mercoledì 16 luglio 2025

DEPORTAZIONE

 


Oggi 16 luglio, ricorre il terzo anniversario della mia deportazione illegale in carcere. Poiché io ero innocente e tale operazione a regia era l’ ultimo tassello di una aggressione illegale che una certa magistratura corrotta  portava avanti contro di me da anni, non ho motivo di nascondere questa inaudita violenza di Stato come invece vorrebbe l’ Ufficio Penale di Udine che copre i responsabili di tutto ciò. Per questa ragione voglio ricordare con un piccolo episodio, emblematico però, tale giornata e ho chiesto al Monitore che, eccezionalmente, lasci a me la parola. 

Un solo piccolo episodio di quel 16 luglio di tre anni fa, neanche tutta quella giornata di orrori in nome della  democrazia e della giustizia  . La mia vicenda richiederebbe un libro e lo scriverò, con l’ amico professore indipendentista conosciuto nel carcere di Udine, a quattro mani, come avevamo progettato nei nostri passeggi nel lercio cortile della galera, tre anni fa, per l' ora d' aria . Finora ce lo ha impedito il Giudice di Sorveglianza :  ma la verità non può rimanere nascosta per sempre, anche se è un ' onta per lo Stato e per l' autorità giudiziaria che sovrasta tutto nell' indifferenza più sovrana per i crimini che compie e che compiono i suoi sodali delle istituzioni giudiziarie e penitenziarie. 

 

16 luglio 2022. Venni arrestato dai Carabinieri di Codroipo, fortemente imbarazzati nel farlo, alle ore 10.00, presso il mio Studio Legale di Pordenone, dove lavoravo, come ogni giorno. In quella torrida mattinata di luglio mi portarono poi alla Caserma dei Carabinieri di Pordenone per i controlli pre-detenzione : verifica della identità, impronte digitali, foto segnaletiche, assegnazione al carcere. Su questi passaggi ritornerò su più avanti. Venni assegnato al carcere di Udine. Così, alle ore 14.00 ( !!), quattro ore dopo, iniziò il mio viaggio verso la galera di via Spalato. Arrivai che erano le 15.00 circa. Data la mia età, lo stress della situazione, l’ assoluto digiuno senza neppure bere un bicchier d’ acqua con la temperatura esterna che arrivava di sicuro ai 35 gradi,  dopo 5 ore così, in larga misura trascorse in piedi o si una sedia al caldo torrido, avevo la febbre. Prima di andare  in infermeria, perquisizione finale. Chiuso in una specie di loculo, con 30 gradi esterni e la febbre che mi bruciava  – lo appresi dopo- chiesi allo sbirro penitenziario un bicchier d’ acqua. Erano ormai quasi le 16. Risposta sferzante : “ berrai dal rubinetto , quando ti chiuderemo in cella”. Fuori erano quasi 35 gradi di calore. Me la ricordo ancora, quella faccia da culo . A Cristo in croce le guardie diedero acqua e fiele. A me neanche quello.

Dopo una rapida visita medica. Per accertare se avevo patologie o dipendenze di vario genere . Dissi che avevo bisogno mi fornissero le mie medicine per gli occhi, per prevenire la caduta della retina. Il botolo sferico che costituiva il “dottore “ mi sogghignò in faccia dicendomi che col cavolo che me le avrebbero date. Fu allora che , con un forte e autoritario tono di voce che sorprese me per primo, gli dissi che poteva essere certo che lo avrei querelato e gli avrei fatto passare guai con il ministro.. Fui sorpreso che sia il medico che lo sbirro che mi accompagnava – io ero in manette , non ricordo anche se legato con una catena ai polsi – benchè imperturbabili, ebbero però un sussulto di disagio. Poi capii il perché : in quel carcere  non viene rispettata alcuna legge o regolamento in tutela dei detenuti, per cui il rischio di avere qualche rogna con un prigioniero – avvocato , lo temevano….

Sempre senza bere nonostante avessero accertato che avevo 38 di febbre – ma tanto non avevo il covid ed erano tranquilli : gli interessava solo quello, potevo anche morire di polmonite o di sete, non gliene poteva fregare nulla, ma covid assolutamente no , eh -  venni condotto in catene alla cella di isolamento per la quarantena anti covid . Come ho già scritto ( https://monitore1980.blogspot.com/2024/11/profili-di-dittatura-giudiziaria.html   ) , in quella cella d’ isolamento probabilmente non avrei preso il covid , ma sicuramente qualche altra disgustosa  malattia senz’ altro, perché aveva strati di sporco sul pavimento, sugli arredi, sul letto e sulle pareti. Inoltre, dappertutto scarafaggi e blatte lunghe anche 10 centimetri. Avevano fatto il nido proprio nel fetido lavandino, dove avrei dovuto bere, secondo lo sbirro. Bere lì voleva dire suicidarsi con qualche immonda malattia. In cella ero solo . Erano ormai  6 ore, in una delle giornate più calde dell’ estate 2022, che non bevevo. 

Dall’ altro lato del corridoio del braccio , di fronte alla mia , c’era una cella dove erano 3 o 4 detenuti di colore . Avevano appoggiato vicino alle sbarre alcune confezioni di plastica di acqua minerale . “ Frà, ti diamo da bere”- disse uno di loro, che aveva visto le mie condizioni. Spinse fra le sbarre una bottiglia per farla rotolare fino da me, ma , data l’ ampiezza del corridoio, la bottiglia si fermò a pochi centimetri dalle sbarre della mia cella. Pochi, ma sufficienti per non permettermi di agguantarla . Dovetti aspettare ancora, fino al passaggio di un detenuto autorizzato a muoversi fuori dalla cella per motivi di servizio , che me la raccolse e me la porse. Era passata anche una guardia  : guardò la bottiglia nel corridoio, capì benissimo tutto, ma andò oltre : era contro il regolamento passare mezzi di sostentamento non autorizzati ad un detenuto. Morissi pure di sete. Già tanto che non mi avesse allontanato per sadismo la bottiglia con un calcio. Più o meno lo stesso comportamento del rabbino per bene della parabola del buon samaritano, quello  che  non soccorse il malcapitato mezzo morto perché sarebbe stato " contro  la legge "... Sarò sempre grato a quei detenuti sconosciuti che hanno avuto un moto di pietà nei miei confronti.

Dopo quasi sette ore ( !) in quel torrido luglio potei bere finalmente un sorso d’ acqua. Non sapevo quanto fossi febbricitante. Probabilmente la febbre era salita ancora. Ma non me ne importava. Avevo già capito che era inutile chiedere aiuti medici al carcere. Valeva la legge della sopravvivenza e i peggiori nemici erano le guardie e lo Stato. Appresi subito la lezione.  E la misi in atto, senza alcuna difficoltà interiore. In fondo, lo sapevo già : è una vita che la " democrazia" mi perseguita.. Il mio disprezzo verso chi ha voluto tutto questo e cammina impettito pavoneggiandosi nelle aule di qualche tribunale, crebbe ulteriormente ed adesso è  totale ed inattenuato. 

 E come sempre, sentimenti come questi avranno pace solo il giorno in cui avranno SODDISFAZIONE.

Avv. Edoardo Longo



ARCIPELAGO GULAG

 


Non solo libri sul degrado disumano delle carceri italiane : questa collana  documenta , attraverso diari di detenuti, lo scandalo dei processi politici ai dissidenti in Italia e nel libero Occidente  : Indipendentisti del Veneto, revisionisti, fascisti, studiosi, singole personalità ribelli, tutti reclusi per intolleranza politica di regime , dall’ Italia, alla illuminata  Francia, fino alla pacifica Svizzera dove puoi finire a 80 anni in carcere duro per avere dubitato della autenticità del cd olocausto ebraico. Questa è la democrazia  del “Libero uccidente “ Documentazione  unica introvabile altrove :

https://lanterna88.blogspot.com/search/label/Arcipelago%20Gulag  

mercoledì 9 luglio 2025

PAROLA D' ONORE


Pordenone, martedì 24 giugno 2025

AL


CONSIGLIO DELL’ ORDINE DEGLI AVVOCATI

Largo Giustiniano – 33170 PORDENONE

RACCOMANDATA RR

 

SOLLECITO DI RICHIESTA DI CHIARIMENTO

 

Premesso :

1)      Che in data 14.01.2025 ( ! ) il sottoscritto trasmetteva richiesta formale di chiarimento ( qui allegata ex novo per praticità) con la quale chiedevo mi venisse data risposta in modo chiaro ed univoco al seguente quesito più che legittimo, atteso anche che il sottoscritto è stato iscritto a codesto ordine per 41 anni consecutivi :

“ se detto ente è intenzionato o meno a reiscrivere il sottoscritto all’ albo degli avvocati quando la esecuzione penale in atto, non muraria, sarà cessata”.

2)      Considerato che la vostra risposta contenuta nella delibera ( …)  datata 21 marzo 2025,  appare vaga, generica, incerta e quindi l’ esatto contrario di quanto richiestovi, essendo del tutto generico ed incomprensibile il richiamo ad una sentenza del CNF,

3)      Considerato che codesto COA ha tenuto nel tempo nei miei riguardi, sotto la presidenza Visentin , un comportamento che non si può definire improntato a chiarezza, rispetto  e linearità, avendo negato istanza di auto-annullamento della cancellazione in considerazione della pendenza della connessa impugnazione, avendo negato una prima istanza di reiscrizione sul presupposto che la cancellazione in quel momento non era definitiva essendo  pendente una impugnazione, avendo negato in varie circostanze lì applicabilità del principio del diritto alla iscrizione di professionista non in esecuzione penale muraria ma in stato di libertà, avendo negato il diritto alla reiscrizione post cancellazione amministrativa ormai  definitiva e derivante da stato provvisorio di detenzione ( finita l’ 1.3.2023) un tanto contra norma legislativa sul punto e, più recentemente, avendo ammesso in una memoria ante la Corte di Cassazione di aver violato detta norma specifica, in nome peraltro di ragioni pretestuose su cui al momento non mi soffermo in virtù della citata pendenza ancora in essere, è evidente che non può essere ritento esaustivo un generico richiamo da parte Vostra a sentenza che peraltro ha altro  in oggetto, ma si rende doverosa da parte di codesto ente una risposta chiara  e diretta al chiarimento richiesto.

4)      Va da sé che non è discrezionale decidere sul diniego di accesso ad una professione o lavoro a qualunque lavoratore/professionista  che abbia superato ogni esame di abilitazione in tal senso e che abbia esercitato detta professione/lavoro per oltre 40 anni ,  essendo quello alla indicazione precisa di una data di ripresa dell’ attività lavorativa ,   un diritto costituzionalmente garantito , atteso inoltre  che è pacifico ed evidente che le condanne infertemi ( peraltro ingiustamente ed illegittimamente  ) non sono ostative ex lege alla reiscrizione , per le quali il solo requisito ostativo ex lege  alla re-iscrizione ( stato di detenzione ) è venuto meno fin dal 1 marzo 2023. E siamo al luglio 2025.

5)      Un tanto senza rinuncia alcuna né all’ azione intrapresa avanti alla Corte di Cassazione, né al connesso diritto alla reiscrizione amministrativa  tout court  derivante dalla legge professionale  e dal medesimo decreto di cancellazione di questo ente del 29.12.2022 e dal relativo richiamo normativo alla LP in esso contenuto  .

Resto in attesa di un riscontro chiaro come è dovuto ed entro il termine di giorni 15 dalla presente richiesta.

Distinti saluti.

Avv. Edoardo Longo 


COMUNICAZIONE INVIATA IL 24 GIUGNO 2025. SI ATTENDE RISPOSTA, MA DUBITIAMO CHE ARRIVI...


Ricordiamo ancora una volta che l' avvocato Edoardo Longo ha diritto a riprendere la sua professione come stabilisce la legge e  lo stesso decreto dell' ordine forense del 29.12.2022 che fissava il diritto alla ripresa lavorativa fin da primo giorno di restituzione alla libertà, in conformità alla legge ! I nostri lettori conoscono perfettamente questo decreto, ma per qualche smemorato lo riproduciamo per la centesima volta :


Nonostante ciò, la attuale direzione forense di Pordenone, sfidando la legge  e i decreti del precedente consiglio, ormai definitivi da 2 ANNI E 5 MESI , impedisce, con continui e farlocchi pretesti e sotterfugi,  all' avvocato Edoardo Longo  di lavorare, e ciò fin dal 21 marzo 2024, data in cui detto decreto è divenuto definitivo ed esecutivo . 16 MESI senza poter lavorare, pur avendone diritto certificato. 

Tuttavia  nel testo del primo rigetto di reiscrizione di circa un anno fa  - impugnato e attualmente in attesa del giudizio della Corte di Cassazione -  scrissero che la domanda  sarebbe stata accolta dopo la fine della esecuzione penale in atto pur essendo libero , ma lo scrissero in modo sibillino e ambiguo, probabilmente al solo di fine di indurre una speranza e che il rigetto non venisse impugnato. Non era il primo sotterfugio utilizzato per nascondere la volontà illecita di non permettere il lavoro, confidando in una vaga rassicurazione per il futuro.  Dato il carattere sfuggente della dichiarazione e la poca linearità e attendibilità  di chi lo aveva pronunciato, che già si era fatto un baffo del chiarissimo decreto del 29.12.2022,   l' avvocato Longo richiese un chiarimento che avvenne nello stesso modo sfuggente. A fronte di  questa catena di sotterfugi adesso l' avvocato Longo ha chiesto, come è suo diritto, un pronunciamento esplicito. Arriverà ? Più probabile che si recidano i testicoli, piuttosto che  essere chiari e onesti  ....

Di tutto ciò  dovranno prima o poi renderne conto. 
Il Monitore 

TOGHE E FORCHETTE, LA GIUSTIZIA ALL' ITALIANA

 


“Evaso il 26enne Andrea Cavallari, condannato a 11 anni e 10 mesi di reclusione per la strage della "Lanterna Azzurra" a Corinaldo: il magistrato di sorveglianza lo aveva autorizzato a uscire dal carcere per discutere la tesi, senza la scorta della polizia penitenziaria.Nel dicembre del 2018, durante il concerto di Sfera Ebbasta, morirono 6 persone: Emma Fabini di 14 anni, Eleonora Girolimini sui 39 anni, Asia Nasoni di 14 anni, Mattia Orlandi di 15 anni, Daniele Pongetti di 16 anni e Benedetta Vitali di 15 anni.La banda, della quale Cavallari faceva parte, spruzzò spray al peperoncino, generando il panico, per rapinare i ragazzi che affollavano il locale.”

 



RIFLETTIAMO : 11 anni per  una strage e 4 anni per  aver offeso un giudice, pure alquanto scadente  : la strana idea di giustizia della magistratura italiana. Il presunto" onore " di un giudice  per le toghe italiane vale 4 anni di carcere, tale è la pena inflitta all’ avvocato Edoardo Longo, reo di “ lesa maestà giudiziaria” . La VITA di un singolo ragazzo ammazzato  vale invece meno di 2 anni. 11 se ne ammazzi  6. Pure lo sconto... In Italia, la giustizia è proprio uguale per tutti. Ma c‘è sempre qualcuno più uguale degli altri. Buon appetito, giudice.  

Il Monitore