consiglio nazionale forense,

il sottoscritto avv. Edoardo Longo, già iscritto per 41 anni all’ albo degli avvocati di Pordenone,

ESPONE

1)      Il sottoscritto ha patito malagiustizia, secondo un copione aggressivo ed illegale non inusuale presso la magistratura italiana ed ha subito una condanna, in parte patita in regime murario , benchè innocente e , anche sotto un profilo meramente accusatorio a voler dar credito a condanne ingiuste, anche sanzionato in modo abnorme ed illegale,

2)      Già cancellato dall’ albo forense a causa del periodo trascorso in carcere e conclusosi ancora l’ 1.3.2023 , ha diritto per legge e per il medesimo decreto che ebbe il 29.12.2022 a disporre la cancellazione amministrativa, alla reiscrizione all’ albo a far data dalla cessazione della detenzione già da due anni. Allego il dispositivo passato in giudicato dal 21.3.2024 in tal senso :

 

 

3)      Fatta questa sintetica  premessa espositiva, vengo al punto di questo esposto disciplinare vs avv. Igor Visentin , presidente pro – tempore del COA di Pordenone.

4)      Il sottoscritto ebbe a svolgere nel marzo 2024 istanza di reiscrizione ut supra. Detta istanza, respinta, pende attualmente in impugnazione. In considerazione di un passaggio della delibera ( illegittima) di reiezione della istanza da parte del COA di Pordenone ed in considerazione di analogo passaggio della sentenza d’ appello del CNF , il sottoscritto chiedeva un chiarimento al COA di Pordenone in data 14.1.2025 ( allegata richiesta di chiarimento).

5)      In sostanza, il sottoscritto chiedeva al COA di esprimersi sul riferimento fatto alla “ fine dello stato di esecuzione penale  del sottoscritto in stato di misura di affidamento in prova da libero” che per il CNF ( nella sentenza d’ appello) era stato inteso come condicione sine qua non per l’ accoglimento della mia istanza di reiscrizione.

6)      Il punto non è banale, in quanto io sono da circa un anno privo della possibilità di lavorare a causa dei vessatori rallentamenti della mia reiscrizione posti in essere dal COA di Pordenone con un atteggiamento di ostilità personale nei miei riguardi che ha già dato la stura ad un pregresso esposto disciplinare verso il Visentin Igor e presto sarà di interesse della magistratura penale. La mia richiesta di chiarimento è legittima, è un atto interlocutorio estremamente corretto in quanto rivolto ad un chiarimento dovuto a causa di locuzioni espressive ambigue su un punto di vitale importanza, a prescindere dalla circostanza che io ho diritto fin da ora alla reiscrizione. In fondo, è anche un atto conciliativo volto a tentare un componimento amichevole .

7)      Non ricevendo risposta, in data 25.1.2025 trasmettevo anche via raccomandata l’ allegato sollecito. A tutt’ oggi non ho ancora ricevuto risposta alcuna.

8)      Il COA di Pordenone, presieduto dal medesimo Visentin che non perde occasione di rivestirsi dei panni di una istituzionalità del suo ente che nelle sue delibere chiama  a più riprese “ ente ordinistico” ( ? ) con una espressione che mi appare francamente come un brutto neologismo non nobilitato dal vocabolario della lingua di Dante  , non ha inteso rispondermi. Che il Visentin non mi consideri -  non dico un collega in virtù dei 41 anni di iscrizione all’ albo dedicati integralmente all’ esercizio della professione, perché in proposito, dopo avermi con grande compiacimento cancellato , non mi considera certo tale – ma neanche una persona con i diritti civili che non si negano a nessuno , lo avevo già capito da tempo e già ho inoltrato un esposto disciplinare in tal senso.

9)      Ma il Visentin , in quanto presidente dell’ “ ente ordinistico “ in riva al fiume Noncello è tenuto, e tenuto disciplinarmente, a darmi una risposta, qualunque essa sia . Non può invocare che non è tenuto a rispondere ( come prescritto dal regolamento disciplinare ) al sottoscritto “ in quanto non collega non essendo iscritto all’ ente ordinistico”, ma è tenuto a farlo non solo in base alle norme  di buona educazione fra persone civili, ma proprio in virtù dell’altra norma disciplinare che impone la correttezza all’ avvocato anche nei rapporti con terzi.

10)  Mi va bene da questo punto di vista anche essere considerato “ un terzo” , un quisque de populo bypassando che quando io già esercitato la professione il Visentin ancora doveva laurearsi, perché non mi formalizzo certo alla mia età , ma il Visentin a questo “ terzo” di 67 anni  che gli chiede umilmente di esprimersi se intende reiscrivermi quando avrò finito la esecuzione penale ( che peraltro svolgo con estrema correttezza e buona condotta avendo già fruito di 135 giorni di liberazione anticipata, con certificazioni di buona condotta espressi dal Giudice di Sorveglianza., dall’ ufficio UEPE, dall’ Arma dei Carabinieri, dal procuratore Generale della Repubblica, tutti documentati al COA) , una risposta la deve dare. Non lo impone solo la legge della buona educazione, lo impone anche il regolamento disciplinare forense. E’ gravissimo che non lo faccia. Ed è reso ancora più grave dal fatto che il Visentin rivesta la carica di presidente degli avvocati di Pordenone, atteso che il ruolo istituzionale di cui è molto orgoglioso gli impone un livello anche maggiore di correttezza rispetto ad un altro avvocato : gli impone quella cioè che si chiama correttezza istituzionale , perché lui nel suo agire  rappresenta circa 500 avvocati di Pordenone che, peraltro, non condividono in larga misura il suo atteggiamento arrogante e scorretto nei miei confronti. La sua condotta offende il prestigio dell’ intiero ordine professionale che lui presiede. Un atteggiamento del genere nei confronti di un anziano professionista, duramente ed ingiustamente provato dalla sorte e che chiede solo di sapere QUANDO potrà riprendere a lavorare per mantenere sé e la sua famiglia è inaccettabile in un paese civile. Ripeto quanto ho scritto nel pregresso esposto disciplinare verso costui , riprendendo una  frase famosa  tratta dalla storia d’ Italia : “ Maramaldo, tu uccidi un uomo morto”…

Ciò premesso , esposto ed allegato, chiedo si proceda disciplinarmente nei confronti di Igor Visentin per i fatti in oggetto, gravati da responsabilità disciplinare palese . Chiedo venga punti severamente sia per la efferatezza della sua condotta nei riguardi del sottoscritto, sia perché è una condotta che un presidente di ordine forense non può permettersi senza danneggiare pesantemente  l’ immagine stessa dell’ Ordine che lui presiede, sporcando così l’ immagine di circa 500 professionisti , di cui molti mi hanno manifestato solidarietà dissociandosi dal comportamento del loro presidente. Poiché l’ “ ente ordinistico “ non può apprezzare questa condotta, umilmente chiedo ai destinatari di questo esposto di svolgere una moral suasion nei confronti di Visentin Igor affinchè si dimetta da presidente del consiglio dell’ ordine degli avvocati di Pordenone.

Chiedo di essere informato dell’ iter e dell’ esito del radicando procedimento disciplinare.

Un’ ultima precisazione : poiché il quesito senza risposta di cui si parla nel presente esposto riguarda anche un passaggio e una relativa valutazione espressa in una sentenza del CNF, ritengo doveroso trasmettere  per doverosa conoscenza il presente esposto con relativi allegati a detto organo.

Chiedo il rispetto che mi è negato da chi attualmente presiede l’ “ ente ordinistico” di Pordenone.

Confido prima o poi di avere giustizia e rispetto.

Con osservanza.

Pordenone, 22.02.2025.

Avv. Edoardo Longo

Nessun commento:

Posta un commento