Ch.mo Giudice,
il sottoscritto
ESPONE
:
1) In data di ieri 29.01.2025 ho avuto un colloquio con la dott.ssa (..) durante il quale la stessa mi ha esposto succintamente il contenuto di una missiva pervenutale dal consiglio dell’ ordine degli avvocati di Pordenone.
2) Il
contenuto della missiva, alla luce di quanto
ascoltato, ha contenuti altamente diffamatori nei confronti del
sottoscritto, nonché probabilmente anche minatori.
3) Ai
sensi della legge sulla trasparenza amministrativa e in considerazione che
detto documento finirà verosimilmente agli atti del mio fascicolo SIUS, il
sottoscritto richiede copia di detto atto, con tutti gli allegati ivi prodotti.
4) Un
ulteriore motivo di richiesta degli atti de quo, deriva dal fatto che il
sottoscritto ha svolto istanza nel novembre 2024 per la reiscrizione all’ albo
degli avvocati e tale istanza langue inevasa da allora : è evidente, quindi,
che una comunicazione di detto ente svolta con intenti dannosi nei confronti
del sottoscritto è rilevante anche per il fatto che appalesa la non terzietà di
detto ente e del suo presidente , che deve astenersi dal prendere parte alla
decisione della mia istanza. Non solo : ritengo anche doveroso informare questa
autorità che in data 28 gennaio us il
sottoscritto ha ricevuto comunicazione ufficiale dal Consiglio Distrettuale di
disciplina ( forense) di Trieste che è stato acceso procedimento disciplinare
su mio esposto nei confronti dell’ avv. Igor Visentin , presidente pro-tempore
del COA di Pordenone e che in data 8.10.2024 è stato dato avvio formale a detto
procedimento. E’ evidente quindi come tale soggetto e l’ ente da lui così elegantemente
presieduto non possono prendere decisioni
e/o atti nei miei riguardi per evidenti ragioni di non terzietà. Per concludere
le motivazioni , più che legittime, di questa mia istanza, evidenzio che quanto
da me qui richiamato profila elementi inconfutabili di ricusabilità del
Visentin e dello stesso COA del Noncello delle varie procedure per reiscrizione
da me accese : due ora al giudizio della Suprema Corte di Cassazione, e una
terza, aggiornata con il percorso di buona condotta da me tenuta nella
esecuzione penale in atto , ancora ferma da novembre ( ben oltre il termine di
30 giorni massimo imposto dalla LP) ante al citato ente COA.
5) In conclusione e per completezza espositiva non posso non sottolineare la non apprezzabile condotta del Visentin e del suo COA, in quanto manifesta assoluto disinteresse e disprezzo per la documentazione della mia buona condotta documentata nella istanza ( come ben sa il Ch.mo Magistrato) , dopo aver millantato di prenderla in considerazione ai tempi della mia istanza del marzo 2024 dove scriveva, nel rigettare la stessa che “ mancano fatti nuovi inerenti l’ andamento della esecuzione penale in atti, sia pure in regime di affidamento in prova”. Credo che lo Stato debba tutela al condannato che espia una pena con buona condotta e rispetto assoluto di prescrizioni , atteso che nel nostro sistema costituzionale la pena dovrebbe avere funzioni rieducative attraverso il lavoro e la magistratura di sorveglianza debba svolgere quanto possibile per favorire il reinserimento lavorativo del condannato. La condotta del COA, che pure non perde occasione di ammantarsi della sua istituzionalità , è palesemente ostativa di quanto imposto dalla legge sul punto richiamato e corre in direzione opposta, disattendendo la legge e, francamente, mancando di rispetto anche alla magistratura di Sorveglianza disprezzando certificazioni di buona condotta e di liberazione anticipata, eventualità che pare guardare con disgusto. Che messaggio istituzionale passa da questa condotta ? Che essere scrupoloso e rispettoso non serve a niente ? Io non vedo altre letture, francamente. Un tanto è reso ancora più grave dalla perfetta noncuranza del Visentin e del suo COA nei confronti della autorizzazione a svolgere la mia professione di avvocato rilasciatami dal tribunale di Sorveglianza di Venezia/Padova nel liberarmi, autorizzazione che si sono affrettati oscenamente a vanificare con disprezzo fin da quando sono stato scarcerato. E’ questo il rispetto verso l’ autorità giudiziaria ? E’ questo il messaggio che vogliono far passare ? Che è inutile comportarsi bene e avere anche le carte in regola per lavorare ? Cosa deve pensare un qualsiasi altro condannato che non sia una persona assolutamente onesta come il sottoscritto ? Se la stessa magistratura di sorveglianza non viene rispettata da una corporazione, a chi si deve rivolgere uno sfortunato di 67 anni senza lavoro ? Voi sapete meglio di me che la condotta che qui depreco è gravissima ed è potenzialmente generatrice di conseguenze assolutamente poco legali. Io ad esse sfuggo, ma altri ? Non è possibile un intervento dello Stato nei confronti di questi autentici orrori ?
6) Chiudo
la parte argomentativa di questa mia istanza ribadendo che non è mia intenzione
abbandonare in alcun modo le mie richieste di reiscrizione, come pare si
pretenda da me : non solo per intuitive
ragioni economiche ( con 650 euro di pensione che ancora non ho non mantengo né
me, né due figlie in età scolare come è
mio obbligo per legge anche in regime di misura di affidamento ) , non solo
perchè a 67 anni di età non vedo quale altro lavoro potrei agevolmente andare a
fare se non quello che ho esercitato per 41 anni , ma anche ed in
primis perché ne ho diritto. Infatti, si legga il dispositivo
della delibera di cancellazione amministrativa del 29.12.202 , emessa dallo
stesso ente COA e passata in giudicato il 21.3.2024 :
7) Detta
delibera, in conformità assoluta alla legge ivi richiamata, stabilisce due cose
: a) la cancellazione sulla base del fatto detentivo , b) la immediata reiscrizione una volta ritornato
in libertà. Il giudicato di una decisione va rispettato integralmente e non
nella sola parte che fa comodo… Io ben conosco il valore della res judicata , tant’è che
mai ho recriminato vanamente sul contenuto delle mie condanne che appartengono
a verdetti profondamente ingiusti ma definitivi, dei quali mi dichiaro innocente delle accuse mossemi , come è mio diritto e come
sottolinea il medesimo Tribunale di Sorveglianza di Venezia/Padova che cita
nella ordinanza concessiva della misura
di affidamento, le numerose sentenze della Suprema Corte che riconoscono il
diritto del condannato a dichiararsi innocente senza che ciò possa avere
preclusioni di sorta sulla concessione
della citata misura. Che cosa volete ? Io ho bevuto, come Socrate, la mia
cicuta senza fiatare. Non chiedetemi però se ne ho gradito il sapore….
8) Il
COA di Visentin confonde ad arte la cancellazione amministrativa ( la
mia) per momentanea assenza di un requisito ( status libertatis)
e quella disciplinare che costituisce condanna a seguito di procedimento
disciplinare. In ambito disciplinare io fui già giudicato e la mia condanna non
fu la cancellazione, bensì la sospensione dall’ esercizio della professione per
soli mesi 3, condanna già
definita da vari anni per intervenuta
prescrizione.
§
In
conclusione, insisto nella richiesta di copia dei documenti descritti in
premesse e resto in attesa di relativo riscontro. Non credo di aver tediato con
le precisazioni qui svolte che ho ritenuto comunque opportuno ribadire. Repetita
juvant anche nel vedere l’ ostinazione , degna di miglior causa, di chi
si accanisce, con il furore di un ariete , a volermi negare il diritto al MIO
lavoro.
Rispettosamente.
Avv. Edoardo Longo
Coraggio e complimenti!Siamo governati da una banda di malfattori che deporranno le loro armi solo davanti agli eserciti Celesti, finché dura questa dittatura sono protetti ,ma poiché non c’è perfezione nel male, ma solo nel bene , vedi la Creazione, esso riaffiora , perche’ sfugge verso l’Alto,cui appartiene per definizione e per costituzione ,e diventa un’ancora in grado di provvedere salvezza al giusto.
RispondiEliminaLa preghiera è un’arma potente che fa bene a chi la usa e a chi la riceve,il nostro Padre Geova che ci da tanti tesori senza che glieli chiediamo ,tanto piu quando manifestiamo un desiderio in armonia col suo proposito creativo,sarà felice di correre in nostro aiuto.