( " Ente ordinistico "
e il suo Gran Maestro)
Pordenone, 22.02.2025
AL
CONSIGLIO
DISTRETTUALE DI DISCIPLINA
34133
TRIESTE
AL
CONSIGLIO
NAZIONALE FORENSE
Roma
ESPOSTO
DISCIPLINARE VS
AVV.
IGOR VISENTIN
PRESIDENTE
PRO TEMPORE DEL COA DI PORDENONE
Spettabile Consiglio distrettuale di disciplina,
Spettabile Consiglio nazionale forense,
il sottoscritto avv. Edoardo Longo, già iscritto per
41 anni all’ albo degli avvocati di Pordenone,
ESPONE
1)
Il sottoscritto ha patito malagiustizia,
secondo un copione aggressivo ed illegale non inusuale presso la magistratura
italiana ed ha subito una condanna, in parte patita in regime murario , benchè
innocente e , anche sotto un profilo meramente accusatorio a voler dar credito
a condanne ingiuste, anche sanzionato in modo abnorme ed illegale,
2)
Già cancellato dall’ albo forense a causa
del periodo trascorso in carcere e conclusosi ancora l’ 1.3.2023 , ha diritto
per legge e per il medesimo decreto che ebbe il 29.12.2022 a disporre la
cancellazione amministrativa, alla reiscrizione all’ albo a far data dalla
cessazione della detenzione già da due anni. Allego il dispositivo passato in
giudicato dal 21.3.2024 in tal senso :
3)
Fatta questa sintetica premessa espositiva, vengo al punto di questo
esposto disciplinare vs avv. Igor Visentin , presidente pro – tempore del COA
di Pordenone.
4)
Il sottoscritto ebbe a svolgere nel marzo
2024 istanza di reiscrizione ut supra. Detta istanza, respinta, pende
attualmente in impugnazione. In considerazione di un passaggio della delibera (
illegittima) di reiezione della istanza da parte del COA di Pordenone ed in
considerazione di analogo passaggio della sentenza d’ appello del CNF , il
sottoscritto chiedeva un chiarimento al COA di Pordenone in data 14.1.2025 (
allegata richiesta di chiarimento).
5)
In sostanza, il sottoscritto chiedeva al
COA di esprimersi sul riferimento fatto alla “ fine dello stato di esecuzione
penale del sottoscritto in stato di
misura di affidamento in prova da libero” che per il CNF ( nella sentenza d’
appello) era stato inteso come condicione sine qua non per l’ accoglimento
della mia istanza di reiscrizione.
6)
Il punto non è banale, in quanto io sono
da circa un anno privo della possibilità di lavorare a causa dei vessatori
rallentamenti della mia reiscrizione posti in essere dal COA di Pordenone con
un atteggiamento di ostilità personale nei miei riguardi che ha già dato la
stura ad un pregresso esposto disciplinare verso il Visentin Igor e presto sarà
di interesse della magistratura penale. La mia richiesta di chiarimento è
legittima, è un atto interlocutorio estremamente corretto in quanto rivolto ad
un chiarimento dovuto a causa di locuzioni espressive ambigue su un punto di
vitale importanza, a prescindere dalla circostanza che io ho diritto fin da ora
alla reiscrizione. In fondo, è anche un atto conciliativo volto a tentare un
componimento amichevole .
7)
Non ricevendo risposta, in data 25.1.2025
trasmettevo anche via raccomandata l’ allegato sollecito. A tutt’ oggi non ho
ancora ricevuto risposta alcuna.
8)
Il COA di Pordenone, presieduto dal
medesimo Visentin che non perde occasione di rivestirsi dei panni di una istituzionalità
del suo ente che nelle sue delibere chiama
a più riprese “ ente ordinistico” ( ? ) con una
espressione che mi appare francamente come un brutto neologismo non nobilitato
dal vocabolario della lingua di Dante ,
non ha inteso rispondermi. Che il Visentin non mi consideri - non dico un collega in virtù dei 41 anni di
iscrizione all’ albo dedicati integralmente all’ esercizio della professione,
perché in proposito, dopo avermi con grande compiacimento cancellato , non mi
considera certo tale – ma neanche una persona con i diritti
civili che non si negano a nessuno , lo avevo già capito da tempo e già ho
inoltrato un esposto disciplinare in tal senso.
9)
Ma il Visentin , in quanto presidente
dell’ “ ente ordinistico “ in riva al fiume Noncello è tenuto, e
tenuto disciplinarmente, a darmi una risposta, qualunque essa sia . Non può
invocare che non è tenuto a rispondere ( come prescritto dal regolamento
disciplinare ) al sottoscritto “ in quanto non collega non essendo iscritto
all’ ente ordinistico”, ma è tenuto a farlo non solo in base alle norme di buona educazione fra persone civili, ma
proprio in virtù dell’altra norma disciplinare che impone la correttezza all’
avvocato anche nei rapporti con terzi.
10)
Mi va bene da questo punto di vista anche
essere considerato “ un terzo” , un quisque de populo
bypassando che quando io già esercitato la professione il Visentin ancora
doveva laurearsi, perché non mi formalizzo certo alla mia età , ma il Visentin
a questo “ terzo” di 67 anni che
gli chiede umilmente di esprimersi se intende reiscrivermi quando avrò finito
la esecuzione penale ( che peraltro svolgo con estrema correttezza e buona
condotta avendo già fruito di 135 giorni di liberazione anticipata, con
certificazioni di buona condotta espressi dal Giudice di Sorveglianza., dall’
ufficio UEPE, dall’ Arma dei Carabinieri, dal procuratore Generale della
Repubblica, tutti documentati al COA) , una risposta la deve
dare. Non lo impone solo la legge della buona educazione, lo impone
anche il regolamento disciplinare forense. E’ gravissimo che non lo faccia. Ed
è reso ancora più grave dal fatto che il Visentin rivesta la carica di
presidente degli avvocati di Pordenone, atteso che il ruolo istituzionale
di cui è molto orgoglioso gli impone un livello anche maggiore di
correttezza rispetto ad un altro avvocato : gli impone quella cioè che
si chiama correttezza istituzionale , perché lui nel suo
agire rappresenta circa 500 avvocati di
Pordenone che, peraltro, non condividono in larga misura il suo atteggiamento
arrogante e scorretto nei miei confronti. La sua condotta offende il prestigio
dell’ intiero ordine professionale che lui presiede. Un atteggiamento del
genere nei confronti di un anziano professionista, duramente ed ingiustamente
provato dalla sorte e che chiede solo di sapere QUANDO potrà riprendere
a lavorare per mantenere sé e la sua famiglia è inaccettabile in un paese
civile. Ripeto quanto ho scritto nel pregresso esposto disciplinare verso
costui , riprendendo una frase
famosa tratta dalla storia d’ Italia : “
Maramaldo, tu uccidi un uomo morto”…
Ciò
premesso , esposto ed allegato, chiedo si proceda disciplinarmente nei
confronti di Igor Visentin per i fatti in oggetto, gravati da responsabilità
disciplinare palese . Chiedo venga punti severamente sia per la efferatezza
della sua condotta nei riguardi del sottoscritto, sia perché è una condotta che
un presidente di ordine forense non può permettersi senza danneggiare
pesantemente l’ immagine stessa dell’
Ordine che lui presiede, sporcando così l’ immagine di circa 500 professionisti
, di cui molti mi hanno manifestato solidarietà dissociandosi dal comportamento
del loro presidente. Poiché l’ “ ente ordinistico “ non
può apprezzare questa condotta, umilmente chiedo ai destinatari di questo
esposto di svolgere una moral suasion nei confronti di Visentin
Igor affinchè si dimetta da presidente del consiglio dell’ ordine
degli avvocati di Pordenone.
Chiedo
di essere informato dell’ iter e dell’ esito del radicando procedimento
disciplinare.
Un’
ultima precisazione : poiché il quesito senza risposta di cui si parla nel
presente esposto riguarda anche un passaggio e una relativa valutazione
espressa in una sentenza del CNF, ritengo doveroso trasmettere per doverosa conoscenza il presente esposto
con relativi allegati a detto organo.
Chiedo
il rispetto che mi è negato da chi attualmente presiede l’ “ ente ordinistico”
di Pordenone.
Confido prima o
poi di avere giustizia e rispetto.
Con osservanza.
Pordenone, 22.02.2025.
Avv.
Edoardo Longo