Vorremmo rispondere al
Lettore che ci ha scritto : ... “Ma come si fa a liberare dal carcere un
uomo per poi togliergli il lavoro, confinarlo a casa e impedirgli
pure di trovarsi un’ altra occupazione ! Ma scherziamo ? E’ onestà morale
questa ? Ma siamo in un paese civile o mussulmano ? Mi ricorda una parabola taoista in cui si
libera una persona dalla prigione per portarla in un infinito deserto e gli si
dice : “ Ora sei libero”. Ma è libertà questa ? Come si può vivere in un
deserto? A chi si può chiedere un aiuto se non c'è nessuno e non si hanno né
viveri, né acqua ? “
§
Precisiamo : questa situazione allucinante che è esattamente l’ opposto di quanto prescrive l’ ordinamento in materia di misure alternative al carcere, è il frutto del sovrapporsi dell’ intervento di DUE magistrature con obiettivi contrapposti : quella legalitaria di Padova che ha scarcerato l’ avvocato Longo autorizzandolo alla sua professione di avvocato penalista e quella ostile del FVG che ha sempre avuto l’ obiettivo opposto : quello di impedirgli il lavoro di penalista . Per uscire dal carcere , l’ avvocato Longo doveva avere un lavoro ( e lo aveva ) ed essere autorizzato a svolgerlo. Così è stato. Per scrupolo, l’ avvocato Longo, che delle toghe non si fida, ha anche chiesto l’ autorizzazione a svolgere in subordine anche l’ attività di editore e ricercatore culturale. Autorizzato anche a questa. Una volta fuori dal carcere , non c’è alcun bisogno di autorizzazioni a svolgere qualsiasi attività , proprio perché ciò rientra nei diritti di ogni persona libera. Ma se la magistratura veneta ( dello Stato italiano) liberava e autorizzava , la magistratura del FVG osteggiava silenziosamente , perché non voleva svolgesse l’ attività di avvocato penalista. Infatti, in carcere da innocente ce lo avevano deportato per questo motivo. Si ricordi, come documenteremo nei prossimi giorni , che l’ avvocato Longo non fu liberato dal carcere di Udine per QUATTRO MESI semplicemente perché la magistratura del FVG non lo autorizzava a fare l’ avvocato. La situazione si sbloccò passando alla giurisdizione veneta nel novembre 2022. Scarcerato nel marzo 2023, riprese il suo lavoro e anche la magistratura del FVG riprese i suoi magheggi , trovando nel nuovo presidente della cricca forense di Pordenone un soggetto molto duttile, sensibile alle richieste e maneggevole, molto comprensivo con i desideri di quelle mammolette dei magistrati. Siamo giunti quindi al colpaccio del 21 marzo scorso ( giorno rituale dell’ equinozio di primavera, chi ha orecchi per intendere intenda…) con cui all’ avvocato Longo con un colpo di mano forense-giudiziario è stato impedito il suo lavoro.
[ Il famigerato carcere di Udine :
una via di mezzo fra una fogna e una sorta di Spielberg asburgico ]
Ora però potrebbe , almeno, in attesa di tornare al suo lavoro, fare il ricercatore culturale, essendone stato autorizzato ma – stranamente – non vengono concesse le relative autorizzazioni agli spostamenti, assolutamente necessarie, anche per la presentazione di libri e tenere conferenze , cosa che li terrorizza letteralmente...( cfr https://monitore1980.blogspot.com/2024/09/liberta-e-lavoro-possono-aspettare.html ). Di fatto, all’ avvocato Longo viene impedita anche la seconda attività culturale . Perché ? Ovviamente per comprimere al massimo i suoi ambiti di libertà, per impedirgli attività culturale sospettando che abbia risvolti politici ( Come no ! Ma non siamo in democrazia ?) , per rendergli più difficile anche la reiscrizione all’ albo degli avvocati, magari presso sede diversa da quella di Pordenone : se non si può spostare, non può neanche iscriversi all’ ordine forense di altre città.
Siamo
maliziosi ? Il tempo , purtroppo, ci sta dando ragione. Intanto, l’ avvocato
Longo attende ancora la concessione dei 135 giorni
di sconto di pena a tutt’ oggi maturati (https://monitore1980.blogspot.com/2024/09/il-lavoro-redne-liberi.html ) ,
che gli sarebbero molto utili per la ripresa del lavoro sfuggendo a queste
elaborate tenaglie che lo stringono. Di fatto tutte le autorizzazioni del 2023 gli sono state tolte silenziosamente, senza ufficialmente revocarle perchè non sarebbe stato legalmente possibile . L' avvocato Longo è l' unico ex detenuto in Italia che , due anni dopo esser stato scarcerato, gode di meno diritti e libertà di quando era recluso. Forse, forse perchè è un prigioniero politico ? L’ avvocato Longo è stato così ridotto di fatto allo stato di detenzione domiciliare... di fatto gli è concesso solo recarsi presso le proprie abitazioni, proprio come negli arresti domiciliari. "Detenzione domiciliare" un po’ allargata, ma senza
possibilità di fare alcunchè di produttivo. E di fastidioso per le delicate toghe del FVG. Bel colpo, vero ? E la chiamano “ democrazia”…
E le stelle stanno a
guardare questo cupo cielo italiota che è, come direbbe il Poeta, un atomo
opaco del male.
Il Monitore
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